LA ‘NDRANGHETA: BOMBE PER I PM CHE VOGLIONO ANNIENTARCI

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LA 'NDRANGHETA: BOMBE PER I PM CHE VOGLIONO ANNIENTARCI

 

Intercettati colloqui dei boss contro giudici della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria
REGGIO CALABRIA, 21 SET – La 'ndrangheta preparava una reazione violenta all'offensiva ai suoi danni portata avanti negli ultimi mesi dalla Dda di Reggio Calabria ed il cui avvio ha coinciso con il ritorno in Procura, come coordinatore, di Salvatore Boemi, il magistrato calabrese più esperto nella lotta contro la criminalità organizzata. E' quanto hanno scoperto i carabinieri del Ros, che hanno redatto un'informativa che ha indotto il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, riunito d'urgenza dal prefetto, Francesco Antonio Musolino, a disporre il potenziamento massiccio delle misure di protezione già in atto nei confronti dei magistrati della Dda.

Si fa ancora più stretto, così, il sistema di sicurezza che circonda, oltre al procuratore aggiunto Boemi, il procuratore Francesco Scuderi, reggente dell'ufficio dopo il pensionamento di Antonino Catanese, ed i sostituti Nicola Gratteri e Roberto Di Palma. Il Ros ha intercettato i colloqui tra due boss delle cosche Condello e Labate in cui si fa esplicito riferimento al rientro alla Dda di Salvatore Boemi indicandolo come il chiaro presupposto di una logica di "annientamento" delle cosche. Alfa e Gamma, questi i nomi in codice dei due boss, nel loro colloquio parlano proprio di Boemi. "Penso che è il 'mastro' di tutti – dice Alfa – e che lo hanno fatto tornare apposta". "Chi è?", chiede Gamma? "E' Boemi – risponde Alfa – De Sena glielo ha detto apertamente. Se a Reggio non viene Boemi, non arrestano nessuno. Voglio dire sono i magistrati che ti annientano, Gratteri, Di Palma, Scuderi, Boemi..". Della preparazione di un attentato contro i magistrati della Dda, sempre secondo i Ros, si è parlato anche nel corso di una riunione tra boss svoltasi di recente a Sinopoli, nella Piana di Gioia Tauro. Nel corso della riunione si parla di un magistrato, ed il riferimento a Boemi è chiaro, che, negli ultimi giorni di luglio, avrebbe provocato gravi danni alle loro attività. Da qui la decisione della 'ndrangheta, scrivono i Ros nell'informativa, "di contattare anche esperti di esplosivo provenienti dalla Sicilia per attuare l'attentato". "I vertici delle organizzazioni criminali presenti all'incontro – sostengono ancora i Ros nell'informativa – sono in attesa, adesso, di ricevere il consenso da parte dei gruppi criminali della zona ionica della provincia di Reggio Calabria, i quali si sarebbero dimostrati contrari a tale azione". Il progetto di attentato contro i magistrati della Dda reggina ha trovato riscontro anche da accertamenti fatti nel circuito carcerario dall'Agenzia per la sicurezza degli interni, l'ex Sisde. Solidarietà ai magistrati della Dda di Reggio è stata espressa dal presidente della Commissione antimafia, Francesco Forgione, "Sono già stati ottenuti molti risultati – sostiene Forgione – e molti altri ne arriveranno. Per questo le cosche hanno paura. Una paura che però le sta spingendo verso scelte sempre più violente". Anche il vicepresidente della Commissione antimafia, Giuseppe Lumia, si è detto certo della prosecuzione del lavoro della Dda. "Sono molte le indagini delicate ed importanti – ha detto Lumia – di cui si sta occupando la Procura di Reggio Calabria ed il lavoro dei magistrati deve andare avanti nella massima sicurezza. Su questo sono sicuro che ci sarà il massimo impegno".


BOEMI E I PM CHE FANNO PAURA ALLE COSCHE

E' considerato uno dei maggiori esperti di 'ndrangheta, e ha alle spalle una lunga storia di lotta ai clan, che non a caso gli hanno recapitato piu' volte minacce di morte, Salvatore Boemi, il coordinatore della Dda di Reggio Calabria che sarebbe al centro, insieme con altri tre colleghi, di un nuovo progetto di attentato delle cosche. In magistratura da più di 40 anni, Boemi che ne ha 64, è tornato a coordinare la Dda di Reggio Calabria da 9 mesi, ma aveva già ricoperto questo ruolo per otto anni, dal 1994 al 2003. Sono gli anni dell'operazione Olimpia, la più importante inchiesta sulla 'ndrangheta di Reggio Calabria; un'indagine coordinata da Boemi, che permise di ricostruire le strategie operative e gli organigramma della 'ndrangheta in un arco temporale di 25 anni, e che porto' al rinvio al giudizio di 282 persone, tra le quali gran parte dei capi storici dell'organizzazione criminale, per decine e decine di omicidi. Il processo si concluse in primo grado nel 1999 con 176 condanne e 62 ergastoli. Ma non è solo da allora che Boemi è nel mirino delle cosche. Negli anni Novanta più volte pentiti hanno riferito di progetti di attentati contro di lui e altri magistrati reggini. E in tempi più recenti, nel 2001, fu scoperto un piano per assassinare lui e altri tre pm della Dda di Reggio, che avrebbero dato fastidio alle cosche non solo per le loro inchieste ma per il tentativo di convincere a collaborare con la giustizia alcuni boss detenuti. Nel 2004 Boemi insieme con altri cinque magistrati finì nel mirino di un presunto comitato di affari che attraverso pressioni sulle toghe intendeva condizionarne le inchieste sui rapporti tra mafia e politica. Una vicenda per la quale un anno fa sei persone sono state rinviate a giudizio, tra cui gli ex deputati Paolo Romeo e Amedeo Matacena. Come Boemi, al momento sono tutti impegnati su inchieste importanti gli altri tre magistrati ritenuti a rischio attentati, a cominciare da Franco Scuderi che guida come reggente la procura di Reggio e che tra l'altro rappresenta l'accusa nel processo per l'omicidio Fortugno. Sul fronte della faida tra i Nirta-Strangio e i Vottari-Pella culminata con la strage di Duisburg è impegnato con altri colleghi Nicola Gratteri; mentre Roberto Di Palma coordina l'inchiesta sulle infiltrazioni delle cosche negli appalti per i lavori di ammodernamento della Salerno -Reggio Calabria.

tratto da il domani on-line