MAFIA. APPELLO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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NAPOLITANO: CSM IMPEDISCA EPISODI COME GELA

 "Condotte del genere minano il prestigio della magistratura" occorre "evitare episodi del genere e il loro inaccettabile protrarsi".

E' l'appello che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso inviando al Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Nicola Mancino, una lettera riguardo al caso di ritardo nel deposito delle motivazioni di una sentenza contro esponenti mafiosi, per questo rimessi in liberta', avvenuta presso il tribunale di Gela. "I mezzi di informazione – scrive il Capo dello Stato – hanno dato ampio risalto al gravissimo ritardo verificatosi nel deposito delle motivazioni di una sentenza emessa dal Tribunale di Gela nel maggio del 2000. Il mancato deposito ha comportato la scarcerazione di soggetti che, in primo grado, erano stati condannati a pene rilevanti per delitti di criminalita' organizzata. A distanza di circa otto anni dalla condanna, le motivazioni non sono state ancora depositate e non e' dato prevedere quando cio' avverra'. I profili deontologici a carico del giudice cui spetta redigere la motivazione sono sottoposti al vaglio della sezione disciplinare del Consiglio Superiore che ha sanzionato per due volte il magistrato e che dovra' prossimamente valutare il persistere della sua condotta omissiva. Assieme a quelli disciplinari sui quali il Consiglio ha deciso o si appresta a decidere e sui quali non intendo assolutamente interferire, l'episodio presenta altri profili di rilievo, meritevoli di attenta riflessione. Esso non e' infatti il primo nel quale il Consiglio si imbatte. Condotte di simile segno – pur se non sempre accompagnate dallo stesso clamore mediatico – vengono sovente prese in considerazione dal Consiglio, mentre altre impongono – altrettanto spesso – l'intervento dei titolari dell'azione disciplinare o degli organi ispettivi ministeriali per accertare le ragioni dei ritardi nel deposito dei provvedimenti: ritardi che hanno condotto talora a scarcerazioni di imputati condannati per delitti che allarmano l'opinione pubblica. In piu' occasioni – afferma Napolitano – ho sottolineato che condotte del genere minano il prestigio della magistratura e la fiducia che in essa ripone il cittadino. In questo quadro, sottopongo al Consiglio l'opportunita' di invitare i Capi degli uffici a esercitare con tempestivita' e rigore i loro poteri di vigilanza e, nello stesso tempo, l'opportunita' di assumere – con la urgenza che la situazione richiede – le determinazioni procedurali e organizzative idonee a evitare il ripetersi di episodi del genere o il loro inaccettabile protrarsi. Sono persuaso – conclude Napolitano – che con la Sua autorevole Presidenza, il Consiglio sapra' farsi carico di cosi' delicato problema, anche per il rispetto dovuto a tutti i magistrati che svolgono con professionalita' e diligenza le loro delicate funzioni".(AGI) – Roma, 14 marzo –