Tragedie e tragediatori nell’operazione “Mithos 2”-Cappellani nell’operazione “Cosa mia”

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Tragedie e tragediatori nell’operazione “Mithos 2”-Cappellani nell’operazione “Cosa mia”
 
costa-tommaso
Tommaso Costa

Gennaio 2004
Caro fratello, senti quello che ti dico…”

“caro fratello…” era il 9 gennaio 2004, 501 giorni prima dell’omicidio di Gianluca Congiusta.
Tommaso Costa nel carcere di Palmi (cappellano l’ormai famoso Don Silvio Mesiti), riceveva una lettera della sorella Teresa,la cui trascrizione è inserita nell’ordinanza di custodia “Mithos 2” firmata dal GIP Maria Rosaria Di Girolamo.
“Caro fratello, vedi che a Siderno c’è una lettera ddicendo che forse e scritta dalle tue mani e doveva venire il tuo avvocato(in qualche caso gli avvocati diventano ambasciatori,portano “‘mbasciati” a dirti se lai fatta tu senti quello che ti dico semprese vuoi nega questa lettera la presa la moglie dalla quale se la data a suo genero che è quello dei telefonini e Gianluca Congiusta sempre come al solito stai attenti.Adesso ti saluto e ti abbraccio…”.
E’ la stessa lettera,quella di cui Teresa Costa fa menzione nella sua missiva,che rappresenta uno degli argmenti cruciali del processo che vuole imputato Tommaso Costa per l’efferato assassinio del giovane di Siderno.Sottoposto in Corte d’assise all’esame del PM Antonio De Bernardo lo scorso 10 maggio,costa ha rinnegato la paternità di quello scritto dal quale si dipana di fatto tutta la vicenda di Gianluca Congiusta.
la sorella lo avvisava(“vedi che cè una lettera”)e poi lo raccomandava(“tu senti quello che ti dico…”).
In carcere, così come emerge dalle intercettazioni dell’operazione “Mithos 2”,successivamente al 9 gennaio 2004 Tommaso Costa ne avrebbe parlato con altri parenti o interlocutori,continuando a negare di esserne l’autore.
Una linea difensiva che l’ha condotto fino in dibattimento,dove ha ribadito di essere stato- “vittima di una tragedia”-
Non una Tragedia, vera, come quella di Gianluca ma una “tragedia” di malavita messa in piedi da “certi individui”,come sarebbe avvenuto anche altre volte-ha riferito in aula alludendo alla storica faida con i Commisso-,”che ci ha fatto soffrire”.NdR – Tommaso Costa, mentre si trova detenuto,sposa Adriana Muià, condannata nel procedimento “lettera Morta”per associazione di stampo mafioso.
A benedire queste nozze, sempre il famoso Don Silvio Mesiti ,cappellano del Carcere di Palmi,il quale celebra  le nozze in una “struttura protetta” da lui stesso diretta.
Da uno stralcio dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “cosa mia” contro il clan Gallico di Palmi i Magistrati della dda annotavano che: nell’ambito della faida di Barrittieri di Seminara,era stato ucciso” Sciglitano Carmelo,soggetto ritenuto il referente per tutto il territorio di barrittieri e che aveva ottenuto l’appalto per la costruzione del nuovo cimitero e, precedentemente anche anche della nuova struttura del Centro Ambesi,sorta nello svincolo autostradale di Sant’Elia”.Il centro Ambesi è un’importante struttura socio-assistenziale gestita da un’associazione guidata proprio da Don Silvio Mesiti, parroco della Concattedrale e cappellano del carcere di Palmi.