Processo breve: sì della Camera che offende la memoria

Diversi comitati, dai parenti delle vittime della casa dello studente dell’Aquila, ai parenti delle vittime dell’incidente ferroviario nella stazione di Viareggio, ma anche le vittime dei reati societari come Cirio e Parmalat, si sono radunati davanti a Montecitorio per opporsi al “Processo Breve”. Temono il provvedimento che potrebbe vedere cancellati i processi suller esponsabilità delle morti causate dai crolli del terremoto. Vedono presentarsi davanti ai loro occhio uno spettro che li accomuna ad altri famigliari, da quelli di Viareggio, a quelli della ThyssenKrupp. Una protesta composta, ma arrabbiata, quando la maggioranza prima ha bocciato l’emendamento presentato da Pd, Idv e Fli per stralciare i processi sensibili dall’applicabilità della nuova normativa, poi ha votato il processo breve.
“Stiamo con gli striscioni e le foto dei nostri morti appese addosso. E’ il modo più diretto per far capire quanto c’è stato portato via – ha detto Antonietta Centofanti in rappresentanza dei parenti delle vittime della casa dello studente – Questa operazione giudiziaria è un’offesa alle nostre vittime ed è funzionale solo al capo del governo. Ci chiediamo a cosa serve bloccare il parlamento in modo ossessivo per una legge che è solamente un salva condotto”.
Lo Stato non ha protetto i nostri figli e ora ci nega anche la giustizia, ci nega anche la possibilità di sapere perché sono morti”. A parlare è Sergio Bianchi, papà di uno dei tanti giovani morti durante il terremoto dell’Aquila, che oggi sta partecipando al sit-in contro il processo breve organizzato dal popolo viola in piazza Montecitorio. Bianchi, che insieme alla moglie si tiene un po’ in disparte rispetto agli altri manifestanti, ci tiene comunque a ricordare il suo dramma personale: “E’ importante sostenere questa manifestazione per i diritti di noi cittadini – afferma – perché con questo processo breve viene meno la giustizia nei nostri confronti. Mio figlio è morto a L’Aquila, in una casa privata e con questa legge poiché i sette indagati per mancato allarme sono tutti incensurati non verranno mai processati. Non é giusto”. Ma i genitori dell’Aquila non sono gli unici a stare in piazza affianco del popolo viola: “Mio fratello e mia cognata sono morti durante ‘l’esplosioné della case di Viareggio il 29 giungo 2009 – gli fa eco un’altro manifestante, Silvano Falorni – dopo il deragliamento di un treno cisterna che conteneva Gpl. Così il processo non avrà luogo perché i colpevoli della Ferrovie dello Stato sono tutti incensurati. Questa legge ci nega la giustizia”.
“L’istituzione del cosiddetto processo breve lede i principi fondamentali della giustizia e penalizza, in particolar modo, i parenti delle vittime del terremoto dell’Aquila”. Questo il commento dell’assessore alle Politiche sociali del Comune dell’Aquila, Stefania Pezzopane, che ha rappresentato la giunta municipale del capoluogo abruzzese alla manifestazione di oggi a Roma, davanti alla Camera dei Deputati, contro la proposta di legge sul cosiddetto processo breve, in discussione a Montecitorio.
L’esecutivo del Comune capoluogo d’Abruzzo si è costituito parte civile nei procedimenti in corso. “E’ un’offesa all’Italia, alla sua Costituzione repubblicana, alle istituzioni e, per quanto ci riguarda, anche ai morti dell’Aquila a causa della tragedia del sisma – ha commentato Pezzopane – e in questo senso è assolutamente vergognoso che sia stata respinta una proposta del gruppo parlamentare del Pd, finalizzata proprio a escludere i processi connessi al sisma dell’Aquila dall’applicazione di una legge che mi auguro, e lo spero fino all’ultimo, che non venga approvata”. Secondo Stefania Pezzopane “questa mossa della maggioranza parlamentare, che ha come unico obiettivo quello, consueto, di costruire uno scudo per permettere al Presidente del Consiglio dei Ministri di sfuggire ai magistrati, crea una seconda tragedia per L’Aquila. Soprattutto – ha concluso l’assessore aquilano – uccide anche la memoria delle vittime del sisma e mortifica le loro famiglie, che pretendono, a ragione, che la giustizia stabilisca le eventuali responsabilita'”.”.
Diverse prese di posizione sul “Processo breve”. A partire dall’On. Giovanni Lolli, alla Camera dei Deputati. Questo è uno stralcio dell’intervento: “Signor Presidente, vorrei che dedicaste un po’ di attenzione ad un aspetto particolare di questo provvedimento, quello che ci sarà su quei processi che hanno un grande valore civile nel nostro Paese, quelli contro i responsabili dei disastri. Ve ne cito tre: processo per gli otto morti della ThyssenKrupp, processo per i ventitre morti di Viareggio nell’incidente ferroviario, processo per i morti dell’Aquila, convitto nazionale, casa dello studente, case cadute. Sono processi lunghi e complessi, vi ricordo che quando ci fu l’amnistia questo tipo di reati fu escluso dall’amnistia. Con questa proposta di legge quei processi sono tutti avviati alla prescrizione, valutate questo effetto collaterale che determinerete di togliere alle famiglie di questi morti la possibilità e la speranza di avere giustizia».
La maggioranza ha bocciato l’emendamento sull’Aquila 21. Il Pd chiede ai parlamentari della maggioranza di sostenere l’emendamento al processo breve che stralcia dal provvedimento i reati legati a stragi come quella dell’Aquila, ma la memoria delle vittime è forse più debole, politicamente, di altro, dice Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera: «C’è l’occasione evitando di votare contro questo emendamento o non partecipando al voto di stralciare almeno i reati commessi da chi ha causto la morte di cittadini innocenti a L’Aquila. Fatelo per i cittadini dell’Aquila», ha detto sull’emendamento sottoscritto anche da Idv e Fli. Ma l’invito non è stato seguito dalla maggioranza che ha bocciato l’emendamento.
Francesco Paolucci
13
aprile