PROCESSO CONGIUSTA TRE INTIMIDAZIONI AI FUTURI SUOCERI

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Siderno. Il referto del medico legale all’udienza del processo Congiusta 

Il killer ha sparato da vicino  

Tre intimidazioni ai futuri suoceri di Gianluca 

I CONIUGI ANTONIO SCARFO' e RASO GIROLAMA

di PINO LOMBARDO per il Quotidiano

 SIDERNO – 28 luglio 2008 

La drammatica sera del 24 maggio 2005 Gianluca Congiusta fu fulminato all’istante, (non ebbe contezza di quanto stava accadendogli), da un devastantecolpo di fucile caricato a pallettoni sparatogli da distanza ravvicinata, (tra i 50 centimetri ed un metro sottolineava il perito), da un sicario che si trovava seduto su un mezzo, (moto od auto,difficile stabilirlo), ed aveva affiancato la BMW sulla quale viaggiava lo sfortunato imprenditore sidernese. 

Questa una delle novità emerse ieri in Corte d’Assise a Locri, presidente Bruno Muscolo con a latere il togato Frabotta, a seguito dell’audizione di Massimo Rizzo, il medico-legale che eseguì l’autopsia sul corpo del giovane. 

L’udienza di ieri, relativa al procedimento penale per l’omicidio del giovane imprenditore di telefonia mobile che vede alla sbarra Tommaso Costa, accusato dell’uccisione del giovane e di aver promosso e diretto l’omonima associazione mafiosa, e Giuseppe Curciarello, accusato solo di associazione mafiosa,ha fatto registrare alcune importanti novità.  

Innanzitutto la Corte, nonostante l’opposizione della legale di Costa, avvocato Maria Candida Tripodi, ha acquisito al fascicolo dibattimentale, come già richiesto dal sostituto procuratore della Dda reggina, Antonio De Bernardo, nel corso dell’udienza dello scorso 6 maggio durante la quale veniva anche informata che la perizia medico-legale si trovava nel fascicolo del Pm, la radiografia sul corpo del giovane, nonché la relazione della perizia medico- legale, effettuate dal dottor Rizzo.

Poi veniva sentito il dottor Rizzo che nell’illustrare in aula le risultanze della perizia circostanze che portarono alla morte immediata di Gianluca Congiusta evidenziava che il giovane moriva, “fulminato all’istante”, per “paralisi cerebrale” provocata dalla devastante penetrazione del proiettile, (un foro d’entrata di 8 centimetri per 6), nella parte sinistra del viso all’altezza dell’orecchio.  

L’altra novità di ieri è stata l’acquisizione,  intorno a tre episodi intimidatori da parte della Corte, dei verbali delle denunzie che , da loro subiti nel 2004, vennero effettuate presso la caserma dei carabinieri di Siderno dai coniugi Gerolama Raso ed Antonio Scarfò, futuri suoceri di Gianluca Congiusta i quali, nonostante siano parti lese finora non hanno mai presenziato ad alcuna udienza al contrario dei familiari di Gianluca Congiusta che, con il padre Mario e la sorella Roberta , che presenziano con continuità le udienze.  

L’acquisizione avveniva, su richiesta del sostituto De Bernardo, dopo l’audizione del luogotenente dei carabinieri, Antonio Avena, e del maresciallo comandante la stazione di Siderno, Ziccardo. I due sottufficiali rispondendo alle domande poste loro dal Pm De Bernardo, dal presidente della Corte Muscolo, dai legali di Parte Civile e dai   legali degli imputati illustravano alla Corte i tre episodi intimidatori che i coniugi denunziarono. 

Il primo episodio si verificava il 25 maggio 2004, quando la moglie di Scarfò trovava nella cassette della posta una busta “senza mittente” indirizzata al marito al cui interno erano stati collocati tre proiettili di pistola calibro 9 x21 – specificava Avena. 

Il secondo episodio, denunziato dalla coppia si verificava qualche settimana più tardi, il 10 giugno.Qualcuno danneggiava con un colpo di pistola -spiegava il maresciallo Ziccardo l’auto “Zefira” utilizzata dalla signora Raso.  

Il terzo episodio intimidatorio denunziato dalla coppia si verificava circa un mese dopo, il 13 luglio 2004, quando qualcuno, con un masso danneggiava l’auto – vettura Mondeo utilizzata da Antonio Scarfò.  

I due sottufficiali, rispondendo alle domande dell’avvocatessa Tripodi, non solo evidenziavano che l’intero fascicolo veniva inoltrato alla Dda di Reggio Calabria dal momento che avevano ricevuto, già dal dicembre 2003, una delega ad indagare sulla coppia Scarfò, ma sottolineavano di non essere a conoscenza se le indagini effettuate su quei tre episodi portarono a qualche risultato positivo. 

Durante l’audizione del maresciallo Ziccardo l’avvocato Tripodi, legale di Tommaso Costa, chiedeva al sottufficiale se ricordasse le due denunzie prodotte ad aprile del 2005 da Gianluca Congiusta, una riguardante la circostanza che gli vennero trafugati dei cellulari e l’altra inerente il furto di una cinquecento, nonché l’episodio avvenuto il 31 maggio del 2005 quando il portavoce del sindaco di Siderno, Francesco Caridi, si recava in caserma a Siderno per evidenziare che il figlio, effettuando una chiamata col cellulare, intercettava una comunicazione tra due persone il cui dialogo faceva ipotizzare stessero parlando dell’uccisione di Gianluca Congiusta, e che tipo di indagini fossero state effettuate. 

Poi l’udienza veniva aggiornata al prossimo giovedì, 31 luglio, per sentire i carabinieri di Soverato ed il capitano Tocci.