Speciale Riace di Giovanni Maiolo

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Speciale Riace di Giovanni Maiolo

Lucano si insedia nella giornata mondiale dei rifugiati.
Loiero attaccato duramente dalla minoranza di Riace. Valilà: “La sua è una presenza interessata. Se volete fare di Riace una Lampedusa due faremo le barricate”.

E poi si smentisce…

 

 

È in un giorno significativo, il 20 giugno, che il sindaco di Riace, Domenico Lucano, ha voluto che ci fosse il suo insediamento. Il 20 giugno è il giorno in cui l’Onu festeggia la Giornata Mondiale del Rifugiato. Cioè di quelli che a Riace, Caulonia e Stignano vengono accolti e aiutati. E anche di quelli a cui il nostro governo impedisce di chiedere tutela con la politica inumana dei respingimenti, in violazione dei diritti umani e della Convenzione di Ginevra. Respingimenti verso la Libia, cioè verso i torturatori.

Ma nel clima di festa che c’è a Riace tutto questo sembra lontano. Loiero, di ritorno da Roma, primo governatore invitato dall’Onu alla giornata mondiale del rifugiato per merito della legge regionale sulle migrazioni, realizzata proprio sul modello di Riace, non è voluto mancare all’insediamento di Lucano. E viene accolto dai bambini rifugiati che leggono bellissime parole prima dell’ingresso in una sala consiliare troppo piccola per contenere i cittadini e la stampa che in massa sono accorsi all’evento. Tra i presenti anche il sindaco di Caulonia, Ilario Ammendolia, Maria Grazia Laganà e Mario Congiusta.
Il sindaco comincia nominando gli assessori: Giuseppe Gervasi allo sport, cultura, turismo, bilancio e gestione del personale. Antonio Rullo si occuperà invece di politiche sociali, il cuore pulsante delle amministrazioni Lucano, di cui sarà il vice. Cesare Maria Immacolata, unica donna eletta in consiglio e probabilmente prima donna in una giunta comunale a Riace, ha ricevuto la delega alle attività produttive e alle pari opportunità. Giovanni Nisticò dovrà vedersela con i lavori pubblici, l’urbanistica e il governo del territorio.
È poi il momento delle parole. A partire da quelle del sindaco che ha voluto ricordare la gestione trasparente e limpida della cosa pubblica praticata dalla sua amministrazione. Così come ha voluto ricordare che in 5 anni non è mai stata emessa una concessione edilizia che potesse danneggiare il litorale. Si augura anche la “ricomposizione delle fratture della campagna elettorale”. Un augurio destinato a cadere nel vuoto viste le polemiche della minoranza. Tuttavia Lucano ha chiesto ai presenti di dedicare un applauso al suo sfidante, Salerno, assente al consiglio per ragioni di salute. “Dedico la vittoria a tutti i cittadini del nostro paese – ha detto Lucano – ma anche a chi da lontano soffriva per noi. Ringrazio Ammendolia che diceva che quella di Riace era una prova per capire se effettivamente negli enti locali si possono aprire spazi di democrazia”.
Prima dell’intervento del presidente della regione è il consigliere di minoranza Renzo Valilà a dare lettura di un documento i cui passi salienti, rivolti a Loiero, sono questi: “Signor presidente, la vogliamo avvertire che se dovesse rispondere a verità la voce che circola, circa la realizzazione a Riace di una Lampedusa due, e cioè il centro di prima accoglienza, noi saremo pronti a fare anche le barricate per impedire la realizzazione di tale disegno devastante per la nostra comunità. Se dovesse essere vera questa diceria saremo autorizzati a pensare che la sua presenza prima e dopo le elezioni in questo piccolo paese è una presenza interessata e poco interessante”.
“Non potevo fare a meno di schierarmi a Riace – esordisce Loiero – visto che sulla base del lavoro che qui si è fatto abbiamo scritto una legge elettorale, votata all’unanimità, che ora l’Onu vuole prendere a modello per presentare una proposta di legge nazionale. Se avessi saputo che c’erano le elezioni anche a Stignano, nonostante il sindaco fosse di destra, sarei andato a sostenerlo per difendere questa idea di accoglienza. Non so sinceramente dove la minoranza abbia sentito parlare di Lampedusa due, è la prima volta che sento una cosa del genere. La creazione dei centri di accoglienza è compito dello Stato, come vi viene in mente che io abbia di questi interessi?”. A questo punto Loiero viene interrotto per una scambio di battute coi consiglieri di opposizione. È Trifoli a cominciare: “Il comune ha presentato alla regione un progetto per fare un cpa nella casa del pellegrino!”. Loiero: “E cosa c’entra Lampedusa?”. Valilà: “Non deve scaldarsi su una diceria, lei è un politico navigato”. Loiero: “Ho l’impressione che non sappiate di cosa parliate”. Valilà: “Presidente non si preoccupi, sono solo dicerie”. Loiero: “Ma se me le dite davanti a tutti in un consiglio comunale!” A questo punto dal pubblico partono gli applausi per Loiero. Ma è ancora Trifoli ad andare all’attacco: “L’astio che c’è a Riace l’ha creato anche lei presidente, perché ha fatto campagna elettorale contro il suo partito, il Pd. Non è stato il presidente di tutti i calabresi ma del sindaco Lucano”.
Il clima incandescente è sfociato anche nell’urlo del pubblico che gridava “Vergogna!”ai consiglieri di minoranza. È toccato poi ad un Mario Congiusta infervorato affermare, rivolgendosi a Valilà, che “Le barricate le faccio anche io, ma per difendere i migranti!”. E il consigliere di minoranza, probabilmente subendo la pressione del pubblico e capovolgendo il concetto che aveva appena espresso, “è proprio quello che intendevo”.
Mah! Stranezze della politica.
A distanza di qualche giorno è poi arrivato un violento comunicato stampa della minoranza in cui si parla di Loiero e della sua “discesa in campo dai contenuti torbidi e inquietanti”. “Noi non crediamo alla buona fede di Loiero – scrive ancora l’opposizione – e pensiamo che egli abbia utilizzato Riace solo per i suoi scopi personali che altro non sono che il tentare di farsi pubblicità in vista delle elezioni regionali del prossimo anno. Ma comportarsi in questo modo colpendo in maniera vigliacca esponenti del proprio partito è azione politicamente scorretta che d’altronde c’era d’aspettarsi da chi ha fatto del trasformismo politico la propria essenza di vita. Azione ancora più vigliacca perché è stato aiutato Lucano anche con promesse di posti di lavoro alla Regione, promesse di cui già si sono visti i primi effetti visto che qualche giorno dopo le elezioni una lavoratrice LPU, fan scatenata della lista di Lucano, ha già chiesto il nulla osta per il trasferimento nei palazzi loieriani”. Come a dire che la guerra santa continua contro Lucano e quelli che lo sostengono…
Ma tornando al giorno dell’insediamento, chiuso il consiglio è stata festa, con le tarantelle di Mimmo Cavallaro ballate da tutto il mondo che c’è a Riace. Tutto un mondo a cui queste polemiche non interessano.
Giovanni Maiolo

INTERVISTA A LOIERO SU RIACE

Intervista ad Agazio Loiero : “Alle provinciali l’Udc è andata a destra. Riusciremo a ricomporre le lacerazioni per le regionali? E comunque prima dobbiamo sentire cosa ne pensano i partiti di sinistra”.

  Intercettiamo il Presidente della Regione Calabria davanti al municipio di Riace, appena scende dalla sua auto. Si intrattiene coi giornalisti per qualche domanda. Sulla camicia le sue iniziali ricamate, l’atteggiamento di chi si sente a casa sua e sul volto anche la soddisfazione per la vittoria di Domenico Lucano, sostenuto in campagna elettorale anche con un comizio a Riace marina che gli è costato la dura contestazione della lista sconfitta, il cui candidato a sindaco è il segretario del Pd locale.
Presidente la sua presenza qui è eccezionale. A cosa è dovuta?
Questo sindaco ha rappresentato qualcosa di importante per la regione e per l’Italia. Io vango da Roma dove l’Onu ha organizzato un evento per la Giornata del Rifugiato e lì abbiamo avuto un riconoscimento eccezionale. Addirittura il rappresentante del’Onu mi ha detto che vuole prendere a modello la nostra legge regionale, basata sull’esperienza di Riace, e proporre una legge nazionale. Questa non è una legge ideologica, è stata votata all’unanimità dal consiglio regionale. Ho ricordato che questa straordinaria esperienza che si sta realizzando qui la si sta facendo anche a Caulonia, amministrata dal centro sinistra, ma anche a Stignano, amministrata dal centro destra. L’accoglienza è un elemento culturale della nostra regione, non appartiene a una parte sola. il rapporto con lo straniero era un elemento centrale codificato in alcuni precetti. Quando qualcuno arrivava una delle cose centrali era procurargli del buon cibo, un bagno caldo e non si facevano domande, a meno che non lo volesse l’ospite.
Quindi Riace rappresenta la punta di diamante in Italia dal punto di vista dell’accoglienza?
Rappresenta un simbolo. L’accoglienza è diventata qui un fattore di sviluppo. Abbiamo in Calabria il problema delle aree interne che si spopolano. Sotto questo aspetto l’esperienza di Riace è un’opportunità utile.
È anche molto in controtendenza con quello che fa il governo nazionale e Maroni con i respingimenti.
La nostra legge è radicalmente contro tutto ciò. Il governo non riesce a governare i flussi, che non si possono gestire con la violenza dei respingimenti ma con la sapienza della legge, con la necessità dell’integrazione. in Italia nel giro di quindici anni il 30% della popolazione sarà formata da migranti, è una realtà che non si può ignorare.
Una domanda sulle prossime regionali…
Manca ancora molto tempo…
Ma parliamone lo stesso. Intervistato dal nostro settimanale il consigliere regionale Cherubino ha detto di pensare che lei cercherà l’appoggio dell’Udc ed anche dell’Mpa. Quanto corrisponde alle sue intenzioni?
Intanto il compito non è prevalentemente mio, c’è il segretario regionale del Pd, il partito di maggioranza, per questo. E comunque dobbiamo prima sentire gli altri partiti, per esempio che ne pensa la sinistra di un accordo con l’Udc? Io sono per sentire i partiti di sinistra. Poi, tutto quello che si allarga va benissimo, però l’esperienza recente in Calabria è che l’Udc è andata a destra. Riusciremo a ricomporre le lacerazioni?
Berlusconi in questo vi aiuta, ha affermato che l’Udc è “l’unione delle clientele”…
Berlusconi aiuta sempre, aiuta se stesso, aiuta la propria parte politica ma talvolta aiuta anche gli avversari.
Giovanni Maiolo
 

A COLLOQUIO CON LA MINORANZA DI RIACE: TRIFOLI (PD) E SPANO’ (PRC)

A colloquio con la minoranza di Riace
Trifoli: “Lucano ha strumentalizzato gli spari e la morte dei cani”
Spanò: “La ricostruzione del centro storico è funzionale agli interessi di Città Futura”

Antonio Trifoli e Cosimo Spanò erano candidati nella lista sconfitta alle ultime comunali di Riace. Trifoli, iscritto al Pd, è consigliere comunale, Spanò, del Prc, fa parte dell’associazione Liberamente. Con loro abbiamo discusso dell’ultima campagna elettorale, della figura del sindaco Lucano e di Riace.
Avete cominciato a fare opposizione in maniera molto dura fin dal primo consiglio. Avete contestato Loiero e in un comunicato stampa della minoranza si parla della sua come di una “discesa in campo dai contenuti torbidi e inquietanti”. Cosa intendete dire?
Trifoli: “Intendiamo dire che un partito ha senso solo se si costruisce qualcosa insieme. Che senso ha appartenere al Pd se il massimo esponente si schiera a Riace con il tuo avversario? La nostra polemica è più coi vertici del Pd che non con Lucano. Lui si è trovato il presidente della regione disposto a fargli la campagna elettorale, dal suo punto di vista ha fatto bene ad accettare”.
Come voterà il Pd di Riace alle prossime regionali?
Trifoli: “Se il candidato a presidente sarà Loiero e se ci sarà candidato a consigliere Naccari noi useremo il voto disgiunto, daremo la preferenza a Naccari e voteremo come presidente Scopelliti”.
Sulle comunali di Riace non si è diviso solo il Pd ma anche la sinistra. Per esempio La Catizone di Sinistra e Libertà sosteneva Lucano mentre Cherubino, dello stesso movimento, Salerno. Rifondazione Comunista ha dichiarato a livello provinciale di essere con Lucano ma intanto lei, iscritto Prc, si è candidato contro Lucano. Non c’è una contraddizione nell’essere di Rifondazione Comunista e nel candidarsi contemporaneamente contro Lucano che ha fatto di Riace un modello per tutta la sinistra italiana?
Spanò: “Non c’è nessuna contraddizione. C’è invece una mancanza di comunicazione all’interno del partito, una mancanza di presenza sul territorio dei vertici. La posizione del Prc era una posizione virtuale, che interessava più i mass media che la realtà. Il partito non ha mai discusso di Riace in assemblee o convegni. Alla vigilia del primo maggio, in coda ad un incontro che abbiamo avuto a Roccella, ho proposto una riflessione sulla partecipazione del Prc con le bandiere alla manifestazione di Riace (manifestazione di solidarietà con Lucano dopo gli spari contro la Taverna Donna Rosa e la sede di Città Futura NdG) ma ho avvertito come ci siano due livelli, uno virtuale e uno reale. È come se il Prc non si preoccupasse di conoscere in profondità le ragioni di chi decideva di schierarsi contro Lucano ma aveva una posizione predefinita. Poi è accaduto che chi è stato presente alla manifestazione si è accorto che era solo una rappresentazione, decisa su facebook, e che di Riace a quel primo maggio, eccetto qualche curioso, non c’era nessuno”.
Lucano prima delle elezioni ha subìto degli avvertimenti. Mi è parso che la minoranza abbia sottovalutato tutto questo. perché?
Trifoli: “Intanto dobbiamo distinguere tra l’attentato a Città Futura e l’uccisione dei cani. Sono due cose differenti. Il primo ha colpito in maniera barbara ed esecrabile l’associazione ma è stato gestito dal primo cittadino come conseguenza del suo lavoro politico e non di membro di Città Futura”.
Quindi non si trattava di un avvertimento a non ricandidarsi?
Trifoli: “No, questa è un’esagerazione dei giornali, una strumentalizzazione”.
Per cui quei colpi di pistola non sono legati alla politica, secondo lei?
Trifoli: “Ad oggi non ci sono prove di questo. Ci auguriamo che le forze dell’ordine e la magistratura facciamo chiarezza su quel vile gesto. Faccio notare, facendo una deduzione logica, che sarebbe stato controproducente per qualsiasi forza politica usare un atto del genere in vicinanza delle elezioni”.
Ma nessuno ha accusato la minoranza!
Trifoli: “Ma su questo si è giocato molto”.
Spanò: “Si descrivevano due opposte fazioni, una del bene, quella di Lucano, e quella del male, noi”.
Trifoli: E’ stato strumentalizzato da Lucano ed amplificato dalla stampa. Chi può smentire che non abbiano piuttosto sparato per ragioni economiche legate all’attività di Città Futura?
E l’uccisione dei cani?
Trifoli: “È un’altra cosa. Non c’è nessun collegamento col sindaco, tanto che i Carabinieri con ripetuti atti hanno contestato al sindaco una mancanza di intervento sul problema del randagismo. Molte persone avevano denunciato attacchi da parte dei randagi e c’era paura. Secondo noi qualcuno ha messo del veleno per uccidere i cani, ma in maniera indistinta. Sono morti anche dei gatti ma nessuno l’ha detto. È stato un caso che siano morti i cani che accudiva il figlio del sindaco. Se volevano uccidere il cane del sindaco per intimidirlo lo avrebbero fatto in stile mafioso, non dandogli la mortadella avvelenata. Certo è che queste due azioni alla vigilia delle elezioni hanno alimentato i toni della disputa, accentuati anche dalla lista di Lucano che non ha smentito le notizie ma le rincarava dicendo che non volevano farlo candidare”.
Spanò: “Lucano ci ha marciato molto su questi eventi, li ha saputi utilizzare. Si è mosso come Bush, da un lato il Bene e dall’altro il Male. Questa strategia di demonizzazione dell’avversario è terrificante e non si addice a persone che si autodefiniscono di sinistra, a coloro che si descrivono in modo angelico come se fossero i depositari della verità. Dico questo perché questa concezione può portare ad assumere decisioni che sono al limite della legalità”.
Cioè?
Spanò: “Per esempio si è verificato un fatto molto strano sul progetto per i richiedenti asilo. Lucano ha dato l’incarico ad un’associazione di Riace per l’accoglienza di 15 richiedenti asilo che erano già ospitati a Gioiosa in un progetto della cooperativa Mistya. Innanzitutto ha preso questa decisione senza verificare lo stato in cui si trovavano questi richiedenti asilo che, secondo la sua ricostruzione in un comizio, erano scappati da Gioiosa perché venivano trattati male. Ha poi attivato una convenzione con un’associazione costituita all’uopo. Dovrebbe spiegare come mai ha preso questa decisione, se ha verificato le condizioni in cui erano trattati i richiedenti asilo e anche se questo non è sperpero di denaro pubblico, perché se non ha ritirato la convenzione con la Mistya e ne ha stipulato un’altra con una associazione si dovrà pagare due volte”.
E chi paga?
Trifoli: “Potrebbe pagare il comune”.
Spanò: “La decisione di fare la convenzione con la nuova associazione credo sia stata funzionale alla campagna elettorale e alla sua rielezione”.
Ma se le intenzioni erano queste avrebbe potuto farlo subito invece di dare i posti alla cooperativa di Gioiosa!
Spanò: “Li ha dati perché non poteva ospitarli nelle case di Città Futura. Ha chiesto aiuto alla Mistya che ha accettato per dargli una mano”.
Comunque al primo consiglio Lucano ha affermato che, a elezioni chiuse, bisogna provare a riunificare un paese che si è diviso. (Spanò ride) Cosa ne pensate e come svolgerete l’opposizione?
Trifoli: “Faremo un’opposizione costruttiva e di controllo. Lucano ha parlato molto di legalità e noi faremo in modo che questa volontà del sindaco sia sempre più praticata e meno parlata. Se noteremo atti illegittimi o alle soglie della legalità denunceremo agli organi competenti ciò che si sta facendo. Vorrei aggiungere che l’accoglienza ha aspetti meritori ma nel momento in cui Lucano è diventato sindaco c’è stata una grande confusione tra l’attività di Città Futura e quella amministrativa del comune. Non si è più riusciti a capire il limite, dove finisse il comune e iniziasse Città Futura. Lucano è caduto nel conflitto di interessi. Noi chiamiamo l’attività di Lucano degli ultimi 5 anni <<Berlucanesimo>>. Il conflitto di interessi è palese, nelle cooperative gestite da Città Futura compare sempre il nome di Lucano e della moglie. Ha costruito la vittoria elettorale quasi esclusivamente sulla gestione di Città Futura. In un paese povero come il nostro dare uno stipendio alle persone incide al momento del voto. È chiaro che ha utilizzato il progetto di accoglienza, quindi soldi pubblici, anche per fini elettorali, per mantenere quel potere che oggi ha. Lui parla di società civile e si professa come uomo di sinistra, però è un po’ ambiguo perché nella sua lista ci sono tesserati di centro destra”.
Chi?
Trifoli: “L’assessore Gervasi è tesserato Udc ed è il riferimento di quel partito a Riace. L’ex vicesindaco era di Alleanza Nazionale”.
Spanò: “Volevo aggiungere che l’attività amministrativa di Lucano si è concentrata soprattutto sul centro storico dimenticando il resto del territorio. Malignando e polemizzando si potrebbe pensare che questa ricostruzione del centro storico potrebbe essere funzionale all’attività di Città Futura. Ha imposto alla popolazione un suo progetto personale, Città Futura che si espande e diventa Riace. L’essere di destra o di sinistra non si evidenzia con i proclami o con le prese di posizione dei vertici dei partiti. Quali cause sposa di Riace? L’accoglienza è una cosa recente ma Riace ha tutta una storia che risale addirittura alla battaglia della Sagra. Con l’associazione culturale Liberamente e insieme al gruppo archeologico di Soverato abbiamo promosso una raccolta di materiale archeologico raccolto in superficie a Masuna. Si tratta di manufatti interessanti che fanno pensare che in quella zona ci fosse un insediamento greco. La Iannelli ha detto che i reperti risalgono al V sec A.C. Questo può significare che un primo embrione di centro abitato di Riace fosse là. Perché non si pensa anche a questi aspetti piuttosto che al turismo di elite e radical-chic che promuove Città Futura? E poi l’agricoltura. La nostra identità è costituita dal sudore dei contadini. Anche l’accoglienza ne fa parte ma quella del pellegrino, di colui che chiede asilo per un attimo e gratis, non l’accoglienza fatta con i soldi dei progetti. Si deve separare il piano dell’accoglienza come valore umano e quello dell’accoglienza fatta per ragioni economiche a botte di milioni di euro”.
Siete davvero duri col sindaco di Riace…
Trifoli: “Lucano utilizza i grandi martiri della mafia. Parla sempre di Peppino Impastato ma bisogna fare attenzione affinchè questi personaggi, che hanno sacrificato la loro vita per le proprie idee, non vengano utilizzati solo per propaganda. Impastato ha lottato davvero contro la mafia, in tempi in cui le pistole sparavano e le persone morivano. Lucano ha avuto solo un cane randagio morto e fino adesso non ha mai accusato nessuno, non ha mai fatto il nome di mafiosi. O fa questi nomi o lascia da parte la figura di Impastato. Come lo fa lui chiunque può fare Peppino Impastato.
Giovanni Maiolo