Il contrabbando di gasolio dei fratelli Camastra: ne beneficiavano anche le cosche

Print Friendly, PDF & Email

Il contrabbando di gasolio dei fratelli Camastra: ne beneficiavano anche le cosche

Mercoledì 16 Novembre 2011 13:07

di Claudio Cordova –

Centocinquantamila euro evasi, mediamente, per ogni settimana, venticinque milioni di litri di gasolio contrabbandati. I fratelli Domenico e Giovanni Camastra, originari di Locri, avevano messo in piedi un cospicuo business illecito, fatto di traffici illeciti, truffe ed evasioni fiscali. I due sono stati fermati all’alba dalla Guardia di Finanza che ha dato esecuzione a un provvedimento di fermo emesso dalla Dda di Reggio Calabria. Un contesto assai complesso quello scoperchiato dall’indagine “Oro Nero”, curata dal sostituto procuratore Roberto Di Palma. Oltre ai due fermi, infatti, l’inchiesta consta anche di quaranta persone denunciate a piede libero, tra cui diversi elementi ritenuti contigui alla criminalità organizzata. Contestualmente la Guardia di Finanza ha anche sequestrato la holding e le sei società a essa connesse, riconducibili ai fratelli Camastra: tutto per un totale di 350 milioni di euro.

Il meccanismo comportava la falsa denaturazione (e, quindi, colorazione) del gasolio, venduto come carburante agricolo e, quindi, gravato da imposte meno esose. In realtà, il prodotto pur scontando imposte (IVA ed accisa) ad aliquote agevolate é stato fraudolentemente destinato agli usi ordinari. La mancata colorazione ha permesso all’organizzazione criminale di eludere e vanificare i controlli in ogni fase della filiera commerciale (trasporto, cessione agli intermediari commerciali, cessione ai grossisti, cessione ai dettaglianti, vendita ai consumatori finali), in quanto il prodotto, non presentando le particolari caratteristiche cromatiche del gasolio agricolo, appariva legittimamente destinato al consumo per gli usi ordinari. Il gasolio, dunque, veniva venduto a soggetti che non avrebbero avuto titolo per acquistarlo. Il gruppo “comandato” dai fratelli Camastra, peraltro, avrebbe simulato la vendita del carburante a soggetti che, invece, avrebbero avuto tutti i titoli per l’acquisto: un meccanismo messo in atto per coprire le proprie tracce.

Un sistema piuttosto articolato, dunque, che ha portato ingenti profitti illeciti da parte dell’organizzazione criminale, fondamentalmente quantificabili nel danno patito dall’Erario a causa della fruizione indebita di esenzioni ed agevolazioni d’imposta e che, per il solo periodo oggetto delle indagini, ammonta ad oltre 12 milioni di Euro. Il business scoperto dall’indagine “Oro Nero”, peraltro, avrebbe prodotto anche un inquinamento dell’economia legale e del mercato concorrenziale del settore, agevolando anche le cosche. Ai soggetti coinvolti, infatti, il pm Di Palma contesta anche le aggravanti mafiose previste dall’articolo 7 della legge 2003 del 1991: esponenti di spicco della criminalità organizzata calabrese hanno partecipato al lucroso e illecito affare del commercio di gasolio “agevolato”, intervenendo nelle varie fasi della filiera commerciale nella veste di intermediari ovvero di clienti finali, traendo, pertanto, profitto dalla illecita attività. In particolare, significative sono le risultanze delle indagini in ordine al ruolo di intermediario nella distribuzione del gasolio “in nero”, nella piana di Gioia Tauro e nel rosarnese, assunto da Marco Mazzitelli e Domenico Sibio, ritenuti esponenti della cosca Pesce. Ma nell’indagine sono finiti anche soggetti vicini ai Crea di Rizziconi, come Giovanni Corrado e agli Aquino-Coluccio, dell’area ionica, come Antonio Stefano.

E l’indagine “Oro Nero”, curata dal pm Di Palma con la supervisione del procuratore aggiunto Michele Prestipino, testimonia, ancora una volta, come la ‘ndrangheta non disdegni alcun settore, dato che l’importante, per le cosche, è fare profitto. Con tale sistema, peraltro, le cosche potevano entrare nel mercato anche senza la “classica” imposizione violenta, di chiara matrice mafiosa. La possibilità di ottenere il rifornimento di gasolio a prezzi bassi metteva in condizioni le aziende di offrire i propri servigi a prezzi più che concorrenziali.

fonte: Strill.it