Processo Congiusta-Ventuno testimoni per escludere altri possibili moventi

Print Friendly, PDF & Email

Il procuratore generale Scuderi ha depositato ieri le dichiarazioni di alcuni clienti dell’imprenditore sidernese, ucciso nel 2005

Gianluca-Congiusta-185x240

Di Angela Panzera

“Emergono profili che impongono la necessità di un approfondimento della questione, sia alla luce dell’incompletezza e dei ritardi delle investigazioni, sia alla luce dei principi indicati dalla Suprema Corte”.

Questo è quanto hanno motivato nell’ordinanza i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Reggio Calabria, presieduta da Roberto Lucisano con a latere Maria Luisa Crucitti, che ieri hanno disposto l’acquisizione nel fascicolo del dibattimento della corposa documentazione prodotta dal sostituto procuratore generale Francesco Scuderi che in udienza ha depositato numerosi verbali di sommarie informazioni raccolte dal Commissariato di Siderno impegnato nelle indagini sull’omicidio di Gianluca Congiusta, l’imprenditore assassinato a Siderno il il 24 maggio del 2005. Verbali grazie ai quali bisognava cercare, se possibile, di chiarire le circostanze in cui sarebbe maturato l’omicidio così come chiesto dalla Corte di Cassazione, che aveva annullato la sentenza di condanna, in relazione all’omicidio, per il boss Tommaso Costa, difeso dal legale Sandro Furfaro. Quei verbali, raccolti da Francesco Giordano, all’epoca vice dirigente del commissariato di Polizia di Siderno, contengono le testimonianze di tutti coloro che avevano versato assegni a Gianluca Congiusta. Lui, proprietario di un negozio di telefonia, con l’ultimo bilancio datato 2004-2005 aveva segnato un volume d’affari di circa 4 milioni. Quelle persone si rifornivano da lui, acquistando cellulari e schede telefoniche. Così avevano versato quegli assegni, che ammontavano a circa 40mila euro. Ordinaria amministrazione per un imprenditore, ma alla luce della richiesta di Cassazione occorre chiarire ogni singolo passaggio e quindi quei pezzi di carta e quelle testimonianze diventano importanti per prendere in considerazione un possibile movente alternativo. Prima delle risultanze investigative che poi porteranno all’indagine “Lettera Morta”, gli inquirenti valutarono sia la pista passionale ma anche un possibile giro d’usura, però mai provato neanche durante il processo di primo grado svoltosi a Locri. La Procura generale ci vuole vedere chiaro e non vuole lasciare dentro alcun dubbio in merito ed è per questo che, oltre alla richiesta di acquisizione di quelle testimonianze, ha ottenuto dalla Corte d’Assise d’Appello, l’ammissione di ventuno testimoni che a partire dal 15 dicembre sfileranno a Piazza Castello per chiarire alcune specifiche circostanze e soprattutto i rapporti commerciali che li legavano, attraverso quegli assegni, a Gianluca Congiusta. La Corte inoltre, si è riservata di riconvocare, qualora ne ravvisasse i presupposti, sul banco dei testimoni il vice questore aggiunto Francesco Giordano.