CONFINDUSTRIA CALABRIA ESPULSI 92 ASSOCIATI

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CONFINDUSTRIA CALABRIA ESPULSI 92 ASSOCIATI

 Il presidente di Confindustria  Calabria sull’espulsione di 92 associati. Il plauso e la vicinanza di Emma Marcegaglia

 Catanzaro. “Da tempo stiamo ragionando su come migliorare la qualità della struttura associativa”. Lo dice Umberto De Rose, presidente della Confindustria calabrese, sentito dall’AGI a proposito della espulsione di novantadue associati, di cui quasi i tre quarti nel Reggino, che non avevano i requisiti richiesti dalla legge e dal codice etico nazionale di Confindustria. Espulsione avvenuta nei mesi scorsi.

“Se quasi cento imprese escono dal sistema di Confindustria, significa che c’è stato un grosso lavoro di approfondimento, svolto anche insieme alle Prefetture. Abbiamo cercato, in modo indolore, di tenere fuori dal sistema quelle imprese che non ci convincevano fino in fondo. Non solo per l’adesione a fenomeni criminali, ma anche per non aver rispettato le regole della libera competizione o aver posto in essere pratiche corruttive”, dice ancora De Rose. “Ma questo non ci ha penalizzato in termini di numeri: se ne sono usciti 100, ne sono entrati 400 nuovi, di alta qualità, sottoposti ad un vaglio strettissimo”, sottolinea De Rose. “A Reggio Calabria il collega Femia ha fatto un lavoro egregio. Se cresce tutta la Calabria, quella di Reggio è l’associazione che cresce di più. E questo dopo un commissariamento, cosa non facile”. “Confindustria Cosenza da poco ha varato nuove regole: tutti i nuovi associati, e anche chi ricopre incarichi direttivi nell’associazione, dovranno presentare la certificazione antimafia. Questo non è mai avvenuto, neanche a livello nazionale”, dice con tono trionfante. Adesso ci serve fare il grande salto di qualità, fare un progetto che ponga davvero al centro lo sviluppo, che non può che partire dalle imprese. Abbiamo bisogno di una maggiore vicinanza delle istituzioni”, aggiunge De Rose. “Vedo che in alcuni atti la politica è ancora impaurita per il passato, e pone dei paletti che poi rendono difficile alle imprese, per esempio, accedere ad alcuni finanziamenti. Ma non bisogna aver paura del passato. Mettiamo delle regole chiare e trasparenti, che tengano fuori chi non deve competere. Io sono fiducioso: la Calabria tornerà ad essere quella regione “normale” che pretendiamo che sia”, conclude De Rose. *****

MILANO. Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha telefonato ai presidenti di Confindustria Sicilia e Calabria, Ivan Lo Bello e Umberto De Rose per testimoniare la vicinanza del sistema dell’industria alla battaglia per la legalità che stanno portando avanti da tempo. Negli ultimi tempi, ricorda una nota dell’associazione degli industriali, la Confindustria siciliana e calabrese hanno emesso “provvedimenti di espulsione e sospensione di decine di associati non in linea con i requisiti del codice etico”. Marcegaglia ha confermato “il supporto e il forte impegno dell’organizzazione imprenditoriale a favore della legalità, ribadendo come l’intero sistema sia consapevole che il contrasto alla criminalità organizzata è una battaglia per la modernizzazione civile ed economica di un’area fondamentale per lo sviluppo del Paese”. “La Sicilia e la Calabria, insieme alla Campania” ha sottolineato Marcegaglia, “stanno dimostrando concretamente come il sistema associativo sia accanto e sappia tutelare gli imprenditori che denunciano l’illegalità. Lo Bello e De Rose hanno a loro volta dimostrato con coraggio di saper allontanare gli associati non in regola con il codice etico”. L’impegno di Confindustria per la legalità e il sostegno alle associazioni sul territorio sarà testimoniato con la partecipazione diretta dei vertici di Confindustria in alcune iniziative già programmate da tempo, tra le quali il 26 settembre a Caserta, insieme con i tre leader nazionali del sindacato, e quelle a seguire in Calabria e Sicilia. (04-09-2008)