Processo Congiusta-Tante conferme

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La testimonianza del marito

Tante conferme e l’abisso sentimentale

Genovese all’oscuro del rapporto

di Pasquale Violi


Le dichiarazioni rese dieci giorni fa da Antonio Genovese su i suoi rapporti con Gianluca Congiusta sono state praticamente confermate ieri dalla deposizione di sua moglie Rosa Figliomeni.Confermata anche la successione degli eventi della sera del 24 maggio 2005, data in cui fu barbaramente ucciso il giovane imprenditore di Siderno: alla fine della giornata lavorativa, più o meno alle 20.30, Antonio Genovese e la moglie si incrociarono di fronte al negozio di telefonini di Gianluca Congiusta, poi, una volta a casa, i due cenarono e guardarono insieme una videocassetta, fino alle 23 circa, orario in cui il cugino di Genovese venne a dare la notizia che qualcuno aveva sparato Gianluca Congiusta.

La testimonianza di Rosa Figliomeni coincide in larga parte con quella del marito, ma tra le due dichiarazioni si apre un abisso di fronte al tema della relazione sentimentale tra la stessa Figliomeni e Gianluca Congiusta. “Tra mia moglie e Gianluca non c’era nessun rapporto giocoso”, aveva detto convinto Antonio Genovese il 5 ottobre scorso rispondendo alle domande degli avvocati. E con ancora con più convinzione  aveva risposto alla domanda diretta del Presidente della Corte Bruno Muscolo che gli chiese se mai avesse sospettato di una relazione tra la moglie e Congiusta: “non ho mai avuto nessun sospetto”, aveva detto Genovese.

Secondo Rosa Figliomeni il marito avrebbe iniziato ad avere dubbi su una possibile storia sentimentale tra lei e Gianluca Congiusta solo dopo avere ricevuto la convocazione degli avvocati per essere sentita come testimone. Dubbi che il 5 ottobre scorso, data in cui Genovese è stato sentito davanti alla corte, sarebbero diventati certezze per l’ammissione della stessa Rosa Figliomeni che confessò al marito della relazione con Congiusta. “Quando gli ho rivelato tutto mio marito è rimasto sconvolto – ha detto ieri la donna – ci sono stati giorni difficili in cui non ci siamo parlati. Ma alla fine il mio è stato un errore, e poi abbiamo una bambina di tre mesi”.

Antonio Genovese dunque, stando alle testimonianze non aveva nessun sospetto, e la sera del 24 maggio 2005, dopo il lavoro, si era recato presso il centro Tim per chiedere a Gianluca Congiusta se volesse uscire per una pizza. Lo stimava e lo considerava un amico. Nella deposizione di ieri Rosa Figliomeni ha anche sottolineato come il marito alla notizia dell’agguato a Congiusta fosse esterrefatto: ” non riusciva a crederci – ha dichiarato la donna in un verbale – ho letto lo stupore nei suoi occhi”.

Secondo Rosa Figliomeni nessuno, né tra i suoi parenti, né nella sfera familiare di Gianluca Congiusta, avevano sospetti sulla loro relazione.