La condanna a un ergastolano quattro anni per scrivere sentenza

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‘NDRANGHETA

La  condanna a un ergastolano
quattro anni per scrivere sentenza

Giuseppe Belcastro era stato condannato al massimo della pena nell’inchiesta legata alla faida di Sant’Ilario nella Locride. Resta in carcere per un’altra condanna

La  condanna a un ergastolano quattro anni per scrivere sentenza

Giuseppe Belcastro

REGGIO CALABRIA – Quattro anni per scrivere una sentenza di ergastolo. Un condannato per reati di mafia legati all’inchiesta sulla faida di Sant’Ilario, che nella Locride ha provocato diversi omicidi, poteva tornare libero per scadenza dei termini di custodia cautelare. Resta però in carcere per un’altra sentenza passata in giudicato.

50 anni, condannato all’ergastolo dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria il 3 marzo del 2006, è uscito dal carcere, riferisce la Gazzetta del Sud. Non solo: avrebbe anche goduto anche di un permesso breve per le feste di Natale, raggiungendo i propri familiari residenti nel reggino.

Le motivazioni della sentenza d’appello con cui Belcastro è stato condannato alla pena massima sono stati depositati quattro anni e mezzo dopo l’emissione della sentenza, avvenuta nel marzo del 2006. Un ritardo che ha causato l’uscita dal carcere anche di un altro imputato del processo ‘Prima Luce’ per la faida di Sant’Ilario, Luciano D’Agostino, condannato a 15 anni di reclusione.

L’eccessivo ritardo nel deposito della motivazione della sentenza era stato denunciato in una interrogazione parlamentare, nello scorso mese di novembre, dalla deputata di Futuro e libertà Angela Napoli che aveva chiesto l’avvio di un’ispezione nella Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria. La parlamentare ricorda di avere “presentato due interrogazioni sul caso del macroscopico ritardo nel deposito della motivazione della sentenza del processo ‘Prima Luce’ sulla faida di Sant’Ilario” e di non avere “mai ricevuto risposta. In questo modo – denuncia – si garantisce il procrastinare della criminalità organizzata e la mancanza di fiducia nella giustizia da parte dei cittadini”.

Anche la Procura di Reggio Calabria aveva già segnalato alla Corte d’appello i ritardi nel deposito della motivazione della sentenza ‘Prima luce’. Secondo alcune fonti, in particolare, il giudice estensore Enrico Trimarchi “non è nuovo a ritardi nel deposito delle motivazioni delle sentenze”. Dopo la scarcerazione di Belcastro, la Procura scriverà nuovamente alla Corte d’appello per segnalare le “gravi anomalie” legate ai ritardi nel deposito della sentenza.

(27 dicembre 2010)