Ledonne: ma i mafiosi escono troppo presto

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Ledonne: ma i mafiosi escono troppo presto

«Inopportuna la riforma, occorrono più risorse» 

Giustizia al collasso, parla il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia

 CROTONE «La riforma decisa con Legge numero 125 del 2008 è quanto mai opportuna.

La Procura distrettuale antimafia ha una visione più completa di quanto non possano avere le Procure ordinarie in tema di criminalità organizzata. La Dna ha una visione più ampia del fenomeno mafioso». Di questo si dice certo il procuratore aggiunto della Direzione nazionale antimafia, Emilio Ledonne, che all’indomani di quanto pubblicato dal nostro giornale tiene a precisare la sua posizione sull’argomento.
Nel suo stile sobrio ed elegante il procuratore Ledonne fa una disamina precisa e puntuale anche sul caso riguardante la procura di Crotone. «A Crotone le indagini condotte sono tra le più rilevanti della Calabria, il team coordinato dal sostituto procuratore Bruni ha operato egregiamente ed ha ottenuto provvedimenti tali in materia di misure di prevenzione, sia personali che patrimoniali, di cui vi era un necessario bisogno».
Ma il caso della Procura crotonese è unico o quasi, per il resto vale la teoria indicata dalla riforma voluta dal ministro della Giustizia, Angelino Alfano. 140 milioni di euro in beni sottratti alla mafia non sono di certo una cifra trascurabile.Altro tema è la carenza di organico della Dda catanzarese, che le impedisce dioperare appieno per risultati ottimali. Per contrastare lo strapotere della ‘ndrangheta occorrono, secondo Ledonne, risorse umane, ma anche moderne tecnologie ed un impegno continuo e duraturo da parte della polizia giudiziaria e soprattutto dei magistrati preposti a tale attività di contrasto. Durante la riunione tenutasi a Crotone, si è discusso proprio di questo. La necessità di impiegare tutte le forze di polizia, nessuna esclusa e di lavorare assiduamente e costantemente sul campo. 

«L’esercizio dell’azione penale da sola non è sufficiente, per combattere la grande criminalità organizzata. Azione penale ed azione di contrasto patrimoniale devono camminare all’unisono».

La mafia va impoverita, specie in Italia dove la certezza della pena è una chimera, «sulle condanne definitive dei mafiosi – afferma Ledonne – incidono pesantemente anche alcuni benefici penitenziariche riducono notevolmente la sanzione anticipando l’uscita dal carcere del detenuto».

Così come «la lungaggine dei processi provoca spesso la fine della custodia cautelare». In tal senso avverte il magistrato non ci sia facciano illusioni

«un affiliato alla ‘ndrangheta, tornato in libertà, non può che fare lo stesso lavoro di prima, il mafioso».

 Il procuratore inoltre parla di una pervasività tanto intensa su diversi territori del distretto catanzarese. In particolare, la ‘ndrangheta affligge e allo stesso modo i territori di Lamezia Terme, Crotone e Cosenza. In questi focali centri calabresi la mafia è particolarmente aggressiva. Le tre città subiscono un contesto mafioso connotato da attività illecite violente, pervasive e continue. Ecco perché è fondamentale «un’azione incisiva di contrasto patrimoniale, che se anche non ci guarisse nell’immediato dal cancro mafioso, di certo porterebbe alla riduzione dei profitti illeciti.Questo sarebbe già un eclatante successo, poiché – se ne dice convinto – per la mentalità di un mafioso essere povero sarebbe intollerabile ». Tornando alle difficoltà di organico della Dda catanzarese Ledonne è lampante: «Qui mancano una o due unità e se il sostituto procuratore Pier Paolo Brunidecidesse di entrare definitivamente a far parte della squadra antimafia del nostrodistretto, sono del tutto convinto che sarebbe per noi un ottimo acquisto, il migliore possibile».Un plauso sincero al giovane magistrato crotonese chenella sua lotta alla criminalità organizzata dedica anima e corpo quotidianamente. Il procuratore aggiunto Ledonne lo definisce «un esperto dell’antimafia, unprofondo conoscitore della realtà criminale, un magistrato prezioso per la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro».Anche in vista di quanto fatto attraverso la sua applicazione alla Dda negli ultimi anni, l’attesa dei suoi superiori è che faccia il grande passo. Emilio Ledonne, con un sorriso paterno e di chi sa riconoscere i meriti dei giovanici lascia dicendo «noi lo aspettiamo, la scelta sta a lui». 

ROSSANA CACCAVO

Per Calabria Ora