‘Ndrangheta: “Le vie per non dimenticare”, manifestazione promossa da Libera a Pianopoli Domenica 19 Maggio 2013

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‘Ndrangheta: “Le vie per non dimenticare”, manifestazione promossa da Libera a Pianopoli

Pianopoli, 19 maggio – L’evento organizzato a Pianopoli dall’amministrazione comunale e da alcune associazioni come Libera, in merito all’intitolazione di alcune vie del paese a diciassette vittime della criminalità organizzata, è stato mosso da un titolo eloquente come “Le vie per non dimenticare”. Perché ci sono strade che la memoria percorre a passo d’uomo, sulle orme di un estremo sacrificio. Ci sono strade che prendono il nome di quegli uomini di passaggio su questa terra che ingurgita il loro sangue innocente, e che ne restituisce un indirizzo perpetuo su mappe come ricordi, che però non s’accartocciano facilmente. Come quelle testimonianze che hanno dettato il passo alla giornata di sabato.

 A cominciare dai lametini Maria Tramonte e Francesco Cristiano, rispettivamente figlia e fratello di Francesco e Pasquale, i due netturbini trucidati un’alba di maggio costernata e macchiata, come gli interni di quella camionetta su cui, la complicità tra politica e ‘ndrangheta, li ha condannati a giacere riversi in un unico abbraccio. “Due colombe pure e innocenti nella pace dei giusti, ma che gridano ancora in volo la loro sete di giustizia”, è la conclusione dell’intervento di Maria, mentre Francesco denuncia l’apatia inquirente che non si cura della comparsa sulla scena “di un pentito attendibile”.

C’è Vincenzo Talarico, figlio di un’altra vittima lametina, Antonio Raffaele Talarico, la guardia giurata colpita mortalmente alle spalle presso il cantiere dove lavorava. Alle spalle, per non guardare l’innocenza in volto. O negli occhi di uno sguardo lancinante la coscienza, come quelli grandi e neri sotto i riccioli di Gianluca Congiusta, assassinato a Siderno il 24 maggio del 2005: “Da quel giorno un’intera famiglia non fa che sopravvivere”, sono le parole del padre Mario. 

Matteo Luzza racconta invece la triste vicenda del fratello, “ucciso per la cosa più bella al mondo”: ventenne innamorato della cognata di un boss, il povero Giuseppe ha dovuto subire, prima di morire sotto i colpi di pistola, la tortura di essere cosparso di benzina e arso vivo. “Voglio raccontarlo nei dettagli più cruenti – spiega Matteo – per far capire di che pasta sono fatti”. Sei esecutori ed un mandante, tutti condannati “anche a non poter essere perdonati”.  

Nella giornata conclusiva di oggi, domenica, è stata celebrata la Santa Messa alla quale ha partecipato don Luigi Ciotti, presidente di Libera. Un incontro tra sacralità e impegno, di momenti in cui la preghiera del religioso di trincea si rivolge allo Spirito per far “luce nella politica, luce sull’autoreferenzialità, luce nella Chiesa perché ritrovi il coraggio”. E la Chiesa sta tutta lì, assisa sul lungo corso di Pianopoli, mentre l’altare è un palco che s’erge sulle coscienze. “Non li hanno uccisi, sono ancora vivi”, è la benedizione di Don Luigi, nella dedizione al corpo e al sangue di diverse eucarestie.

Dopo la celabrazione, il sindaco di Pianopoli, Gianluca Cuda, visivamente commosso invita i cittadini a non preservare “l’ascolto dei propri figli dai racconti drammatici di quelle testimonianze”, e annuncia la pedagogia di una “petizione contro registi e produttori di film che esaltano figure di criminali”.

Dopodiché si accinge a consegnare le targhe commemorative ai familiari delle vittime a cui sono state intestate le diciassette vie. Le due famiglie Tramonte e Cristiano, si stringono attorno alle parole dure e concise di Stefania, figlia di Francesco: “Ringraziamo la sensibilità di ricordare soprattutto le vittime più umili – è l’incipit che annuncia il colpo a ferire – ma invito i politici, qui presenti, a ricordare i nostri cari ogni giorno, non solo in prossimità delle elezioni”. Anche i Talarico di Lamezia, per bocca di Ruggero, sferzano i politici “a non disattendere normative che riguardano i familiari”. In prima fila, sotto il palco, distrattamente sfilano quei recapiti. 

Pasquale Allegro


17 vie per 17 vittime di ‘ndrangheta

Rocco Gatto, ucciso il 12/03/1977. Gianluca Congiusta, il 24/05/2005. Giuseppe Marino, il 16/04/1993. Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, il 24/05/1991. Carmelo Di Giorgio e Primo Perdoncini, colpiti il 5/01/1979 e deceduti il 5 e il 6 gennaio 1979. Giuseppe Maria Bicchieri e Mariangela Ansalone, uccisi l’8/05/1998. Giovanni Ventra, il 27/12/1972. Antonio Raffaele Talarico, il 2/09/1988. Donald Mackay, il 15/07/1977. Salvatore Aversa e Lucia Precenzano, il 4/01/1992. Giovanni Losardo, colpito il 21/06/1980 e morto il giorno successivo, 22/06/1980. Francesco Ferlaino, ucciso il 3/07/1975. Giovanni Mileto, il 7/11/1987. Sergio Cosmai, il 13/03/1985. Giuseppe Valarioti, l’11/06/1980. Bruno Caccia, il 26/06/1983. Bruno Vinci, il 14/04/1980.

Fonte: il lametino.it