Mafia, il raid puntava ai nomi anti-racket

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Un furto su commissione voluto da bene informati

Mafia, il raid puntava ai nomi anti-racket

Industriali, presi i verbali di una riunione. Ipotesi protezione per chi è in prima linea

CALTANISSETTA — Un'operazione chirurgica voluta da persone ben informate. L'incursione nella sede degli industriali non è stato un raid vandalico ma qualcosa di più inquietante. «Non c'è stata devastazione — dice il Procuratore Renato Di Natale — si sono limitati a forzare una porta-finestra dalla parte dell'immobile in cui non ci sono telecamere e hanno portato via un dischetto e un portadocumenti ». Dettagli che per il presidente degli industriali nisseni Antonello Montante fanno pensare a «menti raffinatissime » che avrebbero organizzato «un furto su commissione dietro al quale c'è qualcosa in più del semplice racket». Cosa contenevano i documenti rubati? «Tra l'altro — spiega Di Natale — c'erano i verbali della riunione di settembre in cui venne stilato il codice per cacciare chi paga il pizzo». Non solo le deliberazioni finali ma anche il dibattito interno con le singole prese di posizione. Dunque chi ha rubato quelle carte ora ha in mano i nomi degli imprenditori che con più forza hanno sostenuto la svolta antiracket. Ma tra le carte c'erano anche documenti relativi alle nomine ai vertici dell'area industriale. Per gli inquirenti un furto del genere ha «una carica intimidatoria più forte di un semplice raid» ma è anche un segnale delle resistenze che covano tra le imprese ancora inquinate dalla presenza mafiosa. «Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata — ammette il presidente di Sicindustria Lo Bello — ma ciò che è successo conferma che stiamo aggredendo il problema». E Di Natale incoraggia: «L'operazione di pulizia deve essere a 360 gradi. Vanno valutate tutte le posizioni negli organismi imprenditoriali senza timore che alcune siano troppo grosse». Il presidente della piccola industria di Palermo, Seminara, chiede una giunta straordinaria per «discutere senza filtri né timori ». Gli inquirenti studiano le copie dei documenti rubati per valutare i soggetti più esposti. I prefetti in tutta la Sicilia continuano a rafforzare la vigilanza attorno agli imprenditori in prima linea. A loro si rivolge il Presidente del Senato, Franco Marini: «Mai come in questo momento è essenziale che voi avvertiate il sostegno delle istituzioni e di tutto il Paese».Alfio Sciacca
28 novembre 2007