Tagliato l’albero per Impastato a Bergamo marcia di protesta

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Dopo la decisione dell’amministrazione leghista di rimuovere la targa della biblioteca
qualcuno ha anche divelto l’ulivo piantato nel 2008 per ricordare la vittima della mafia

Tagliato l’albero per Impastato
a Bergamo marcia di protesta

Circa settemila persone alla manifestazione a Ponteranica
Il fratello di Peppino, Giovanni: “Azioni fasciste e razziste”
di GIULIANA UBBIALI

BERGAMO – Prima la targa che gli intitola la biblioteca, poi l’ulivo piantato quel 3 giugno del 2008 quando Ponteranica, comune alle porte di Bergamo, decide di ricordare anche così Peppino Impastato, vittima della mafia.

Dopo che l’amministrazione leghista neoeletta ha deciso di togliere il suo nome alzando un polverone di polemiche culminato ieri con una protesta pacifica con migliaia di persone, lo sfregio.
L’albero che aveva messo radici nel prato del BoPo, la bocciofila del paese dove accanto ai campi in sabbia si organizzano mostre e concerti, è stato tagliato. Il blitz è di venerdì notte, la mano è ignota ma ha lasciato un biglietto irridente appeso alla sagoma di un piccolo pino: “Mé ché öle ü paghér”, “Io qui voglio un pino”.

 

Ma c’è una parte del paese che non ci sta e che ieri ha partecipato in massa alla manifestazione promossa da Comitato Peppino Impastato, 7.000 persone secondo gli organizzatori, forse più di qualcuno in meno. Hanno ripiantato un altro ulivo, sempre lì, e sotto ora c’è una piccola targa.

È una tappa del lungo corteo che si snoda per il centro del paese. “Davanti la gente di Ponteranica, dietro le bandiere dei partiti per favore”, ripetono gli organizzatori. Due ragazzi portano quella targa che stava sulla facciata della biblioteca riprodotta in dimensioni giganti: “Biblioteca comunale Peppino Impastato, vittima della mafia, ucciso per aver denunciato la collusione politico-mafiosa in Sicilia. 3 giugno 2008”, si legge. Dietro altri giovani, ai polsi un palloncino bianco con l’immagine di Impastato, portano uno striscione: “Ancora 100 passi”, c’è scritto. Seguono il Comitato, le Associazioni contro le mafie, il Tavolo della pace, Orizzonti Nuovi, poi la Cgil, le bandiere di Rifondazione comunista e dell’Italia dei valori.


Un bambino legge un cartello e chiede alla mamma: “Ma che cos’è la mafia?”. “Sono quelle persone che vogliono avere il potere su tutto”, risponde lei. Ci sono ragazzi che suonano, altri ballano, c’è un furgoncino con della musica. Sembra una giornata per famiglie, anche là sul prato dove finisce il corteo. C’è chi si siede nel prato, chi sta sotto il palco.

In molti attendono le parole di Giovanni Impastato, fratello di Peppino. È un fiume in piena. Non parla solo della targa tolta, ma anche di scudo fiscale e pacchetto sicurezza: “Non è solo ignoranza, è un progetto più ampio con la Lega come uno dei fautori”. I riferimenti al Carroccio sono più d’uno, duri: “Queste sono azioni di fascismo o razzismo, non importa se dal nero siamo passati al verde, le camicie sembrano le stesse”, continua Impastato.

Dal palco arriva anche la voce di Salvatore Borsellino, attraverso una telefonata: “Non posso essere lì a esprimere la mia rabbia perché i campi di battaglia sono tanti. Si vuole cancellare anche la memoria. Agitiamo la nostra agenda rossa e resistiamo”. Che mantenere la memoria è “indispensabile per la lotta alla mafia” lo sottolinea anche Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista. Anche le sue sono parole dure contro la Lega, contro tutto il governo: “Non sta facendo nulla contro la mafia, qui toglie una targa, altrove non scioglie i comuni con infiltrazioni mafiose”.

(27 settembre 2009)

SINDACO DI PONTERANICA, LEVEREMO PURE TARGA ULIVO

Nessuna marcia indietro a Ponteranica, dopo la manifestazione, quando oltre cinquemila persone hanno sfilato per chiedere all’ amministrazione comunale leghista di rimettere al suo posto la targa d’intitolazione della biblioteca a Peppino Impastato.

“Le cose non cambiano”, ha detto il sindaco, Cristiano Aldegani, che ha pure annunciato che presto farà togliere anche la targa sistemata vicino ad un ulivo piantato in memoria del giovane ucciso dalla mafia. L’albero era stato piantato in memoria di Impastato il 3 giugno 2008 (stesso giorno dell’intitolazione della biblioteca al giovane ucciso) e due notti fa poco prima della manifestazione era stato sradicato. Non solo. Qualcuno aveva anche lasciato un cartellino scherzoso su cui era scritto: ‘meglio un pino’.  Prima del passaggio del corteo, in fretta è stato sistemato un altro ulivo e all’arrivo dei manifestanti qualcuno ha appoggiato una targa in memoria di Impastato.

“Sradicare quell’ulivo è stato un atto stupido e provocatorio che avrebbe potuto contribuire a creare ancora di più un clima di tensione in paese – ha detto il sindaco – Ma per quanto riguarda la targa, la lasceremo per alcuni giorni poi sarà rimossa, così come succede con tutte le cose non autorizzate”.