Ndrangheta, frodi per 736 milioni all’Ue

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‘Ndrangheta, frodi per 736 milioni all’Ue

La Gdf accerta 828 violazioni europee e 261 in Italia: arrestate 32 persone e 261 in Italia:

ROMA – Tra fondi comunitari e nazionali (legge 488, legge Sabatini, leggi regionali) sono state registrate in Calabria frodi per 736 milioni di euro negli ultimi tre anni. Il dato è stato riferito dal comandante dello Scico (Servizio centrale investigativo sulla criminalità organizzata) della Guardia di finanza, colonnello Ignazio Gibilaro, ascoltato dalla commissione Antimafia.

Per quanto riguarda le frodi comunitarie, sono state accertate 828 violazioni, verbalizzate 1.113 persone, 32 arrestate, registrate indebite percezioni per 277 milioni di euro e finanziamenti concessi non ancora erogati per 135 milioni di euro. Per le frodi al bilancio nazionale, sono state riscontrate 261 violazioni, con 1.375 arrestati, indebite percezioni per 155 milioni e finanziamenti concessi non ancora erogati per 303 milioni di euro.
Il colonnello Gibilaro ha poi evidenziato la «capacità delle ‘ndrine di realizzare sinergie tra di loro e con mafia e camorra per i traffici di droga, nonché quella di proiettarsi all’estero» e la preoccupazione per il porto di Gioia Tauro, «importante luogo di transito di prodotti contraffatti e di contrabbando».
Il comandante dello Scico ha anche sottolineato che «la ‘ndrangheta ha affiancato al controllo militare del territorio quello economico con le estorsioni e l’usura. Si arriva anche – ha aggiunto – a forme di estorsione come la guardiania imposta ai villaggi turistici o nel settore agricolo». Usura ed estorsione, ha rilevato, «non sono solo strumenti di lucro, ma anche veicolo per l’acquisizione ed il controllo di attività commerciali ed imprenditoriali». Gibilaro ha inoltre ricordato i «tanti atti intimidatori contro pubblici amministratori, senza dimenticare che in alcuni casi gli amministratori non sono vittime, ma sono contigui all’organizzazione criminale». Il colonnello ha infine risposto ad una domanda su possibili investimenti in Borsa da parte della ‘ndrangheta. «Ci sono aziende – ha detto – che ricorrono per finanziarsi ad obbligazioni ed azioni, anche a tassi non elevati di utilità, perché a loro interessa rivestire di legalità ciò che all’origine non lo era.