Mimmo Carabbetta. ucciso per errore

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Mimmo Carabbetta. Ucciso per errore

Nel 1988 due cose erano importanti per molti ventenni della Locride: il mestiere e la macchina.

Domenico Carabetta, giovane sidernese, il mestiere ce l’aveva: si era diplomato chef qualche anno prima all’Istituto Alberghiero di Locri. Possedeva anche una macchina. Ma la sua 112 lx verde bottiglia, acquistata poco tempo prima dal padre, era la macchina sbagliata. Questo almeno secondo la versione di due collaboratori di giustizia: Nino Gullì ucciso lo scorso 4 Maggio a Reggio Calabria e Federico Lorenzo.

Andiamo per ordine. L’11 settembre 1988 Mimmo (così lo chiamavano i genitori, il fratello e gli amici) si era recato come ogni pomeriggio a S. ilario, sul lungomare.
Uno sguardo al mare dalla terrazza del lido-ristorante “Il Pentagono” e via in cucina per i preparativi di una delle ultime cene di quell’estate.
Della sua ultima estate.
Poche comande sulla mensola. Quella sera i fornelli furono spenti qualche ora prima. I fari psichedelici già in deposito, lo strobo fuori uso da ferragosto, la musica a basso volume e nessuno in pista. Fuori dal lido la “striscia” di Sant’Ilario somigliava a un deserto. Una sigaretta e un ci vediamo domani a chi era rimasto a chiacchierare. Mimmo si avviò verso l’uscita. A pochi metri dal locale la macchina e pochi istanti dopo, prima di aprire lo sportello, la violenza e la crudeltà si materializzava attraverso tantissimi colpi d’arma da fuoco contro un giovane appassionato di cucina e felice per la sua gioventù piena di lavoro e passione. Piena di sogni raggiungibili.
Era mezzanotte quando nel piccolo centro della Locride, dove negli anni a causa di una faida senza fine si sono contati tanti morti, veniva assassinato per un errore enorme un ragazzo normale La missione dei killer doveva portare all’uccisione di due fratelli gemelli Bruno e Ilario Tallariti, entrambi di Ardore e proprietari di una 112 simile a quella di Domenico Carabetta. Il movente dell’azione criminale? Vendicare (questa la versione dei due collaboratori) Antonio Catanzariti, titolare dell’Euro Hotel, ucciso l’11 Luglio di quell’anno. In sella a uno moto i due sicari portarono a termine il loro “lavoro”.
Innocente, innocente, innocente. Mimmo Carabetta era innocente.
Non c’è più da vent’anni e la sua piccola famiglia in contrada Trigoni a Siderno continua a piangerlo ogni giorno. Da allora i suoi cari non trovano più pace e nemmeno sorrisi. Da allora è finita. Il padre di Mimmo Carabetta è morto la scorsa estate, ma è anche lui è stato ammazzato quel maledetto 11 Settembre di vent’anni fa insieme al figlio. A penare ancora la madre . Da allora evita di passare da S. Ilario. Non riesce a respirare l’area di quel paese che gli ha rubato la sua creatura. Il fratello Antonio grida in silenzio. Un silenzio che copre una ferita enorme, profonda quanto 20 anni di giochi e dialoghi mancati con il suo unico “fratellino”. L’esistenza di questa povera famiglia è stata segnata dall’odio inspiegabile di una vicenda che ha cancellato l’estate, la musica e anche gli odori.

Un territorio, la Locride dove morire ammazzati è sempre più normale.

Ma il dopo quell’11 Settembre spiega ancora meglio la tragedia che vive la gente della Locride. La marcata arretratezza di questi luoghi si manifesta con pochissima reazione. La gente invece di condannare e reagire a questi delitti efferati tenta di trovare il motivo per poi provare a difendere l’indifendibile. E in giro si schiamazza il solito bisbiglio:

“Ci sono sicuramente donne di mezzo, sarà stato un delitto passionale; il tradimento, l’onore. Se l’hanno ucciso qualcosa avrà fatto. Forse avrà offeso qualcuno o fors’anche sputato nel piatto di qualche mammasantissima o chissà cos’altro ha potuto combinare. Nessuno uccide tanto per… E intanto sola in un angolo, indifesa da vent’anni una famiglia sidernese piange disperata. Nessun sostegno, pochi affetti hanno segnato ancora di più il dramma del Padre, della madre e del Fratello di Mimmo Carabetta ucciso a Sant’Ilario l’11 Settembre del 1988.

Il caso è stato riaperto.

(09.06.2008)

Natalina Misogino per la Riviera

 Il commento di ucceo goretti 

1988-2008 sono passati 20 anni ed a Siderno, isola felice, nulla è cambiato.

I falsi moralisti di allora circolano ancora oggi.

I mormorii da marciapiede di allora… ci sono sicuramente donne di mezzo, sarà stato un delitto passionale,il tradimento, l'onore, se l'hanno ucciso qualcosa avrà fatto, ci sono ancora oggi, con una sola differenza: qualche mormorio da marciapiede è diventato oggi, intervento illuminato in consiglio comunale dove, dalla voce del Consigliere Domenico Catalano apprendiamo, che  la maggior parte dei processi per omicidi di mafia si concludono con sentenze di omicidi per motivi di donne.

Non ci è dato sapere da quali fonti il Consigliere Catalano abbia attinto queste notizie, ma probabilmente gli saranno state fornite dal Pull di azzeccagarbugli del Comune di Siderno.

Se così è, caro Consigliere, la sua statistica è priva di ogni fondamento. 

Ucceo goretti 

dalla locride, italia, europa 9 giugno 2008.