21 Marzo- dal BLOG Pensieri in Libert

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Questo articolo è tratto da un bellissimo BLOG: Pensieri in Libertà
… la mafia siamo noi se ci arrendiamo …

La mafia siamo noi se ci arrendiamo!” È questo lo striscione che mi è piaciuto di più perché  sintetizza perfettamente il significato della lotta contro le mafie: un impegno che va oltre la giornata commemorativa del 21 marzo.

Anche gli altri striscioni, che i ragazzi hanno realizzato con particolare cura, erano molto belli e significativi. Ne cito solo alcuni:
Quando si sogna da soli è solo un sogno, ma quando si sogna insieme è già l’inizio di una realtà
E se ogni giorno fosse così … cosa resterebbe della mafia?
Noi giovani testardi, voi miseri codardi
La mafia non deve uccidere i nostri sogni
La mafia uccide i nostri sogni. Combattiamola
Coraggio! Insieme per liberare la speranza
È stato già detto tutto … è ora di agire!
La vita dei morti sta nella memoria dei vivi
I morti non parlano … gridiamo anche per loro
La mafia fa paura, la paura fa la mafia
Mafia è sopraffazione
Vogliamo crescere in un mondo pieno di luci e di colori
Più lavoro, meno mafia. Più Stato, meno omertà

Non sono mancati anche i riferimenti alla canzone vincitrice di San Remo giovani Cosa nostra, cosa vostra. È nostra la libertà“. 

Portatori di messaggi di speranza e di impegno, sono stati proprio i ragazzi i protagonisti principali ed indiscussi della manifestazione. A migliaia sono arrivati non solo da ogni parte della Calabria e del Mezzogiorno ma anche da ogni Regione d’Italia, consapevoli che le mafie sono diventate un fenomeno economico e culturale ormai nazionale: sono venuti dal Piemonte, dalla Lombardia, dal Veneto, dal Friuli, dalla Liguria, dalla Toscana, dall’Emilia Romagna, dal Lazio, dalla Sardegna, etc. … intere scolaresche accompagnate dagli insegnanti.
Bambini e ragazzi dalle facce sorridenti, contenti di esserci ed orgogliosi dei lavori che avevano fatto nelle scuole sul tema della legalità. E in molti casi sono stati i bambini – dirà più tardi il Sindaco di Lamezia Terme, nel corso del workshop “per una politica di legalità” – a prendere per mano i genitori e a trascinarli alla manifestazione … 

Presenti anche molti rappresentanti delle istituzioni: Sindaci, Assessori, amministratori di Province e Regioni, parlamentari, rappresentanti del Governo … centinaia i gonfaloni di Comuni, Province e Regioni … e migliaia di cittadini comuni …

È stata una giornata straordinaria per Polistena e straordinario è stato anche il tempo: le nuvole si sono diradate fin dalle prime ore del mattino … ed il sole, inaspettato, ha dato il benvenuto ai manifestanti, annunciando la primavera metereologica accanto alla primavera delle coscienze.
Polistena, una cittadina di soli 12.000 abitanti, ha saputo accogliere con grande generosità oltre 30.000 persone che hanno letteralmente invaso le sue strade e le sue piazze per testimoniare solidarietà e vicinanza ai familiari delle vittime delle mafie.

Coloravano il corteo centinaia di bandiere: su ognuna era riportato il nome di una vittima e la frase “loro sono morti perché noi non siamo stati abbastanza vivi”.
Dagli altoparlanti posti lungo il percorso della manifestazione sono stati scanditi, ad uno ad uno, ininterrottamente i nomi degli uomini, delle donne, dei ragazzi e dei bambini uccisi dalla mafia … assassinati per essersi opposti alle mafie … oppure, come è accaduto a ben 155 di loro, ammazzati soltanto perché si sono trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.Una 
manifestazione silenziosa ma, nello stesso tempo, estremamente rumorosa: nessuno slogan potrebbe mai avere la forza dirompente di quella sorta di appello di assenti che non potevano rispondere … ed era proprio quell’appello a far sentire tutti gli assenti (man mano che venivano scanditi i loro nomi) fortemente presenti in mezzo a noi …
Appello che è stato nuovamente letto sul palco, mentre il corteo arrivava a destinazione … appello che il
sottofondo della colonna sonora di “Schindler’s list” ha fatto diventare particolarmente toccante …

Applauditissimi Giancarlo Caselli, Rita Borsellino, Francesco Forgione (Presidente della Commissione parlamentare antimafia), Piero Grasso (Procuratore nazionale antimafia).
Forgione ha evidenziato la necessità di colpire le mafie nei patrimoni e nelle ricchezze (accelerando, ad esempio, l’iter di assegnazione dei beni confiscati), ha sottolineato il ruolo delle banche e di quei notai che chiudono un occhio davanti al denaro sporco (è, infatti, ridicolo che attualmente in Italia ci siano in corso solo sei processi per riciclaggio) ed ha annunciato l’audizione del Governatore della Banca d’Italia in Commissione antimafia.
Grasso ha rilevato che il potere mafioso non è solo là dove c’è la mafia “militare” ma che bisogna dire basta anche ai compromessi, ai favoritismi, alle raccomandazioni, ai privilegi, al finanziamento illegale della politica, alle intimidazioni, all'appropriazione di finanziamenti pubblici, alla compravendita degli appalti, al racket, all’usura.
Minniti (Viceministro dell’Interno) ha garantito che la lotta alle mafie, la cattura dei latitanti e l’attacco ai patrimoni dei mafiosi saranno una priorità assoluta dell’azione del governo.
Melandri (Ministro per le politiche giovanili) ha ribadito l’importanza della scuola nell’educazione alla legalità e che i principali destinatari dei beni confiscati devono essere i giovani.
Tutti hanno ripetuto che non sono più tollerabili connivenze e complicità tra mafia e politica, che bisogna ripulire le liste dei partiti, che il governo deve fare di più di quanto non abbia fatto fino ad oggi …
 

Per ultimo, attesissimo, è intervenuto don Ciotti. Pochissime parole, le sue, ma incisive e pesantissime:
Ho solo una domanda da porre a tutti, ma proprio a tutti, nessuno escluso. Voglio porre una domanda alla nostra coscienza. Pongo una domanda alla coscienza di tutti. Di chi è la responsabilità di tutto questo sangue innocente? Ognuno risponda nella sua coscienza, perchè è troppo facile dire “mafiosi”, è troppo facile dire “politica”, “istituzioni”. Il problema non è la ’ndrangheta, siamo noi. Possibile che 133 famiglie di ‘ndrangheta debbano tenere in ostaggio la Calabria? Tocca a noi ribellarci dentro e trovare la forza e il coraggio. Pongo questo interrogativo: qual è la nostra quota di responsabilità, quello che noi di più dobbiamo fare? Le parole sono stanche. Sono anni che sento parlare di qui, di su, di giù. Voi che avete preso la parola, nella vostra coscienza, così come a tutti noi: assumiamoci la nostra quota di responsabilità, senza delegarla agli altri. E, soprattutto, diciamo basta.

Sono parole che pesano come macigni e che non possono cadere nel silenzio. Sono state raccolte poco dopo, nel corso del workshop “per una politica di legalità”, da Angela Napoli (deputata di AN) e da Francesco Forgione.
“Fino a ieri”, ha detto la Napoli, “credevo di aver fatto tutto il possibile, ma ieri le testimonianze dei familiari delle vittime di mafia hanno scosso la mia coscienza. Io non ho fatto abbastanza nella ricerca di un’azione unitaria contro le mafie”.
“Non possiamo più dormire sonni tranquilli dopo le parole di don Ciotti” ha affermato Forgione “non c’è più tempo. Dobbiamo ricostruire gli anticorpi per riformare la politica”.
Il
workshop ha affrontato diversi problemi importanti, ed in particolare la necessità di rivedere alcune norme come quelle sul voto di scambio, quelle sulla disciplina del pubblico impiego in ordine alla corruzione, quelle sulla confisca dei beni e relativa assegnazione (attualmente c’è troppa intermediazione politica e burocratica che rallentano notevolmente l’iter di assegnazione), quelle sullo scioglimento dei Consigli Comunali (che, allo stato attuale, non incidono su quei dipendenti pubblici che sono conniventi con la mafia).
Si è parlato, inoltre, del pericolo di clientelismo sulle assegnazioni dei beni confiscati e della conseguente necessità di un adeguato controllo, del problema dello snellimento delle procedure amministrative che hanno abbattuto controlli che sono invece importanti per una reale trasparenza, dell’esigenza di pretendere l’applicazione della legge sull’anagrafe patrimoniale dei dipendenti pubblici, etc.

La giornata si è conclusa con un concerto aperto, a sorpresa, da Fiorella Mannoia che ha cantato insieme a Luca Barbarossa “la leva calcistica del ‘68” e continuato, con entusiasmo, da Barbarossa che è riuscito a coinvolgere moltissimo il pubblico. Un pubblico che si è lasciato trasportare dalla sua musica e che lo ha accolto con molto calore.
E la musica ha aggregato ancora una volta giovani e meno giovani …

Dedico questo post a Sacha, uno straordinario dolcissimo e generosissimo ragazzo di 13 anni che si è alzato alle 5,30 per partecipare alla Giornata della Memoria e dell’impegno.
È un piccolo grande uomo  che non demorde, che non si lascia sopraffare dagli avvenimenti, che non si arrende … forse lui, ancor prima di quelli che hanno scritto lo striscione, ha capito che l
a mafia siamo noi se ci arrendiamo …
A lui e a tutti i ragazzi (e, soprattutto, ai bambini) che erano presenti, sia fisicamente che idealmente, a Polistena, auguro di poter crescere in un mondo pieno di luci e di colori e
che nella loro vita possano avere sempre infiniti motivi per sorridere …

 

….grazie m.t.

ti sorrida l’alba di un nuovo giorno

 

ucceo goretti