Lettera aperta alla Calabria degli Onesti

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La Calabria ha bisogno di passione e coraggio.
di Aldo Pecora (*)
 E’ trascorso quasi un anno, ormai, da quel terribile 16 ottobre 2005. Il giorno che a suo tempo definii “l’11 settembre dei calabresi”, il giorno in cui la ‘ndrangheta sfidava apertamente e nel modo più eclatante la politica, in un seggio elettorale, quasi a voler rimarcare il concetto che in Italia la sovranità appartiene al popolo, ma in Calabria no: se c’è in Calabria chi vota con la penna, c’è sempre chi per votare usa le calibro 9. E’ la Calabria della ‘ndrangheta, quella che non fa sconti a nessuno, quella che le cambiali elettorali te le fa pagare con gli interessi, quella che non fa differenza tra destra e sinistra: la ‘ndrangheta governativa.

L’eccezionale risposta in prima istanza da parte dello Stato ci ha fatto credere che davvero il sacrificio di Franco Fortugno non fosse stato vano.
Il Presidente Ciampi, l’allora candidato Premier Romani Prodi, il Ministro all’Interno Pisanu che ha mandato a Reggio il super-Prefetto De Sena. Dal tramonto segnato dall’omicidio del Vicepresidente del Consiglio regionale si intravedeva l’alba di una nuova Calabria.
La fantastica e spontanea ribellione di noi ragazzi e ragazze di tutta la regione, che con i tanti striscioni, a partire dallo straordinario “striscione bianco” dei ragazzi del Liceo Zaleuco di Locri esposto il 17 ottobre davanti al Tribunale di Locri, ha commosso l’Italia intera che ci ha battezzati “i ragazzi di Locri”.
E da lì per mesi inviti nelle scuole di tutto lo Stivale; conferenze, dibattiti, assemblee, incontri. Un intero Paese che sentiva e sente tutt’ora la necessità di costruire una nuova cultura della legalità a partire dai giovani, da quei “coraggiosi ragazzi di Locri”, che per una volta hanno fatto sì che si parlasse positivamente della Calabria.
Quei ragazzi, a quasi un anno, ancora quell’alba la attendono. Continuano a sperare e non si fermano mai. Incontrano per strada il sostegno degli ultimi, dei dimenticati, degli onesti, e soprattutto delle vittime, di chi ha pagato sulla propria pelle la spietata potenza distruttiva della ‘ndrangheta, come i figli dello stesso Franco Fortugno, Rosanna Scopelliti, figlia del compianto giudice Antonino, Mario Congiusta, padre del giovane imprenditore sidernese Gianluca, una delle oltre 30 vite spezzate “senza movente né mandanti” nella Locride in un solo anno.
Quei ragazzi continuano la loro piccola rivoluzione in silenzio. Accusati in passato di strumentalizzazioni politiche, sono loro a “strumentalizzare” paradossalmente i politici facendo sottoscrivere ad oltre 130 deputati e 35 senatori il rivoluzionario Disegno di Legge “Lazzati”, che va a ledere come un bisturi il rapporto contrattuale stretto dalla mafia con la politica.
E mentre il Palazzo litiga su poltrone e rimpasti in Giunta, i ragazzi si auto-organizzano, fanno rete.
La Calabria non può più aspettare. I calabresi onesti non vogliono più aspettare.
Una regione dove a detta di tutti all’indomani dell’omicidio Fortugno tutto doveva cambiare, nulla sarebbe dovuto essere più come prima. Ed invece no, qui è tutto, purtroppo, peggio di prima.

Ventidue consiglieri regionali indagati, a destra ed a sinistra, tra questi ora anche il Vicepresidente della Regione per truffa, abuso d’ufficio ed associazione per delinquere. Passando per l’approvazione tacita delle prime vergognose leggi-antitrasparenza della storia della nostra regione. E, dulcis in fundo, tenendo presente che in questo momento siede in Consiglio regionale chi fino a qualche tempo fa aveva nella propria segreteria anche uno dei presunti mandanti dell’omicidio Fortugno, già arrestato per traffico d’armi.
In una regione “normale” una situazione del genere non esisterebbe, perché serietà istituzionale imporrebbe a tutta la classe politica un grande passo indietro ed un momento di sincera e pubblica riflessione. In Calabria evidentemente no.Ma la partita non è ancora chiusa.
Vogliamo continuare a sperare di poter presto vedere i frutti del sacrificio di Franco Fortugno e di tutte le altre vittime innocenti che hanno pagato col sangue l’amore per la nostra Calabria. Per far ciò occorre prima di tutto passione e coraggio da parte di tutti, in primis dagli uomini delle Istituzioni, quei pochi politici onesti, che devono saper lanciare lo sguardo oltre l’orizzonte e coinvolgere attivamente in un vero nuovo corso per la nostre regione quella fetta di Calabria sana che per troppo tempo ha aspettato fuori dalla porta. E’ la Calabria dei giovani, dei professionisti, di chi sogna e spera di non scappare, e di far crescere qui un domani i propri figli.
Dobbiamo unirci, fare rete. Noi giovani antimafiosi lo stiamo già facendo, o almeno ci stiamo provando seppur con mille sacrifici. Ma non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo essere i soli Don Chisciotte della situazione.
In tutta la Calabria, non solo a Locri, nonostante l’incessante impegno degli uomini delle Forze dell’Ordine certamente in numero insufficiente (con investigatori “sprecati” forza di cose a fare i posti di blocco), si contano un morto ammazzato al mese, decine di auto incendiate a settimana, ogni giorno rapine a mano armata in casa di anziani pensionati ed atti intimidatori a magistrati ed amministratori locali.
Non possiamo e non dobbiamo, a questo punto, continuare a delegare i problemi della Calabria alle sole forze dell’Ordine ed alla Magistratura. Bisogna ripartire dal basso, con associazioni, movimenti, cooperative sociali, sacerdoti, magistrati, professionisti, studenti, imprenditori, professori, giornalisti, padri e madri di famiglia, la cosiddetta società civile insomma.
La Calabria non può più aspettare, aiutiamola. Aiutiamoci.
Non si tratta di scegliere se stare a destra o a sinistra, ma si deve scegliere solo da quale parte del campo stare, se dal lato degli Onesti o dall’altro.
Quello che serve davvero alla Calabria è un processo di inversione culturale delle coscienze. Una piccola rivoluzione fatta non con le armi, ma con e nelle teste prima di tutto dei calabresi. Ed a tutto questo occorre soprattutto affiancare fatti concreti, perché di parole inutili ne sono state dette troppe.
“La gente fa il tifo per noi”, diceva sempre più spesso Giovanni Falcone a Paolo Borsellino.
Anche in Calabria è così, ce l’ha dimostrato concretamente l’Italia intera: la gente fa il tifo per noi. La Calabria ha bisogno di passione e coraggio. Non lasciamoci soli.

12 settembre 2006Aldo Pecora 

(*) Movimento dei ragazzi di Locri e di Calabria “E adesso ammazzateci tutti” –
www.ammazzatecitutti.org

Risposta all'appello di Aldo dell'Associazione ulixes
In questi giorni Aldo Pecora, per capirci l’inventore dell’ormai storico “ammazzateci tutti”, ha inviato un appello alla società civile: alla Calabria degli onesti. Un appello che noi altri giovani, ragazzi di Calabria, ragazzi dell’Associazione Ulixes, non potevamo che raccogliere e rinnovare.  Già, proprio così, nonostante la realtà  sia più tetra del peggior incubo, noi continuiamo a sperare, a pensare, ad operare per cambiare questa terra aspra, nella consapevolezza che continua ad esistere una Calabria degli onesti. Ci siamo però interrogati su chi siano questi onesti.Gli onesti sono i più, sono quelli che sudano il proprio pane; che vivono una quotidiana battaglia per la libertà; gli onesti non fuggono perchè credono in un’altra Calabria  possibile. Gli onesti sono quelli a cui la Calabria disonesta ha dato solo terribili sofferenze, ha tolto  padri,  figli, dignità, opportunità senza però riuscire ad uccidere la Speranza. Gli onesti vivono il fardello di colpe del sistema, coloro che devono adeguarsi ma che la loro anima non s'adegua. Gli onesti vivono guerre atroci con se stessi. Ogni giorno. Gli onesti frequentano La Sapienza di Roma ma inviano i curriculum alle aziende nostrane. Gli onesti ritornano. Gli onesti scimmiottano il politico di turno per il posto in comune e di notte si rivoltano nel letto senza prendere sonno. Gli onesti sono quei clacson arrembanti che approcciano una targa amica nelle autostrade nebbiose del nord. Gli onesti votano chi ha promesso il posto al call center al figliolo diciottenne ma odiano la politica e schifano chi hanno votato. Gli onesti non dimenticano e non vogliono dimenticare. Gli onesti non denunciano ma hanno rabbia. Gli onesti, amici lettori, non sono eroi. Sono i cittadini su cui è lecito riporre le briciole della speranza rimasta. Gli onesti non sono modelli perchè le democrazie sane non vivono di modelli ma anime che sono pronte a scegliere lo sviluppo, la giustizia, la legalità se si offrono loro i mezzi, le istituzioni, una politica alta e rispettabile. Gli onesti sono semi preziosi che germogliano e si moltiplicano se acqua e terreno si combinano con efficienza. Caro Aldo e cari ragazzi di Locri tutti assieme stiamo creando un terreno sempre più solido e fertile che offre fiducia agli onesti di calabria, che li spinge a credere e magari a sperare. C'è un passo ulteriore che assieme dobbiamo compiere: spezzare le dighe e convogliare l'acqua verso di essi, vale a dire le risorse ed i mezzi della politica e delle istituzioni. Emanciparle dal baratro dela chiusura feudale. La politica torni ad essere alta e per questo ci vogliono menti nuove, menti alte, politici avveduti. Altra speranza non v'è. La ricetta è stringere nella morsa partiti, rappresentanti dello stato e delle istituzioni locali. Stringerli nella tenaglia per la verifica dell'operato, per obbligarli a programmazioni trasparenti e mirate, per obbligarli ad un ricambio generazionale nel segno del merito e della eticità (dimissioni per corrotti, incapaci ed incompetenti). Il tutto passi attraverso continui confronti con la stampa: la stampa tenga vive le problematiche, ogni giorno, e svolga il proprio ruolo di promozione e verifica di questo processo di rigenerazione e ricambio.    La rivoluzione politico – culturale della regione, deve passare dalla coesione dell’intera società civile, per la prima volta solidamente e realmente unita , dove base e avanguardia politico-culturale si fondono per dar vita al nuovo civis calabrese . Si può isolare un Don Chisciotte,  non un esercito culturalmente formato, con alto senso etico  che trova le forze per espandersi esoprattutto uomini politici e partiti di riferimento. Ulixes rivolge un appello a tutti i lettori e le lettrici  affinché parlino  nei propri luoghi di lavoro, in famiglia e con gli amici, della nuova Calabria, rafforzino, espandano, rassicurino l'esercito degli onesti. Cari ragazzi di locri,  nessuno di noi sarà più solo. Siamo sicuri che ogni nostro e vostro grido troverà risposta ed eco e che non saremo attanagliati dalla solitudine. Noi costruiremo la nuova Calabra perchè noi siamo una stagione mai vissuta. E sappiamo dove e come arrivare. Uniti sempre!!!!Noi saremo gli artefici del nostro destino. "Non lasciamoci soli?". No. Non siete e non siamo soli. 
Salvatore Scalzo e Vincenzo Capellupo

Presidenza Nazionale Ulixes

 

Risponde all'appello di Aldo l'Associazione Culutale "Pic.Asso"

La rabbia che rischia di perdersi
Immaginate un grande sasso che cade nell'acqua del mare e solleva schizzi in ogni direzione, disegna onde lunghe e pericolose, agita migliaia di bollicine e poi, lentamente, dissolve la propria forza adagiandosi sul fondo. L'eco della tragedia Fortugno sembra sia diventato un altro sasso che si adagia sul fondo dei nostri cuori. La voglia di lottare dei ragazzi di Locri e dei tanti Coordinamenti Anti-mafia sorti d’impulso per urlare un no fermo e deciso alla ‘ndrangheta non è stato seguito da iniziative concrete. Le istituzioni che intensamente sono state presenti all’indomani di quel tragico 16 Ottobre, non hanno operato poi nell’interesse effettivo della popolazione calabrese. Forse il periodo elettorale ha dato brio ed impulso per mostrare vicinanza e solidarietà alla nostra popolazione ed anche la nomina di alcuni vertici istituzionali a livello nazionale hanno dato un segnale che qualcosa fosse cambiato, che effettivamente la Calabria potesse essere la “figlia prediletta” del neo-governo Prodi. Ma ad oggi, il segnale non ha dato seguito ad azioni concrete. Le scelte simboliche che hanno mostrato la Calabria come protagonista dell’attenzione della squadra del Premier, non sono state seguite da azioni tangibili e consistenti. Ed ora quanti tra i ragazzi che hanno gridato la libertà con il bravo cantautore di Tortona il primo dell’anno sono già ripartiti per le loro mete universitarie o lavorative a migliaia di kilometri da qui? Quanti cominciano a perdere quella rabbia e quell'entusiasmo dei primi giorni? Quanti hanno messo da parte quella voglia di cambiare, di lottare per la propria terra, di impegnarsi al fine di renderla davvero una Calabria migliore?Quanti? Tanti! Eppure c’è una grossa porzione di giovani generazioni che non vuole abbandonare la propria terra, che vuole costruire il suo futuro in questa regione, con la ferma volontà di voler mettere al servizio di questa terra la propria esperienza, la propria voglia di cambiare. Quella forza esplosiva di forte impatto rinnovatore che solo le forze fresche possono esprimere. Un brio, una volontà innovativa che coadiuvata all’esperienza di chi da anni si lotta per il bene di questa terra può offrire una miscela forte e capace di cambiare le sorti di questa regione. Non attendiamo che un nuovo doloroso fatto di sangue sconvolga la nostra terra. Non aspettiamo che l'assassinio di un personaggio politico di rilievo della nostra regione ci faccia riflettere ancora una volta sui nostri problemi. Non lasciamo che il dibattito si accenda, per la rabbia, per la voglia di rivalsa di un popolo che non ci sta solo ed esclusivamente dopo avvenimenti del genere. I ragazzi di Locri hanno lanciato il sasso nel grande mare, ora sta a noi giovani di Calabria unirci, affiancandoci a loro, operando e facendo in modo le acque dei mari di Calabria non si calmino, bensì aumentino d’intensità. Sta a noi giovani esponenti della società civile dimostrare unità e forza di volontà nell’operare cambiamenti per questa nostra amata Calabria.Ragazzi non mollate, noi vi siamo vicini.Uniti nella lotta contro la Mafia rispondiamo pronti all’appello ai Calabresi onesti del 12/09 lanciato da Aldo Pecora del Coordinamento Antimafia AmmazzateciTutti. Coraggio e passione in abbondanza frutto dell’amore per la Calabria. 
Daniele Carchidi Presidente associazione "Pic-Asso", già candidato sindaco di Catanzaro   

Risposta all'appello di Aldo di Mario Congiusta

LETTERA APERTA AI RAGAZZI DI LOCRI E DI TUTTA LA CALABRIAdi Mario Congiusta (*) Caro Aldo, cari ragazzi di Locri e di tutta la Calabria,come non rispondere “Presenti!” al tuo appello rivolto “alla Calabria degli Onesti” il 12 settembre.Io personalmente come padre e vittima e la Fondazione Gianluca Congiusta nella sua interezza, facciamo perciò nostro il tuo appello ed invitiamo tutti i Calabresi onesti a fare altrettanto.La Calabria non ha mai attraversato un momento così buio e con il primato delle più alte percentuali di negatività. Il 40% dei consiglieri regionali indagati, l’83,5% di delitti impuniti nella Locride non possono lasciare indifferente nessuno.Siamo nauseati ma non stanchi di combattere. Siamo nauseati di una Commissione regionale Antimafia inutile, inefficiente e che dal suo insediamento ha “lavorato” nove ore senza nulla produrre; Commissione ritenuta tanto “inutile” da indurre il Governatore della Regione Calabria stessa ad istituire la Consulta regionale Antimafia, anche questa fino ad oggi rivelatasi solo una mera moltiplicazione di poltrone, checchè ne dicano gli addetti ai lavori. Siamo nauseati da chi continua a disattendere, anche dopo l’eclatante omicidio del Vicepresidente Fortugno, le nostre legittime richieste di giustizia e da chi non sostiene le nostre battaglie di civiltà, lasciando cadere nel vuoto più profondo i nostri appelli. Siamo nauseati nel vederci figli di un dio minore. A Brescia basta la richiesta del Sindaco ed in 24 ore arrivano 68 uomini a rinforzare l’organico delle Forze dell’Ordine, A Napoli viene inviata addirittura la “Task Force” mentre nella Locride, nonostante le diverse istanze di Sindaci e parlamentari, gli investigatori sono ancora oggi “sprecati” non solo a fare posti di blocco, ma addirittura servizio d’ordine negli stadi comunali e nei seggi elettorali.Siamo nauseati di quei consiglieri regionali che non rispondono alle nostre e-mail nonostante le loro “strutture” siano pagate con i nostri stessi soldi; addirittura qualche e-mail ritorna al mittente per “casella postale piena”, come se non sapessero o volessero leggerci.Siamo nauseati della cosiddetta “cabina di regia”, che io oserei definire “sala parto”, perché da questa probabilmente verrà alla luce l’ennesimo aborto di film tragicomico per la nostra regione.Siamo nauseati ma non stanchi, caro Aldo e cari ragazzi miei. Siamo in trincea, e continuiamo giorno dopo giorno, nonostante tutto e tutti, la nostra battaglia.Chi può stancare un padre cui la ‘ndrangheta ha ucciso un figlio?

Chi può stancare la madre di Gianluca, le sorelle, i suoi amici veri?

 Chi può stancare Rosanna, la figlia del giudice Scopelliti, ucciso dalla mafia quando lei aveva solo sette anni? Anche lei chiede giustizia come noi, con noi e quanto noi!

Nessuno ci stancherà, mai!

Si rassegnino quanti usurpano il titolo di onorevole pur sapendo, alcuni, che il significato del termine è “degno d’onore”.Si rassegnino i politici in giacca, cravatta e bretelle perché a loro, preferiamo voi “Ragazzi di Locri” in jeans, e chi nei mesi come me, la mia famiglia e la Fondazione si è aggiunto al vostro grido “E adesso ammazzateci tutti!”; sono gli studenti universitari dell’associazione Ulixes, i ragazzi catanzaresi dell’associazione Pic.Asso, i giovani cosentini di Calabrialibre, quelli di Calabria Pragonista, gli amici del Centro Studi Lazzati di Lamezia e l’instancabile Giudice De Grazia, i giovani di Governo Civico, i professori di Progetto Calabrie.C’è una Calabria sana ed onesta, caro Aldo e cari ragazzi tutti: siete voi, siamo noi.Si rassegni chi fino ad oggi ha fatto finta di non vedere e non sentire tutto ciò, abbiano tutti un minimo di pudore e tornino a casa, che facciano largo a voi giovani!E’ finito il tempo dei vecchi politici di professione, non li vogliono più quelli che li hanno votati, non li vuole la “società civile”, non li vuole più nessuno.Si rassegnino, perché non si vogliono più nemmeno tra loro stessi.

Io non ho nulla da perdere, caro Aldo. Noi non abbiamo nulla da perdere. Valga come avviso: il nostro prossimo urlo sarà più assordante di ogni altro e la mia prossima richiesta di Giustizia e di osservanza della Costituzione, da troppi inetti ormai continuamente calpestata, sarà esasperata per chi la chiede ma altrettanto esasperante per chi la dovrà udire.

Non lasciamoci soli!

 Siderno 15 settembre 2006Mario Congiusta (*) padre di Gianluca, giovane imprenditore di Siderno (Rc), assassinato il 24 maggio 2005.www.gianlucacongiusta.org