Polistena, “Vogliamo la verita”’

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 "Polistena,Vogliamo la verita''

E’ un segno di speranza che questa giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si celebri a Polistena, nella bella terra di Calabria».  Anche il presidente del Consiglio Romano Prodi, con un messaggio, ha dato la sua adesione e quella del suo Governo alla “buona battaglia” intrapresa da Libera e da Avvisopubblico per la lotta alle mafie.

Quel governo più volte menzionato dai familiari delle vittime di mafia riuniti ieri all’Auditorium comunale di Polistena troppo piccolo per contenere così  tante persone,  prologo della manifestazione antimafia che comincerà questa mattina alle 9 e che si protrarrà per tutta la giornata. Saranno oltre trentamila le persone attese che diranno No a tutte le mafie, e a sfidare l’inusuale freddo e il maltempo di questi giorni. Sono oltre 700 invece le vittime di mafia, nomi che saranno impressi per sempre sulla lapide, la seconda in Italia dopo Roma, che verrà inaugurata sempre stamattina, e ieri pomeriggio quasi 250 familiari di queste vittime hanno partecipato, con commozione e intensità, all’incontro a loro dedicato.
«Incontro significativo – ha detto don Pino Demasi, referente di Libera per la Piana – perché nel mentre raccontano le loro storie, i loro drammi, migliaia di persone sono idealmente con loro». All’incontro non c’erano soltanto i familiari di questi martiri, ma anche chi la mafia la combatte giornalmente sul campo, Salvatore Boemi della Dda, il procuratore generale di Torino Giancarlo Caselli, Andrea Campinoti e Pier Paolo Romani di Avviso Pubblico, la Commissione parlamentare antimafia con il presidente Francesco Forgione in testa e il suo vice Giuseppe Lumia, ed ancora Angela Napoli, Ida D’Ippolito e Maria Grazia Laganà; e la presidente di Riferimenti Angela Musella. Assenti invece i rappresentati della Regione. «Nel ricordo di queste vittime – afferma il sindaco di Polistena Giovanni Laruffa – possa rinascere una nuova Calabria, fatta di gente onesta che vuole cambiare». Davvero tanti i familiari delle vittime di mafia, arrivati nel cuore della Piana, da ogni parte d’Italia. «Sono l’immagine – afferma Viviana, responsabile di Libera Memoria – dell’Italia che non si arrende e continua a lottare». Certamente loro non si arrenderanno, continueranno a lottare, e questo viene evidenziato da più parti. «Siamo qui alla ricerca della verità – afferma la sorella di Serafino Gagliostro – quella verità che forse non arriverà mai. Il nostro territorio deve essere lasciato alla gente onesta e che ha la grande forza di appartenere ad un popolo fiero». Come non ricordare in questi momenti Falcone e Borsellino, il loro sacrificio è servito per aprire le coscienze. Toccanti le testimonianze della vedova del capo scorta di Falcone Antonio Montanaro e della mamma «di un Angelo custode di Borsellino», malgrado la ferita difficile da rimarginare, hanno ringraziato l’impegno di Libera e di don Luigi Ciotti. Un dolore incancellabile, e quel nodo alla gola che blocca le parole dei familiari delle vittime di mafie che hanno testimoniato. E’ così, anche per Giuseppe Fazio, Annamaria Torre, Giacomo Lamberti, Donatella Mondo, Raffaele, Piero Campagna, la mamma di Massimiliano Carbone.«Dobbiamo fare di più tutti insieme – ha detto al termine don Luigi Ciotti – dobbiamo impegnarci a fare riemergere il bene. La prima mafia da combattere è quella delle parole, delle promesse. Facciamo meno convegni ma più fatti, perché le mafie sono il peccato. Alla politica chiediamo una sola cosa, fare le politiche per la gente. Non è impossibile spedire le mafie a casa». Quel «non è impossibile», che il prete antimafia ha ripetuto, con rabbia,  tre volte, fa capire perché l’impegno antimafia cresce di anno in anno. Subito dopo, don Ciotti e il sindaco Laruffa hanno inaugurato, adiacente al Municipio, piazza 21 marzo.

Scritto da Piero Catalano   
mercoledì 21 marzo 2007

da calabria ora