NON SOLO CRITICHE

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Non solo critiche ma anche complimenti.

Sentiamo il bisogno, oltre che il dovere ,di complimentarci con gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Siderno per la brillante operazione che ha portato all'arresto dei due fratelli Zimbalatti ed al sequestro di un arsenale di armi.
Questo lodevole risultato, si è ottenuto nonostante un organico di Agenti,insufficente se rapportato al Vastissimo territorio da controllare.

La lotta alla 'ndrangheta potrebbe avere un ulteriore impulso se, chi di competenza,volesse finalmente ascoltare le richieste di invio nella locride di più uomini e più mezzi.

Il nostro augurio agli Agenti del Commissariato di Siderno non può che essere:

AD MAIORA.

ucceo goretti

Un'operazione del commissariato di Siderno porta alla luce un arsenale nascosto in un terreno
Terra bruciata attorno al crimine

Finiscono in manette due fratelli poco più che ventenni

"Terra bruciata", così è stata ribattezzata l'operazione, condotta dalla squadra di polizia giudiziaria del commissariato di pubblica sicurezza di Siderno, che ha portato all'arresto di due giovani fratelli sidernesi ed alla scoperta di un vero e proprio arsenale. Una sorta di "bazar" delle armi portato alla luce dagli uomini di Rocco Romeo in un appezzamento di terreno di contrada Mirto di Siderno. Un'area nelle dirette pertinenze dell'abitazione dove risiedono con la famiglia Scott Angelo Victor (20 anni) ed il fratello Pierluigi (23 anni).
I due giovani tratti in arresto e che adesso, come disposto dal procuratore della Repubblica di Locri Giuseppe Carbone e dal suo sostituto Giovanna Cannarile, dovranno rispondere del reato di detenzione illegale di armi e munizionamento da guerra. Scott e Pierluigi Zimbalatti, dopo le formalità di rito, sono stati accompagnati presso la casa circondariale di Reggio.
L'operazione "Terra bruciata" è scattata nella tarda nottata di ieri. Quando, poco dopo le tre, un'autovettura sfuggiva ad un posto di blocco effettuato dal pattuglione del commissariato sidernese in servizio di controllo del territorio. L'abilità degli agenti operanti ha consentito di identificare quasi immediatamente l'autovettura ed uno delle due persone che vi si trovavano a bordo.
Gli uomini di Rocco Romeo, dopo un rapido controllo sulla banca dati elettronica della Questura, non hanno avuto dubbi. L'auto che si era allontanata di gran fretta era la Lancia Delta Hf in uso a Pierluigi Zimbalatti.
Una rapida telefonata al sostituto procuratore della Repubblica per ottenerne l'autorizzazione e gli agenti del commissariato sidernese facevano scattare un'attività mirata di perquisizioni domiciliari.
Quella che ha dato i risultati sperati è stata portata a compimento presso l'abitazione dei fratelli Zimbalatti. Nel terreno di contrada Mirto, infatti, i poliziotti portavano alla luce un vero e proprio arsenale. Alcuni pezzi (fra i quali un micidiale Kalshinikov, una pistola Sig Sauer 9 x 21 ed una lupara), secondo la ricostruzione offerta dagli investigatori, erano conservati all'interno dell'incavo di un ulivo secolare distrutto dalle fiamme. Le armi (in perfetto stato di conservazione) erano custodite dentro un involucro di plastica, a pochi passi dall'autovettura di Zimbalatti. Sotto terra, invece, sono stati rinvenuti sette fucili calibro 12, (alcuni dei quali ancora dotati di matricola che gli uomini di Rocco Romeo ritengono essere provento di furti in abitazioni perpetrati nella Locride), un revolver calibro 9 corto, un congegno di puntamento laser per pistola, diverse centinaia di proiettili calibro 7.62 per kalashinikov, 9 x 21 per pistola ed altri calibri (custoditi all'interno di barattoli di vetro), un caricatore per il mitragliatore ed un passamontagna artigianale ricavato da un cappuccio di lana.
fonte giornalistica il Quotidiano di sabato 23 settembre 2006