La storia del delitto compiuto il 16 ottobre del 2005

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 Ecco le tappe dell'omicidio Fortugno
Dall'agguato all'arresto dei mandanti
Nel secondo anniversario della morte dell'ex vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria si è suicidato Bruno Piccolo, il pentito che con le sue rivelazioni ha permesso di individuare i presunti killer e i mandanti dell'ex politico della Margherita. Dal suo bar Arcobaleno ha assistito a tutte le fasi preparatorie del delitto inchiodando con la sua testimonianza i colpevoli

Sono trascorsi esattamente due anni dal 16 ottobre del 2005, il giorno in cui il vicepresidente della Regione Calabria, Francesco Fortugno (nella foto), cadeva sotto i colpi di uno spietato killer a Locri, proprio davanti al seggio elettorale, nel giorno delle primarie dell'Unione. Con cinque colpi di pistola sparati a bruciapelo l'assassino, un killer a volto coperto, aveva sicuramente voluto mandare un messaggio molto forte in una terra, la Calabria, in cui la 'ndrangheta storicamente controlla il territorio. Da subito gli inquirenti hanno concentrato le indagini sul mondo della criminalità organizzata ma la vera svolta è giunta esattamente a un mese di distanza dal delitto dell'ex politico della Margherita: l'arresto di Bruno Piccolo.

Bruno Piccolo, il teste chiave. Ad aprire uno squarcio nelle indagini è stato proprio lui, Bruno Piccolo che dal momento del suo arresto ha fornito tutti i particolari dell'omicidio dell'ex politico della Margherita. L'uomo, un ex affiliato alla cosca Cordì, poi pentito, è stato arrestato il 15 novembre 2005 durante un'operazione che portò alla cattura di quattro presunti affiliati della cosca. Proprio in quella occasione gli investigatori accertarono che tra le armi usate dai quattro arrestati c'era una pistola calibro 9, lo steso tipo utilizzato dal presunto killer di Fortugno. Sulla base delle dichiarazioni dei pentiti e seguendo la pista dell'arsenale gli inquirenti riuscirono a ricostruire il quadro delle responsabilità connesso all'assassinio dell'ex vicepresidente del consiglio regionale della Calabria. La pistola utilizzata per uccidere l'ex politico della Margherita è risultata essere la stessa usata per sparare contro ill negozio del calciatore del Locri Francesco Cotroneo, ucciso nel marzo del 2007.

Le parole del pentito. Le sue rivelazioni hanno descritto minuziosamente le fasi dell'omicidio. L'uomo, infatti, godeva in un certo senso di una posizione privilegiata in quanto l'agguato, secondo quanto ricostruito, fu organizzato all'interno del bar Arcobaleno di proprietà di Piccolo, che ha seguito in diretta tute le fasi di preparazione del delitto di cui poi ha rivelato ai magistrati i restoscena. Le dichiarazioni di Piccolo hanno consentito di arrivare anche all'individuazione del presunto mandante dell'omicidio di Fortugno: il caposala dell'ospedale di Locri Salvatore Marcianò, che secondo il pentito era in strettissimi rapporti con il killer di Fortugno e con tutti gli altri che hanno partecipato all'agguato.

Otto gli indagati per il delitto. In tutto gli imputati per l'omicidio dell'ex vicepresidente della Regione Calabria sono otto: Salvatore Ritorto, 27 anni, pregiudicato, accusato di essere l'esecutore materiale dell'assassinio, Domenico Audino, 27 anni, Carmelo Dessì, 28 anni, Carmelo Crisallì, 26 anni, e Nicola Pitari, 27 anni. Sono state emesse inoltre quattro ordinanze di custodia cautelare a persone già detenute: Vincenzo Cordì di 49 anni, presunto capo dell'omonima cosca della 'ndrangheta, Domenico Novella, 30 anni, Antonio Dessì, 24 anni, e Gaetano Mazzara che erano agli arresti domiciliari.