Delitto Congiusta, in aula il pentito Costa

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Delitto Congiusta, in aula il pentito Costa

05/02/2013

Ma il confronto con il fratello salta per via della febbre

Delitto Congiusta, in aula il pentito Costa

La febbre che ha deabilitato l’imputato Tommaso Costa  ha fatto saltare al prossimo 22 febbraio l’atteso primo esame testimoniale del fratello Giuseppe Costa, che dall’agosto scorso collabora con la giustizia.

Ieri, infatti, era prevista l’escussione del 63enne dichiarante davanti alla Corte d’assise di appello di Reggio Calabria, davanti alla quale è in atto il processo di secondo grado per il delitto di Gianluca Congiusta. Per quell’omicidio, consumatosi nel maggio del 2005 a Siderno, Tommaso Costa (cl. 59), è stato condannato in primo grado all’ergastolo, quale presunto esecutore materiale, mentre il suo braccio destro, Giuseppe Curciarello, ha subìto una pena a 25 anni per il solo reato di associazione dedita al narcotraffico.
All’udienza dello scorso 20 dicembre, il Pg Francesco Mollace, che aveva già concluso chiedendo la conferma delle condanne di primo grado, aveva chiesto e ottenuto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale da parte dei giudici della Corte reggina (presidente Bruno  Finocchiaro, giudice a latere Gabriella Cappello), proprio per sentire il nuovo collaboratore di giustizia. L’accoglimento dell’esame di Peppe Costa, ieri presente in video collegamento da un luogo riservato, è stato come fosse un fulmine a ciel sereno che è andato ad impattare su un processo che si stava avviando alle conclusioni, dopo gli interventi dei legali di parte civile, tra cui l’avv. Giuseppe Sgambellone, nonché dell’avv. Maria Candida Tripodi, nell’interesse di Tommaso Costa, e il prof. Dario Grosso per Curciarello, imputato per il quale rimane ancora in sospeso l’intervento dell’avv. Leone Fonte, che tra luglio e dicembre in due distinte udienze non ha discusso per l’adesione, in una circostanza, allo sciopero delle Camere penali.