Il dolore del vescovo di Locri per la strage di ferragosto

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Il dolore del vescovo di Locri
"Si può solo piangere e pregare"

 Monsignor Bregantini è tra le personalità più impegnate nella battaglia contro la 'ndrangheta:

"Ma adesso non è il momento delle parole"

LOCRI – E' una delle personalità pubbliche più impegnate, sul fronte della lotta alla 'ndrangheta. Ma oggi, dopo la strage di Duisburg, perfino lui – monsignor Giancarlo Maria Bregantini, vescovo di Locri – ha invitato al silenzio: "Adesso si può solo piangere e pregare, non è il momento delle parole ". Questa la sua dichiarazione, rilasciata all'agenzia Ansa.

Raggiunto al telefono nella Curia vescovile di Locri, Bregantini è apparso molto provato e colpito. "Non chiedetemi niente – ha aggiunto il presule – perchè oggi non si può dire nulla o fare alcun commento".

Insomma, un dolore troppo forte per essere espresso. Acuito dal fatto che il vescovo è da sempre impegnato, nella battaglia contro tutte le mafie. Convinzioni che lo hanno portato spesso a esporsi in prima persona. Come quando, nell'aprile 2006, prese carta e penna per scrivere una lettera a tutti i parroci della zona, in cui chiedeva, senza mezzi termini, "la scomunica per chi spara e uccide". Nella stessa missiva, l'alto prelato sottolineava ai suoi sottoposti la necessità di "risvegliare le nostre coscienze, perché mai si lascino abituare al male, ma sempre possano attivare le necessarie forme di reazione".

Grande il suo impegno anche nella mobilitazione che seguì il delitto Fortugno. E infatti Brigantini fu uno dei partecipanti al corteo antimafia organizzato da don Luigi Ciotti. Ma oggi, di fronte al sangue e alle vittime che la 'ndrangheta ha portato a migliaia di chilometri di distanza, il vescovo ha preferito chiudersi nel dolore e nella preghiera.