“Acri e i suoi preparavano un attentato a un magistrato”

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“Acri e i suoi preparavano
un attentato a un magistrato”

‘Ndrangheta a Bologna, dopo l’arresto del boss di Rossano Calabro il ritrovamento di un arsenale a Castel Maggiore agita la Procura di Catanzaro: “Troppo plastico per un’estorsione in stile ‘ndrangheta”. Preso un altro fiancheggiatore

di CARLO GULOTTA

L’arsenale della ‘ndrangheta nascosto in un anonimo condominio a Castel Maggiore serviva per un attentato. E molto probabilmente l’obiettivo era un magistrato calabrese, forse uno degli uomini di legge più impegnati nella lotta contro le ‘ndrine. A sospettarlo sono gli inquirenti di Catanzaro, che sabato pomeriggio, dopo tre anni d’indagini laboriosissime, hanno arrestato in città con la collaborazione della Dda di Bologna il superboss di Rossano Calabro Nicola Acri. Ciò che preoccupa i magistrati è l’enorme quantità di esplosivo scoperto nell’appartamento dove abitava l’armiere, Giuseppe Frassino, fiancheggiatore di “Occhi di ghiaccio”. “E’ davvero molto improbabile che tutto quel plastico – riferisce a Repubblica una qualificata fonte investigativa – fosse destinato ad attentati per estorsioni in Calabria, dove tradizionalmente, per mandare un segnale a chi non paga il pizzo, è sufficiente incendiare un negozio o un’auto. Qualcosa non torna. La nostra attenzione sul caso Bologna è altissima”.

Bologna, la santabarbara in un appartamento Acer in provincia, il contratto intestato a un infermiera del Sant’Orsola: niente di più “invisibile”, insomma. L’altra notte gli uomini del Ros hanno fermato un altro “fiancheggiatore” del boss: si chiama Roberto Ammirato, ha 37 anni, fa il barista e ha un lontanissimo precedente di polizia. Insomma, un altro insospettabile. Ma per gli inquirenti, oltre ad essere l’uomo di collegamento fra Acri e l’armiere, sarebbe colui che avrebbe materialmente consegnato le cinque pistole e l’esplosivo a Frassino. Dunque un uomo particolarmente fidato nella geografia del clan, mentre Frassino sarebbe solo una “testa di legno”, indotto a conservare la santabarbara per via delle sue cattive condizioni economiche. Per questo, nonostante a casa sua e nemmeno nel bar sia stata trovata nessuna bocca da fuoco, Ammirato, parente di un pregiudicato pilastrino, Sebastiano Corso, arrestato in passato per una serie di assalti ai bancomat, è stato fermato per detenzione di armi e favoreggiamento.

A Bologna, Nicola Acri stava organizzando la logistica per un’attività commerciale nel settore della distribuzione alimentare. Cercava magazzini per il caffè, un’attività particolarmente lucrosa già saldamente nelle sue mani in Calabria. Si stava inserendo nel tessuto economico bolognese. E lo faceva mentre era latitante. Da sei mesi.