TRAPPOLE MORALI : HO DECISO DI COMBATTERE

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Di VALENTINA BARRANCA
 La percezione di una smagliatura della terra in cui viviamo,

di una falla piccola o grossa, di un “vizio di forma” che vanifica

 uno od un altro aspetto della nostra civiltà o del nostro universo morale

 mi ha portato a scappare dalla mia “trappola interiore” e a capire

che non si poteva più stare immobili davanti al processo di degrado

 nella quale la Calabria ne sta diventando protagonista.

E’ facile comprendere che il degrado al quale
faccio riferimento è la criminalità organizzata che sega, rompe il
paradiso di ricchezze che la nostra terra possiede.

Ed allora ecco che ho deciso di combattere in due modi:

 il primo unendomi alle idee di Aldo Pecora, di Rosanna Scopelliti,

di Mario Congiusta e di tutti gli amici che non ho ancora avuto la fortuna di conoscere;

 il secondo è stato quello di avvicinarmi formalmente alla politica perché anche io
nel mio piccolo devo cercare di cambiare certe mentalità.

Sono cresciuta con il mito di una donna, una condottiera di pensiero:

 Anna Kuliscioff, la dottora dei poveri, una donna eccezionale che riunì in
sé l’impegno politico e scientifico con una grande capacità d’amore e
con l’obiettivo di creare una società giusta.

 Anna tuttora illumina la mia vita come un faro di luce spirituale,

come una fonte inesauribile di energia e di coraggio morale, come l’esempio stesso della dignità che non transige, della coscienza che non abdica.

 Ed ecco che anch’io voglio lottare proprio perché la mafia non è più una sofferenza
emarginata alle singole famiglie straziate dal dolore, ma è una comunità semmai emarginata,

 perseguitata e terribilmente offesa.

Il primo risultato a mio avviso lo abbiamo ottenuto, ovvero, quello che
dalla cronaca siamo riusciti a passare alla storia, perché ci siamo uniti,

 perché il dolore individuale è diventato quello collettivo e la
rabbia di una singola persona è diventata la rabbia di tutti.
 
Continueremo insieme a dar senso al presente investendolo con la luce
che proviene dallo scandaglio del passato, passato colto nella sua
lacerazione e nel suo doloroso trapasso; luce sinonimo di onestà che
continuerà ad illuminare il nostro futuro.

 E’ stata proprio la realtà che ci ha conservato il passato, il penetrare nei suoi risvolti,

 nelle sue perplessità, nelle sue ambigue contraddizioni che ci hanno dato la
forza per ribellarci per non arrenderci di fronte a quell’affermazione
e apatia che la ‘ndrangheta sembrava ineluttabilmente aver  prodotto.

La nostra è una ribellione, una guerra contro la mafia e se lottiamo,
come Levi ci suggerisce, non vuol dire che siamo disperati,ma lottiamo
perchè abbiamo una metà da raggiungere, perché la Calabria non si deve
più proporre come una realtà a parte, corpo isolato nei suoi mali.
Basta porgere il collo delicato alla corda dello strangolatore: basta!
Basta limitarci a sopravvivere, continuiamo ad unire le nostre idee e
le nostre forze, lavoriamo insieme perché “insieme si può smontare un
muro che non ci fà vedere il mare”, insieme si può costruire mattone
dopo mattone una calabria per sognare.
Mi rivolgo alle autorità, ai politici, alla giustizia: Non lasciateci soli, aiutateci in questa
lotta, dedicateci del tempo realizzate le nostre idee nuove, fresche…
debelliamo ogni forma di criminalità organizzata, tagliamo le gambe a
chi pensa di aver in mano il futuro della Calabria, non è così!

Il futuro come lo è già il presente è nelle nostre mani e noi lo
difenderemo  a tutti i costi.

Esaltiamo le qualità della nostra terra di Calabria non pensate che è anche questo un modo per debellare la ‘ndrangheta? E se ancora qualcuno della nostra classe dirigente è
assente o paradossalmente lontano dai nostri obiettivi, sarà questo un
motivo per non chiamarle? Non risvegliarle? Non sarà giunto il momento?

Vorrei con questo mio articolo far capire che nessuno di noi
giovani è spinto da una motivazione diversa da quella idealistica, le
nostre idee non sono strumentalizzate da alcun tipo di ente o
istituzione, ma sono fondamento di libertà e indipendenza che ci viene
negata  o ci viene meno dalla crescita della criminalità organizzata,
siamo ragazzi in pieno fermento, animi “infiammabili” personalità
“rivoluzionarie”, desiderose di cambiamento, che tentano di dare una
chiarificazione teorica al proprio dissenso e alla lotta per le libertà.

 Le nostre idee sono concrete come concreto è il rapporto di
comunicazione diretta che vorremmo stabilire con la giustizia, con lo
stato, portando alta la bandiera di chi sta soffrendo per la mafia; è
stato proprio questo dolore che ci ha unito ed è dal popolo,dal basso
che le nostre forze iniziano a raccogliere i propri frutti, ad udire il proprio eco!
Quello che vogliamo è libertà, giustizia ed onestà
affinché mai più nessuno debba versare lacrime amare.

Tratto dall' inserto "Nuova Calabria" della Riviera di domenica
3.12.06. nuovacalabria@virgilio.it

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Benvenuta Valentina

Grazie Valentina per aver scelto di combattere.

Grazie per aver deciso di unirti a me,ad Aldo , a Rosanna ed a tutti gli altri che insieme hanno deciso da che parte stare.

Condivido le tue scelte,sia quella di combattere e sia quella di avvicinarti alla politica.

Io mi preoccupo per quei giovani che non fanno politica perche il non farla, vorrebbe dire non avere una nuova classe dirigente,vorrebbe dire rassegnarci a quella attuale che,escludendo rari casi, certamente non può e non è il massimo delle aspettative dei Calabresi.

Sono sicuro che tu sarai una della tante  Kuliscioff del nostro movimento,sarai come quella Anna che si unì ad altri giovani per promuovere quella che fu indicata come “ andata verso il popolo”,come quella Anna che si recava presso i Mir ed i villaggi dei poverissimi per predicare libertà ,giustizia e ribellione,come quella Anna che lavorò a fianco dei  contadini sfruttati dal regime e con loro condivise le lotte.

 Benvenuta Valentina
Grazie per resistere 

Mario Congiusta