Omicidio ad Acri. Natale Sposato freddato da due colpi di fucile

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Omicidio ad Acri. Natale Sposato freddato da due colpi di fucile

acri – L’hanno atteso sotto casa per saldare il “conto”. Un litigio, un diverbio o forse un torto. Chissà. Natale Sposato è scivolato nella tomba a soli 35 anni trascinandosi dietro quel suo inconfessabile segreto. Era disoccupato e viveva d’espedienti ma non sapeva far male e, soprattutto, non aveva legami con la criminalità che nella sua Acri traffica, principalmente, in stupefacenti. Eppure l’hanno ammazzato come un delinquente, davanti alla porta di casa. Con due fucilate sparate mentre cercava di fuggire. Scappava dal carnefice che, probabilmente, conosceva benissimo e con cui aveva appena parlato. E, forse, pure litigato, mentre provava a giustificare quel suo gesto (o quella semplice parola sbagliata) che ha finito per scatenare la vendetta. Nessuna giustificazione, nessun perdono: dopo aver vomitato tutto il veleno che aveva in corpo, l’assassino, sicuramente del posto (il luogo del delitto non è facilmente accessibile a chi non abita ad Acri), ha scaricato la sua rabbia puntando la “doppietta” contro Natale per chiudergli la bocca. E così è finita nella notte tra venerdì e ieri, in contrada Pietremarine, la storia di quel ragazzo della Presila cosentina, un giovane senza arte nè parte, abituato a campare alla giornata. La sua esistenza di stenti è stata spezzata, trenta minuti dopo la mezzanotte, da due colpi di fucile che l’hanno raggiunto, alla schiena ed alla gamba sinistra, subito dopo aver parcheggiato la sua motoape azzurra. Sposato s’è trascinato fin dentro casa e lì è morto sotto gli occhi dei suoi anziani genitori che erano stati svegliati dalle detonazioni dello “strumento di morte” usato dal sicario (che s’era appostato dietro un muro) contro il figlio. I suoi “vecchi” hanno visto spegnere, tra le loro stanche braccia, il sangue del loro sangue senza poter far nulla se non piangere. Il padre di Natale aveva lavorato come operaio forestale, sua madre s’era occupata sempre della casa e di come far crescere quei cinque figli senza avere molte risorse a disposizione. La vita in quell’abitazione è stata sempre scandita da enormi sacrifici. Tre di quei giovani di casa Sposato sono andati a cercare fortuna al Nord e l’hanno trovata (uno di questi ha aperto una frequentatissima pizzeria a Verona ed ha vinto anche il campionato nazionale riservato ai pizzaioli). Per Natale, invece, l’attaccamento a quella sua povera terra s’è rivelato più forte della speranza di poter vivere una esistenza migliore. E così lì ha provato a rimanere a galla, fino all’altra notte. Poi, però, è affondato, risucchiato da un rigurgito assassino.Ha pagato con la vita una debolezza. Forse, l’hanno ucciso perchè s’era appropriato di qualcosa (in passato era accaduto che dagli orti della zona era sparita della roba, come ortaggi, verdure e qualche pollo, e che qualcuno dei proprietari sospettava di lui), o forse più semplicemente lo hanno punito per aver infastidito la donna “sbagliata”. Oppure ancora, il trentacinquenne potrebbe essersi trovato nel posto sbagliato ed al momento sbagliato, divenendo così testimone involontario d’un losco affare. Enigmi al vaglio dei detective dell’Arma della Compagnia di Rende, guidati dal maggiore Vittorio Carrara. Dall’inchiesta, coordinata dal pm Adriano Del Bene, emerge, per ora, una sola certezza: non è un delitto legato alla ‘ndrangheta. Natale Sposato non aveva precedenti penali e ad Acri lo conoscevano tutti. E tutti s’erano accorti che da alcuni giorni evitava di farsi vedere in giro. E quando la gente lo notava era sempre a bordo della sua motoape azzurra. Era come se si sentisse braccato, se avesse paura d’incontrare qualcuno. Già, ma chi? Interrogativo che i carabinieri del tenente Francesco Mandia hanno girato a quegli amici con i quali Natale s’intratteneva spesso nei bar per sapere se il ragazzo si fosse confidato con qualcuno. Se, tra una partita a carte e un bicchiere di birra, la vittima avesse svelato i motivi di quelle sue paure, e, magari, fatto pure qualche nome. Dalle deposizioni sarebbero emersi utili spunti per una inchiesta che promette sviluppi. Altre valide informazioni potrebbero arrivare dall’autopsia e dalla perizia balistica sui pallini repertati dalla Scientifica. Accertamenti tecnici che sono stati già disposti dal pm Del Bene, insieme ad alcuni stub che sono stati eseguiti a carico delle uniche persone (si tratterebbe di conoscenti della vittima) che potrebbero aver avuto un motivo per sbarazzarsi di Natale Sposato.giovanni pastore gds