RIUNITA LA COMMISSIONE ANTIMAFIA ALCUNE DICHIARAZIONI

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RIUNITA LA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

Alcune dichiarazioni dei componenti 

Pisanu: Sono grave minaccia anche per democrazia

Da Commissione verrà contributo per fronteggiare questa emergenza

Roma, 11 nov. (Apcom) – Il presidente Pisanu si è detto convinto che "la Commissione parlamentare possa dare un contributo per fronteggiare una vera e propria emergenza criminale, che vede nel nostro Paese operare tre organizzazioni criminali endogene (mafia, camorra e 'Ndrangheta, ndr) e altre organizzazioni straniere". Per fare questo, ha tenuto a precisare l'ex ministro dell'Interno oggi presidente della Commissione di palazzo San Macuto, bisogna "capire bene questi fenomeni" per mettere a punto "strumenti legislativi avanzati". Per questo, Pisanu ha annunciato l'intenzione di proporre alla Commissione di fare un punto sul lavoro svolto dalle precedenti Commissioni parlamentari antimafia. Questo, per mettere a fattore comune i risultati raggiunti.

"Non c'è dubbio – ha proseguito Pisanu – che il rapporto mafia-politica verrà affrontato ma questo avverrà in maniera puntuale e non in modo generico o di 'scuola'". Il neo presidente della Commissione, ha spiegato che questo argomento verrà affrontato soprattutto attingendo alle relazioni delle Prefetture che propongono lo scioglimento delle amministrazioni inquinate dalle infiltrazioni mafiose. La Commissione antimafia, ha continuato Pisanu, non tralascerà inoltre le indagini sul riciclaggio. "La legge istitutiva della Commissione lo prevede", ha detto il senatore. "Più la minaccia si fa incombente, più dobbiamo alzare il livello di risposta dello Stato – ha affermato Pisanu – sia in termini di prevenzione che di contrasto". La Commissione dovrà avere "a cuore, prima di ogni altra cosa, il lavoro della Magistratura e delle forze della polizia e di quanti nella società civile si oppongono coraggiosamente alle organizzazioni mafiose".

A proposito del rinvio della nomina dei due vicepresidenti della Commissione, Pisanu ha voluto precisare: "Ho ricevuto subito dopo l'elezione la richiesta di aggiornamento della seduta perchè alle 15.30 la Camera dei deputati e subito dopo il Senato avevano votazioni in corso. Una richiesta ineccepibile che ho subito accolto". Pisanu non ha voluto dare indicazioni se la nomina avverrà in questa settimana oppure in quella successiva.

Franco Laratta “contro la mafia invisibile bisogna ripensare al ruolo della Commissione parlamentare”

Martedì 11 Novembre 2008 18:08

 COSENZA – Ripensare al ruolo della Commissione nazionale antimafia, in un contesto in cui la criminalità organizzata è sempre più invasiva nel tessuto economico, finanziario, sociale e persino nelle istituzioni. Questo, in sintesi, è quanto dichiarato da Franco Laratta, al termine della prima riunione della Commissione. Il parlamentare calabrese ha sottolineato che: “C'è una nuova mafia in Calabria e nel sud Italia; una mafia più forte, potente e invasiva della più tradizionale 'ndragheta tutta 'faida e sangue': è una 'mafia invisibile', più colta e moderna, che controlla e domina gli affari, i grandi appalti in Italia ed in Europa”.

L'esponente politico del Pd, fresco di nomina nell’importante istituto parlamentare, ha aggiunto che “La mafia domina le imprese sane, come testimonia lo stesso rapporto di ''SoS Imprese'' diffuso in queste ore, si tratta di quelle organizzazioni alleate con alcuni rami della massoneria, con potenti ambienti politico-istituzionali e con settori dell'imprenditoria e della finanza”. “Davanti a questo scenario così forte – ha continuato Laratta – dobbiamo ripensare il ruolo della Commissione antimafia, che non può fare solo proclami, relazioni e passerelle, ma deve incidere profondamente attraverso il riordino della legislazione antimafia, deve pensare a proporre nuove e più forti norme legislative, deve chiedere e pretendere un salto di qualità degli inquirenti che devono essere sostenuti e rafforzati nel loro lavoro”. In conclusione Franco Laratta si richiama al ruolo dello Stato “C’è bisogno che lo Stato, con la magistratura e le forze dell'ordine, torni ad esercitare il controllo di quelle vaste parti del territorio che, ormai, sono fuori da qualsiasi controllo”.

da ilfattoonline