RITRATTI DI PAKI VIOLI E RITRATTINI DI UCCEO GORETTI

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RITRATTI di Pasquale Violi

Cosimo Albanese: l’avvocato che ha riaperto il caso di Lollò Cartisano

 Entro, il soffitto è alto, altissimo, tipico delle architetture nobiliari, mi è capitato di vedere studi legali e notarili di questo genere spesso a Roma, pochi da queste parti. L’avvocato Cosimo Albanese ha nelle movenze, nella cadenza e nella parola modi non riconducibili alla razza calabra. Mi colpisce.

Spesso tendiamo a delegittimare chiunque sia riuscito a far pronunciare ilsuo nome oltre il Pollino per il semplice fatto che di lui conosciamo tutto: discendenza, abitazione e usanze e ci pare impossibile che uno così, sidernese,locrideo, sia riuscito in qualcosa di più che fare l'azzeccagarbugli.

Invece Cosimo Albanese in più di venti anni di carriera ha dato carattere inconfondibile alle sue requisitorie. 

All'occhio, più delle scartoffie da scrivania, salta subito un libro che racconta del sequestro Soffiantini. Lo ha scritto lo stesso Soffiantini e c'è una dedica: all'avvocato Cosimo Albanese. Lui, di Siderno, quel caso lo ha seguito da protagonista, facendo scagionare dall'accusa di omicidio Luigi Farina,uno dei carcerieri di Soffiantini che si concluse con l'assassinio del brigadiere dei Carabinieri Donatoni.

Anche Farina, che ha scritto un libro di poesie, e ha lasciato una dedica al suo avvocato: Cosimo Albanese.

A chi piace e a chi meno, ma lui ha qualcosa che lascia il segno, forse è stile.

Dal processo “Porto” sono passati parecchi anni, lui era lì, in aula, in toga, da allora Cosimo Albanese è cresciuto, è maturato, passando per oltre 100 processi penali, per “Rai 3” con il processo “Tassone” che non gli ha reso giustizia e arrivando ad oggi a costruire quello che potrebbe essere il colpo dell'anno: la richiesta di revisione per il processo del sequestro di Lollò Cartisano. Richiesta accolta.

Si riapre uno dei casi più torbidi e oscuri della storia della Locride e lo sifa grazie all'intuizione di un sidernese che pratica le aule del nord come fosse un calciatore abituato alle trasferte in grandi stadi. E lascia il segno.

Riconoscere i meriti di chi è stato più bravo spesso in questa terra pesa e si allontana lo spauracchio della competitività con una battuta o con l'arricciare delle spalle. A noi è sembrato, nel parlare con l'avvocato Albanese, di essere di fronte a un uso non comune della professione forense poco avvezza ai ladri di polli e per questo senza l'onore della cronaca locale.Ai posteri l'ardua sentenza.  

 

RITRATTINI di ucceo goretti 

Caro Paki, il tuo ritratto a pagina due della riviera del 4 gennaio 2009, non mi è piaciuto, nè nel contenuto nè nel posizionamento, accanto al grande Sen.Virgilio Condarcuri,uno degli ultimi grandi Politici sidernesi che abbiamo perso.

Naturalmente mi potrai rispondere …me ne frego!

Ma prima di rispondere ricordati che “me ne frego!” è un motto che risale al 1920 eccolo: 

 

Il motto pregiudicato e schietto

Fu detto da un baldo giovanotto

Fu trovato molto bello

se ne fece un ritornello

E il ritornello allegro fa così:

Me ne frego

non so se ben mi spiego

Me ne frego con quel che piace a me 

Ma andiamo al dunque.

Intanto il tuo ritratto ha tante lacune, ti sei dimenticato il secondo nome dell’avvocato, Daniel, si Daniel, perché Cosimo è un nome troppo comune e tu parli di un personaggio, un personaggio fuori dal comune. Colui che ha riaperto il caso di Lollò Cartisano.

Lollò Cartisano, Lui si che era un uomo comune, un padre comune, un marito comune, un fotografo comune ma con il “clic d’arte”, un antimafioso comune che ha pagato con la vita il suo opporsi all’espansione dei mafiosi nelle attività commerciali a Bovalino.

Ma, io ora, non voglio imitarti e fare il ritratto di Lollo’, che poi,detto tra noi, non lo saprei fare, non essendo né pittore né giornalista.

 I ritratti vanno dedicati ai grandi uomini, a chi ha riaperto le ferite della famiglia di Lollo’.

Ma dai Paki, dicci la verità, il tuo voleva essere veramente un Ritratto o una caricatura?

Sono convinto che ci hai preso in giro, ma ti scusiamo, perché la caricatura è riuscitissima. 

entro, il soffitto è alto, altissimo, tipico delle architetture nobiliari. L’avvocato ha nelle movenze, nella cadenza e nella parola modi non riconducibili alla razza calabra… 

Le architetture delle volte del soffitto sono l'unica cosa di nobiliare che avrai visto,ma lui, il tizio, l'individuo, non mi dire che è un alieno o forse si?

 …a noi è sembrato, nel parlare con l’avvocato, di essere di fronte ad un uso non comune della professione forense… 

In questa frase hai ragione Paki!

Il suo è un uso non comune della professione.

Sai dove sbagli PaKi? ,te lo posso dire?

Tanto te lo dico lo stesso!Sbagli nell’ultima pennellata al ritratto:

Ai posteri l’ardua sentenza.

La sentenza spetta al Tribunale ed all’ordine degli avvocati.

Salvo che, tu non voglia proporre una procedura straordinaria per farlo dichiarare Santo in vita. 

ucceo goretti