‘ndrangheta 6 arresti a reggio calabria-tra gli arrestati un consigliere comunale

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‘ndrangheta 6 arresti a reggio calabria-Tra gli arrestati un consigliere comunale

”L’attentato a Nucera frutto di collaborazione tra Plutino e la cosca Borghetto-Caridi-Zindato”. La procura colpisce il vertice della famiglia vicina al clan Libri

di Francesco Creazzo – Sei arresti e un fermo per associazione a delinquere di stampo mafioso. In questi provvedimenti si concreta l’attività investigativa della procura di Reggio, oltre che di Polizia e Carabinieri.

La notizia, è chiaro, è innanzitutto quella dell’arresto di Giuseppe Plutino (sospettato di concorso esterno). Consigliere comunale da ben tre legislature in quota Pdl, Plutino (peraltro parente dei fratelli Condemi) sarebbe, secondo gli inquirenti, il referente politico della cosca Borghetto-Caridi-Zindato (“sezione” della più ampia consorteria Libri).

 

L’occupante degli scranni di Palazzo San Giorgio “forniva – così eloquentemente si esprime l’ordinanza della magitratura – un concreto, specifico, consapevole e volontario contributo…come referente politico del sodalizio, era destinatario delle preferenze elettorali ricevute sia dagli affiliati, sia da parte di terzi, ma raccolti in suo favore dagli esponenti della cosca nel corso di varie consultazioni elettorali, con particolare riferimento a quelle per l’elezione del consiglio comunale di Reggio Calabria del maggio 2011,  anche mediante sistemi di alterazione della libera competizione elettorale e i controllo ella libertà di voto”.
Tale tesi emergerebbe da un più complesso e articolato quadro probatorio che, come ha spiegato in conferenza stampa il procuratore Pignatone, “ prende le mosse dall’operazione Crimine, nella quale sia i fratelli Condemi che gli altri arrestati intrattenevano conversazioni telefoniche intercettate con Domenico Oppedisano”.
In particolare, i magistrati inquirenti sostengono la seguente tesi: i fratelli Condemi, assieme a Calderazzo, Rotta e Lombardo, avrebbero messo in atto numerosi delitti, tra i quali l’atto intimidatorio ai danni del consigliere regionale Giovanni Nucera, per controllare il territorio attraverso la forza intimidatoria del vincolo associativo, l’influenza sulle elezioni comunali di Maggio 2011, l’attività diretta a falsare la libera concorrenza economica. Il quadro probatorio che emerge, nello specifico, fa riferimento ad alcuni episodi particolari che dimostrerebbero i capi d’accusa formalizzati.

La vicenda Nucera

Secondo gli investigatori il consigliere regionale in quota Pdl, Giovanni Nucera, sarebbe stato avvicinato da Domenico Condemi e Giueppe Plutino al fine di ottenere vari favori direttamente legati agli affari della cosca Borghetto-Caridi-Zindato. Avrebbero infatti costretto Nucera ad assumere all’interno della struttura del gruppo consiliare regionale Pdl Maria Cuzzola, nipote di Eugenio Borghetto; al rifiuto di Nucera Condemi non avrebbe reagito bene: da una specifica denuncia dello stesso consigliere regionale, infatti, emergerebbe la diretta responsabilità del presunto esponente della ndrangheta per ciò che riguarda l’intimidazione subita da Nucera. Sul cofano dell’auto del consigliere regionale, come i più attenti ricorderanno, fu trovata l’anno scorso una tanica di benzina con tanto di miccia. L’ipotesi dei magistrati nei confronti del consigliere comunale è che Plutino, presentandosi a Nucera nella qualità di alleato politico, avrebbe caldamente, seppur cortesemente, consigliato l’assunzione di Maria Cuzzola al “fine di favorire la cosca”.

Il controllo del territorio

Al di là della ipotizzata partecipazione di Plutino, alle attività criminali, vengono addebitate ai destinatari dei provvedimenti odierni responsabilità per fatti criminosi di tipo più tradizionalmente mafioso”: sotto la guida di Leo Caridi, che gli inquirenti identificano come reggente della cosca, i soggetti arrestati avrebbero gestito una serie di attività al fine di controllare i quartieri di Modena, Ciccarello e S. Giorgio Extra. Tra i fatti criminosi contestati, l’intimidazione a una nota gioielleria, i cui gestori, essendosi rifiutati di contribuire alle spese per la festa patronale di Gallicianò, si sono poi visti sparare la serranda dell’attività da Domenico Condemi, sempre stando alla tesi degli inquirenti. Sono state sequestrate ai presunti affiliati, inoltre, ben quattro imprese commerciali dedicate alla produzione di dolciumi, caffè, o alla rivendita ortofrutticola. I presunti rei si sarebbero avvalsi della forza intimidatoria dell’associazione a delinquere per favorire le attività economiche i queste imprese.

‘’Stiamo continuando a colpire – ha detto il procuratore capo di Reggio Giuseppe Pignatone durante la conferenza stampa di stamane in Questura – quelle stesse aree che abbiamo dipinto chiaramente con l’operazione ‘’Il Crimine’’, cioè quelle delle grandi dinastie mafiose e di quella ‘’zona grigia’’ a loro legata. Si tratta di un duro colpo per le cosche reggine perché questa consorteria in particolare, essendo già stata provata dei due ‘’boss’’ attualmente detenuti, si affidava a un reggente che abbiamo fermato proprio con l’operazione di oggi’’.


I nomi degli arrestati (per l’ultimo soggetto trattasi di provvedimento di fermo):

Condemi Domenico (Cl. ’76)
Condemi Filippo (Cl. ’74)
Calderazzo Rosario (Cl. ’70)
Rotta Vincenzo (Cl. ’53)
Lombardo Vincenzo (Cl. ’73)
Plutino Giuseppe (Cl. ’64)
Caridi Leo (CL.’61)

fonte: strill.it