PROCESSO CONGIUSTA- LA SVOLTA

Print Friendly, PDF & Email
LA SVOLTA

Vacilla la pista e tiene il movente

Di MICHELE INSERRA

SIDERNO – La pista sentimentale può dirsi definitivamente caduta.

 

A mettere il sigillo la testimonianza di Antonio Genovese, prima, e della moglie Rosa Figliomeni dopo. Entrambi hanno dato l’impressione di fornire una versione dei fatti sincera, schietta. Probabilmente più di tanti altri testi. Rosa Figliomeni è stata di certo più chiara nell’esposizione dei fatti di Katia Scarfò, la fidanzata di Gianluca Congiusta. La persona che si è presentata in aula ieri mattina davanti alla Corte ha tirato fuori la sua dignità di donna e di mamma. Ha parlato con il cuore raccontando particolari che probabilmente in tanti avrebbero omesso. Ha mostrato il coraggio di non temere ripercussioni in ambito familiare e il severo giudizio dei suoi concittadini, magari proprio da chi ha più di uno scheletro nell’armadio. Ha preferito la verità alla menzogna. Ha preferito avere la testa alta e non avere rimorsi di coscienza. Come per dire: “questa sono io, il mio cuore ha avuto un battito particolare per Gianluca e non voglio più nasconderlo”. Ha voluto così mettere fine a continui pettegolezzi da bottega. Ma è sembrata anche la donna che con la sua testimonianza-verità ha voluto mettere a nudo se stessa per recuperare anche un rapporto coniugale in crisi. Rispetto ai tanti silenzi tra le mura domestiche lei ha preferito la sincerità. Chi può condannarla? Non è certo un’autosantificazione, ma un prendere atto della realtà a occhi aperti.  Un’arma uccide più di un cuore, anche se malconcio. E Congiusta è stato assassinato da una mano già sporca di sangue in quella notte del 24 maggio di quattro anni fa. Lo dicono le risultanze investigative che hanno portato dietro le sbarre il principale indiziato del delitto: Tommaso Costa. Il boss sidernese avrebbe deciso di uccidere il commerciante per punire quello che riteneva fosse un affronto. La vittima si sarebbe adoperato per  tutelare il futuro suocero, Antonio Scarfò, da un’estorsione imposta da Costa. Tiene, per ora, questo movente.