La ‘ndrangheta e l’avvocato suicida Società del riciclaggio domiciliata a Varese

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La ‘ndrangheta e l’avvocato suicida
Società del riciclaggio domiciliata a Varese

VARESE Un’inchiesta sul riciclaggio di beni della ‘ndrangheta, il suicido di un avvocato. E’ un giallo a tinte fosche quello della nuova indagine sulla mafia calabrese che ha portato a dieci arresti sull’asse Milano Reggio Calabria. E che riguarda, almeno in parte, anche Varese.

Il riciclaggio è relativo all’occultamento di beni immobili del clan Gallico in una società, la Zenas Llc, con sede a Wilmington, nel Delaware, stato Usa scelto per la presenza di una normativa vantaggiosa per chi deve nascondere la vera proprietà di qualche possedimento. Il suicidio è del luganese Daniele Borelli che risulta essere stato il legale rappresentante della stessa società. Il legame con la città è una domiciliazione in una via del centro della Zenas in occasione di una vendita di immobili che farebbero capo, appunto, a persone legate alla ‘ndrangheta.

Protagonista della vicenda, secondo quanto viene spiegato nell’ordinanza di custodia cautelare ottenuta dalla Dda di Milano ed eseguita la settimana scorsa, è l’avvocato Vincenzo Minasi, con studi a Milano, Como e Palmi, uno dei destinatari del provvedimento, che si sarebbe prestato per una operazione di riciclaggio a favore della potente famiglia dei Gallico. Lo strumento scelto dal legale è la Zenas Llc, costituita nel luglio 2007 il cui rappresentante era Borelli. Dell’avvocato svizzero nelle carte si dice che bisognava accertare quanto fosse consapevole della situazione in cui si trovava. Non solo, a un certo punto Minasi ne parla ai suoi clienti come “l’anello debole” della catena del riciclaggio, facendo capire che forse era meglio sostituirlo con un uomo di provata fiducia. Dalle intercettazioni si evince che la società in cui nascondere i beni della ‘ndrangheta per sottrarli a un eventuale sequestro doveva avere sede negli Usa, perché lì non c’era la possibilità di risalire ai veri proprietari dei beni. In Svizzera, ad esempio, per i reati di mafia, “non c’è neanche il segreto bancario”. In caso di richiesta di assistenza da parte dell’Italia le autorità elvetiche avrebbero dovuto scoprire le carte. In America gli inquirenti dovrebbero fermarsi “al portatore”, senza arrivare ai proprietari. Utilizzando un prestanome, Giuseppe Surace, alias “Pastasciutta”, vengono venduti terreni proprio alla Zenas. Gli inquirenti hanno rinvenuto un documento del marzo 2008 nel quale si attesta la vendita di diversi beni immobili (terreni) di Palmi, ceduti da Surace e dalla moglie. Secondo l’atto di vendita citato nell’ordinanza di custodia, stipulato da un notaio di Milano, la Zenas Llc aveva un domicilio a Varese in via Volta 6. Un elemento che, però, nelle carte non viene precisato ulteriormente. Della società non c’è traccia di registrazione nei registri della Camera di commercio, né si sa chi siano gli eventuali referenti varesini.

Paolo Rossetti