MASTELLA AL CSM: TRASFERIRE PM DE MAGISTRIS E LOMBARDI

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MASTELLA AL CSM: TRASFERIRE PM DE MAGISTRIS E LOMBARDI  
Il ministro della giustizia Clemente Mastella ha chiesto al Csm il trasferimento cautelare di ufficio per il pm di Catanzaro Luigi De Magistris e del procuratore Capo Mariano Lombardi. La richiesta – secondo quanto si è appreso – è arrivata a conclusione dell' istruttoria condotta dagli ispettori del ministero negli uffici giudiziari di Catanzaro. Avviata dal ministro un'azione disciplinare

Luigi De Magistris
CATANZARO — Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al Csm il trasferimento cautelare di ufficio per il pm di Catanzaro Luigi De Magistris e per il procuratore capo Mariano Lombardi. La richiesta – secondo quanto si è appreso – è arrivata a conclusione dell’istruttoria condotta dagli ispettori del ministero negli uffici giudiziari di Catanzaro. Il procuratore Lombardi e il sostituto Magistris avrebbero compiuto “gravi violazioni deontologiche” nella conduzione di “più procedimenti penali, alcuni dei quali relativi ai magistrati del distretto di Potenza”. Lo sottolinea il ministero della Giustizia che, in una nota, ricorda che “erano stati già raggiunti nei mesi scorsi da più azioni disciplinari esercitate dal pg presso la Suprema Corte di Cassazione per fatti diversi”. Il ministero della Giustizia spiega che “l’iniziativa è stata determinata da ulteriori approfonditi accertamenti dei competenti uffici ministeriali, che hanno dimostrato gravi violazioni deontologiche dei due magistrati”. “La gravità e la pluralità delle condotte” di Lombardi e De Magistris, “e la loro negativa ripercussione sull’efficienza della procura della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro, hanno reso opportuna la richiesta di trasferimento d’ufficio per entrambi”. “Il ministro – prosegue la nota del dicastero di via Arenula – affida al Csm, organo supremo di garanzia della magistratura, la valutazione delle proprie richieste, formulate nell’esclusivo interesse del buon funzionamento della giustizia”. Nei confronti di Lombardi e De Magistris, Mastella ha anche avviato l’azione disciplinare; un passo senza il quale non avrebbe potuto chiedere il trasferimento d’ufficio in via cautelare, spiegano gli addetti ai lavori. La richiesta di trasferire i due magistrati è stata notificata ieri mattina alla sezione disciplinare del Csm. E sempre ieri erano arrivate alla Prima Commissione le conclusioni che gli ispettori avevano già consegnato a Mastella sull’inchiesta compiuta sugli uffici giudiziari lucani e calabresi. Oltre che per De Magistris e per Lombardi – riferiscono le agenzie – gli ispettori avrebbero proposto al Guardasigilli l’avvio dell’azione disciplinare nei confronti di altri tre o quattro magistrati di quegli uffici. De Magistris è il titolare di una serie di scottanti inchieste in cui sono coinvolti importanti personaggi del mondo imprenditoriale e politico. Nelle carte di De Magistris è finito anche il premier Romano Prodi, indagato questa estate per abuso d’ufficio. Il caso dell’estate. Il nome del presidente del Consiglio, Romano Prodi, è stato scritto nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Catanzaro nell’ambito di una inchiesta su un presunto comitato d’affari che avrebbe gestito ingenti finanziamenti europei. Il coinvolgimento del premier nell’inchiesta sul “comitato d’affari” è stato provocato dal ritrovamento e dal sequestro di un cellulare in uso ad Antonino Saladino. Nell’agenda di Saladino oltre ai numeri di altri personaggi già indagati (tra questi i generali della Guardia di finanza, Walter Cretella e Paolo Poletti, Luigi Bisignani iscritto alla loggia P2 e quello del senatore di Fi, Giancarlo Pittelli) quello di Sandro Gozi (ex funzionario dell’Unione europea, assistente politico di Prodi e attualmente suo sostituto in commissione Affari Costituzionali della Camera), Pietro Scarpellini e di Romano Prodi. Il procuratore capo Lombardi di Catanzaro, uslla richiesta del ministro, ha dichiarato: “Non faccio commenti, la situazione è già troppo ingarbugliata”. E De Magistris: “Continuo a lavorare”.

Non si sono fatte attendere le reazioni del mondo politico alla decisione del ministro
Donnici: gravità inaudita. Corbelli: Mastella a casa

«La richiesta del ministro Mastella di trasferimento nei confronti del sostituto procuratore di Catanzaro Luigi De Magistris è di una gravità inaudita. E questo perché il pm De Magistris è sul punto di concludere delicatissime indagini che riguardano i poteri forti calabresi e romani». Lo sostiene, in una dichiarazione, il parlamentare europeo Beniamino Donnici, di Italia dei valori. «Nel formulare la richiesta di trasferimento nei confronti del pm De Magistris – aggiunge Donnici – il ministro Mastella, peraltro, potrebbe trovarsi in palese e clamoroso conflitto d’interessi a giudicare dalle indiscrezioni apparse nei mesi scorsi sulla stampa che riportavano intercettazioni telefoniche relative a colloqui tra lo stesso ministro e indagati eccellenti dell’inchiesta Why Not. Inchiesta che, qualora la proposta di Mastella venisse accolta, potrebbe risultare fortemente compromessa, così come è avvenuto per le precedente inchiesta Poseidone». «Sollecitiamo pertanto il Csm – conclude Donnici – alla massima vigilanza e a un serio approfondimento delle vicende in questione».
Le dimissioni del ministro della Giustizia, Clemente Mastella, sono state chieste dal leader del movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che ha invitato a una «mobilitazione pacifica e democratica per mandare a casa un ministro che, anziché prendere l’aereo di Stato per andare a far visita nel carcere di Reggio Calabria a un giovane detenuto in attesa di giudizio costretto alla sedia a rotelle, che da sette mesi aspetta di essere sottoposto ad un esame di risonanza magnetica, se ne va a Monza a vedere il Gran Premio a spese dei contribuenti portandosi dietro finanche il figlio e altri amici». «Dopo questo caso – ha proseguito Corbelli – e la richiesta del trasferimento del pm De Magistris che indaga sugli amici del ministro della Giustizia, lo stesso Guardasigilli ha il dovere di dimettersi. De Magistris deve restare al suo posto, continuare e chiudere in tempi brevi le sue indagini. Chi deve andare a casa e rispondere del suo operato è il ministro della Giustizia».

da il domanionline