Disobbedienza civile

 

di Roberto Morrione

L’Editoriale

Disobbedienza civile

Ci siamo e ci saremo. Libera Informazione è in prima linea nella battaglia in corso per far ritirare il disegno di legge sulle intercettazioni. E’ chiaro fin d’ora che, se la norma verrà approvata al termine dei percorsi fra le due Camere, senza che ne sia annullato totalmente il contenuto anticostituzionale e liberticida, riterremo obbligata la scelta della disobbedienza civile. Con il nostro impegno quotidiano, con gli stessi valori che ci hanno fatto nascere, quelli di una “informazione che è libera o non è”, siamo infatti ogni giorno parte attiva dello schieramento che combatte l’illegalità e la disuguaglianza di fronte alla legge. Una battaglia che vede finalmente schierati, al fianco dell’opposizione in Parlamento e dei nuovi dissensi sollevati da Fini all’interno della maggioranza, i giornali di ogni tendenza, come dimostra l’assemblea unitaria dei direttori della stampa italiana, i magistrati, i sindacati, le rappresentanze delle forze di polizia, gli editori, gli scrittori e gli artisti già colpiti pesantemente dalla dissennata politica culturale del governo, le associazioni del volontariato, numerose amministrazioni pubbliche. Fino ad arrivare a quella ostilità espressa a livello europeo e clamorosamente dall’amministrazione degli Stati Uniti, memore degli insegnamenti di Giovanni Falcone e del peso che l’efficace uso giudiziario delle intercettazioni da parte dei magistrati italiani ha nella lotta internazionale al crimine organizzato e al terrorismo.

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«Ma così si intralciano i processi di mafia»

«Ma così si intralciano i processi di mafia»

«La legge sulle intercettazioni? Va migliorata. Così com’è, e al di là degli intenti, che pure ritengo credibili, la norma intralcerà le indagini sulla mafia». Non ha dubbi Giuseppe Pignatone, 61 anni, da due Procuratore di Reggio Calabria, che prosegue di qua dello Stretto l’attività antimafia svolta per decenni a Palermo. Proprio ieri, Pignatone ha ricevuto una lettera di minacce corredata da un proiettile calibro 7,65, ma sono mesi che la sua scorta è in massima allerta. Il Procuratore ironizza su questo ennesimo segnale di sfida – non per niente è siciliano – ma vive con amarezza il trauma che ogni episodio del genere rappresenta per la sua famiglia (che, infatti, non ha voluto con sé a Reggio Calabria).
Processi ordinari e processi di mafia. Corsie differenziate dalle procedure, ma in qualche modo collegate…
Solo una parola sull'”ordinario”: il legislatore ha scelto di privilegiare la privacy rendendo molto difficili le intercettazioni per tanti reati comuni. Non discuto la scelta, pienamente legittima. Però ha almeno due conseguenze: tantissimi reati resteranno senza colpevoli perché viene depotenziato uno strumento d’indagine efficacissimo, quando non indispensabile; inoltre, si perderanno alcune possibilità di indagare sulle cosche, perché un reato può solo sembrare comune: un’estorsione o una rapina possono essere l’iniziativa di balordi o espressione di un racket. Sarebbe bene poterlo appurare.

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Legalità – La forza del popolo

Legalità – La forza del popolo

La cultura della legalità – nella nostra società – va sempre più perdendo la sua presenza e la sua importanza. Una società in cui la criminalità, l’uso di droghe e sostanze stupefacenti, l’indifferenza verso le istituzioni, il razzismo e l’oppressione dei diritti dell’individuo abbrancano sempre più il vivere civile.

E’ dunque più che mai necessario continuare a diffondere un’autentica cultura dei valori civili, del senso delle istituzioni, del rispetto verso l’individuo e ciò che lo circonda, del rispetto delle leggi e delle norme, della lotta ad ogni forma di intolleranza razziale e di ogni diritto violato

E’ compito di ognuno promuovere la legalità e diffonderne il suo valore, proprio per questo abbiamo deciso di iniziare questo percorso con un sit-in in uno dei luoghi che più di tutti possono rappresentare i sentimenti comuni di un popolo che ha voglia di risorgere e che può affidarsi solo alla sua forza, alla sua volontà.

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boss scarcerati: Congiusta chiede risposte a Berlusconi

boss scarcerati: Congiusta chiede risposte a Berlusconi

lettera aperta di Mario Congiusta al Presidente Silvio Berlusconi – inviata stamattina – sulla riforma della giustizia

Egregio Presidente,

da tempo Lei va ripetendo che, passate le elezioni, accelererà la riforma della giustizia. Non voglio entrare nel merito dei contenuti della Sua riforma: abbiamo letto e ascoltato tutto e il contrario di tutto, tra decorrenze dei termini, prescrizioni, intercettazioni e altri istituti di vario genere e di varia utilità.

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