RIVIVE IL QUARTO STATO DELL’ANTI NDRANGHETA

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RIVIVE IL QUARTO STATO DELL’ANTI-NDRANGHETA

“Il murales di Gioiosa Ionica, il Quarto Stato dell’anti-‘ndrangheta è il dipinto che racchiude dentro di sé tutte le storie di resistenza alle cosche, tutte le lotte per l’affermazione dei diritti civili e sociali. I volti raffigurati sono i volti di Rocco Gatto e di tutte le vittime innocenti della ‘ndrangheta, sono i volti di tutti i calabresi onesti, di chi non si rassegna allo strapotere delle cosche, ai legami perversi tra Stato e anti-stato, di chi non dimentica. Abbiamo raggiunto un risultato, è un nuovo punto di partenza”.

Così Danilo Chirico, portavoce dell’associazione daSud, fa un primo bilancio dopo la grande festa di popolo di ieri sera a Gioiosa Ionica per l’inaugurazione del murales anti-cosche restaurato dopo trent’anni nella serata conclusiva della Lunga marcia della memoria, la manifestazione itinerante promossa da daSud e Libera. “E’ stata una giornata storica per Gioiosa, la Locride e la Calabria – spiega Francesco Rigitano, responsabile di Libera Locride – da ieri il murales campeggia di nuovo a Gioiosa, da ieri ci sono nuovi colori e nuove sensazioni positive in piazza Vittorio Veneto. Non potevamo accettare di vedere scolorire la nostra memoria. Per questo abbiamo messo tutto il nostro impegno per restaurarlo”. E adesso “l’antimafia sociale – spiega Giuseppe Ritorno, vicepresidente del centro don Milani di Marina di Gioiosa Ionica – ha di nuovo un punto di riferimento, possiamo guardare alle lotte del passato e pensare a quelle del futuro”.C’è stata una grande ed emozionante festa ieri sera a Gioiosa Ionica per la serata conclusiva della Lunga marcia della memoria, la carovana antimafia promossa da daSud e Libera per salvare il murales di Gioiosa, ricordare le vittime innocenti della ‘ndrangheta e ragionare attorno a una nuova idea di Mezzogiorno finalmente liberato dalle mafie. “Abbiamo messo a confronto istituzioni e cittadini, amministratori e associazioni – spiega il presidente di daSud Alessio Magro – abbiamo sperimentato nuovi percorsi e nuovi linguaggi per l’antimafia sociale di domani. Soprattutto abbiamo attraversato un territorio, siamo andati a scavare nelle storie delle vittime, abbiamo fatto tornare alla memoria vicende collettive e personali di chi ha combattuto e combatte le cosche in Calabria, di chi non si rassegna”. Dal palco di piazza Vittorio Veneto ieri ha tuonato contro le cosche don Tonio dell’Olio, dell’ufficio di presidenza nazionale di Libera, che dopo avere partecipato all’apertura dei lavori a Reggio il 16 luglio e alla giornata in memoria di Lollò Cartisano il 22 luglio è voluto tornare in Calabria per la serata conclusiva della Lunga marcia. “Non sono le persone oneste che devono vergognarsi, non sono i familiari delle vittime innocenti – ha detto Dell’Olio – ma i mafiosi, chi ha scelto la violenza, chi rovina il nostro Mezzogiorno”. E, circondata dai familiari delle vittime, Stefania Grasso, figlia dell’imprenditore di Locri Vincenzo ucciso nel 1989, ha spiegato l’importanza per il futuro del nostro territorio di “ricordare chi è stato assassinato perché era onesto e ha deciso di non pagare, di non scendere a compromessi con i clan”. Anche Ciccillo Gatto, fratello di Rocco e fiero oppositore delle cosche, ha spiegato l’importanza di ricordare anche attraverso simboli forti e dirompenti, come un gigantesco murales che campeggia nella piazza principale di un paese in cui è costante e continuo il corpo a corpo tra la parte sana e quella malata della società. “Siamo felici di avere salvato dall’oblio il murales antimafia di Gioiosa – sottolinea il presidente dell’associazione daSud Alessio Magro – siamo felici di avere riscoperto antiche e nuove storie di vittime innocenti delle cosche calabresi, siamo felici di avere incontrato lungo il nostro cammino migliaia di cittadini onesti, pronti a ragionare attorno al futuro positivo del nostro territorio, a dire “no” alle logiche della ‘ndrangheta”. Hanno fatto festa ieri i calabresi onesti, festa di impegno e di memoria, di divertimento e di arte, assistendo al concerto dedicato alla Calabria, a Rocco Gatto e a tutte le vittime innocenti. I Tetes de bois hanno portato nella piazza di Gioiosa Ionica il loro spettacolo Avanti pop e hanno aperto il loro palco al contributo di tanti artisti dando vita a un vero e proprio evento, un unicum concepito proprio in onore di Rocco Gatto e delle vittime. Si sono alternati sul palco gli attori Giuseppe Cederna e Nino Racco, il cantautore Peppe Voltarelli e l’ex leader del Banco del mutuo soccorso Francesco Di Giacomo, la band Invece, il poeta Alessandro Ape dando vita a performance di grande intensità artistica ed emotiva. Fino al gran finale con tutti gli artisti e i testimoni dell’antimafia sociale sul palco a cantare insieme e festeggiare il ritorno dei colori nel murales di Gioiosa. Una grande festa. "In un Paese come l’Italia che non ricorda, che tende a dimenticare e rimuovere noi cerchiamo di scavare nella memoria – dice Alessio Magro di daSud – Continueremo il nostro percorso di recupero delle storie dimenticate, le racconteremo e cercheremo nuove alleanze per farle raccontare con ogni linguaggio possibile. Ci sembra il modo migliore per rendere onore e giustizia a chi s’è battuto ed è morto e per affrontare con maggiore consapevolezza la sfida per un futuro diverso e migliore del nostro Sud”. Cinque dibattiti, altrettanti concerti, presentazioni di libri, proiezioni di film e documentari, decine di relatori e decine di associazioni coinvolte. E poi il ricordo dei morti di ‘ndrangheta, le cerimonie e le commemorazioni, le rievocazioni delle lotte del passato e le riflessioni dei protagonisti di oggi. Insieme alle migliaia di calabresi onesti che hanno deciso di seguire la Lunga marcia della Memoria, dalla prima tappa del 16 luglio a fino al gran finale di ieri sera con la festa per il restauro del murales, Rocco Gatto, e le altre vittime. Tanti passi per la memoria e per un’altra Calabria. La prima tappa è il 16 luglio a Reggio, con l’idea di una targa da apporre su tutti i beni confiscati alla ‘ndrangheta e le parole accorate di Niccolò Fabi e Pino Marino ai fan in piazza. Il 18 la carovana si ferma a Lazzaro in quella che presto diventerà Piazza Vincenzo Grasso, ucciso dalla ‘ndrangheta (20 marzo ’89 a Locri). Il 19 la Lunga marcia arriva a Palizzi, ricordando Celestino Fava, Nino Moio (uccisi nel ’96) e le navi dei veleni: una è sepolta proprio in quelle acque. Il 20 è il giorno della solidarietà, con i 10 volontari del campo di Libera-Legambiente (di stanza al Centro don Milani di Marina di Gioiosa Ionica) in visita alle coop sociali di Melito Porto Salvo. E il 21 a Polistena dopo una giornata sui terreni confiscati ai boss suona la memoria: sul palco il basso di Totò Speranza, ammazzato nel ’97 a Bovalino per trecentomila lire di debito. Poi le parole di speranza di Liliana Carbone (il figlio Massimiliano è stato ucciso a Siderno nel 2004). Il 22 è il giorno del ricordo: la Lunga marcia segue la famiglia Cartisano a Pietra Cappa, nel quindicesimo anniversario del rapimento di Lollò, mai più tornato. La moglie Mimma ha voluto raccontare finalmente la storia della pietra col fiore, lì dove è sepolto Lollò: un fiore che non ti aspetti, come quella lettera di pentimento che ha restituito alla famiglia i resti del fotografo di Bovalino, dopo dieci anni. Le lacrime della figlia Deborah sono di pena, ma anche di speranza: “Oggi siamo qui insieme, qualcosa di importante è nato”. Una cerimonia toccante, insieme a Stefania Grasso, Alfredo Borrelli (suo padre Francesco è stato assassinato a Cutro nell’82), Giovanni Tizian (il padre Giuseppe è stato ammazzato a Bovalino nell’89), Mario Congiusta (il figlio Gianluca è stato ucciso nel 2005). Qualcosa è rinato in Stefania perché “per la prima volta piango, condividiamo i nostri dolori, non siamo soli”. Qualcosa è nato in Giovanni e Alfredo, che hanno sentito di raccontare in pubblico la loro storia, e non l’avevano mai fatto. Qualcosa è nato in Mario: il desiderio di perpetuare la memoria, all’infinito. Il 23 la Lunga marcia torna a Reggio, per imparare dai ragazzi della cooperativa Rom ’95 come è possibile vivere nel rispetto delle culture diverse. Il 24 a Marina di Gioiosa la carovana va al cinema e ragiona sui diversi linguaggi possibili per raccontare il Sud, e il 25 arrivano i giornalisti: è l’ora della cronaca in positivo, delle buone notizie dell’antimafia sociale, nel solco della grande esperienza di Libera e del portale di Liberainformazione. Ieri il ritorno del colore e della memoria a Gioiosa Ionica, in tutta la Calabria. E mentre l’associazione daSud e Libera raggiunto l’obiettivo sono pronte a ripartire nel loro lavoro, è il momento dei ringraziamenti. “Questa Lunga marcia vogliamo dedicarla – spiegano gli organizzatori – a Ciccillo e Mario Gatto, Stefania, Deborah, Alfredo, Giovanni e Mario e a tutti i familiari delle vittime di ‘ndrangheta. Sono stati loro i veri protagonisti della festa dell’impegno di ieri sera sul palco di Gioiosa, in Piazza Vittorio Veneto proprio di fronte al murales”.

E una dedica speciale va ai giovani della cooperativa Valle del Marro che lavorano con impegno e coraggio sui terreni confiscati ai boss, a chi fa antimafia ogni giorno sul territorio, ai preti coraggio come don Pino De Masi, a tutti i volontari che hanno seguito la carovana antimafia, ai giovani di tutto il mondo arrivati al campo organizzato da Libera e Legambiente per disegnare nuovi murales antimafia nelle tappe della Lunga marcia, alle associazioni, a Round robin e FrameFarm, Rivistaonline.com e MovImenti, al comitato pro murales teatro Gioiosa, alle istituzioni (la Commissione Regionale Antimafia, la Provincia di Reggio Calabria – assessorato alla Difesa della legalità, alla comunità montana della Limina e ai comuni e alla Cgil che hanno ospitato le tappe della Lunga marcia), agli artisti che si sono esibiti e a quelli che sono tornati sui ponteggi dopo trent’anni per recuperare il murales. “Ai calabresi che resistono”, dicono all’unisono gli organizzatori.