La ‘ndramgheta inquina tutto-Intervista al Procuratore Pignatone

La ‘ndramgheta inquina tutto-Intervista al Procuratore Pignatone

Intervista al capo della Procura di Reggio: “Le cosche reagiscono con la stategia della confusione”

La ‘ndrangheta inquina tutto

Pignatone: ” Le mafie non sarebbero così longeve senza rapporti stetti con la politica”

Il Procuratore Giuseppe Pignatone

Di MICHELE INSERRA

REGGIO CALABRIA – Da un 2010 da paladini della giustizia a un 2011 da “manovratori” della giustizia. Dalle stelle alla polvere, o meglio al fango. Fino a quando la Procura di Reggio Calabria, guidata da Giuseppe Pignatone, ha preso provvedimenti nei confronti di malavitosi ha incassato il plauso unanime di tutti.

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«La Chiesa non torna indietro» Monito ai fedeli: la pratica cristiana non si sviluppa come dovrebbe


«La Chiesa non torna indietro» Monito ai fedeli: la pratica cristiana non si sviluppa come dovrebbe

Aristide Bava
SIDERNO
«La Chiesa non torna indietro: se si minaccia un parroco, al suo posto ne andrà un’altro per continuare la sua opera». È uno dei passi più significativi che il vescovo Giuseppe Fiorini Morosini ha enunciato nel corso della sua omelia tenuta nella chiesa di Maria SS di Portosalvo, nella giornata conclusiva dei festeggiamenti in onore della Patrona della città.
Un’omelia, particolarmente sentita, in alcuni tratti molto “forte” e densa di considerazioni sociali, oltre che impregnata di temi di grande attualità, religiosa e non. Il riferimento al recente episodio di Gioiosa Jonica ( intimidazione al parrono Don Giuseppe Campisano) era chiaro ma Mons. Morosini non si è fermato a ciò.

Don Giuseppe Campisano (il parroco minacciato)

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‘Ndrangheta.Siderno, sequestrati beni per un milione di euro

‘Ndrangheta.Siderno, sequestrati beni per un milione di euro

‘Ndrangheta. Siderno, sequestrati beni
per un milione di euro
L’uomo al quale sono stati sequestrati i beni, sarebbe il prestanome del clan Longo attivo a Polistena

'Ndrangheta. Siderno, sequestrati beni  per un milione di euro 06/09/2011 Beni mobili ed immobili per un valore di un milione di euro sono stati sequestrati dalla polizia di Stato a Luigi Gandolfo, di 39 anni, accusato di essere un prestanome della cosca Longo di Polistena (Reggio Calabria) della ‘ndrangheta.

I beni sequestrati sono formalmente intestati alla moglie di Gandolfo, Roberta Nesci, di 35 anni, ma di fatto, secondo quanto è emerso dalle indagini del Commissariato di Siderno, sarebbero stati gestiti da Gandolfo.
Il sequestro è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria su proposta del questore, Carmelo Casabona.

 

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‘Ndrangheta, minacce al sindaco di Rosarno emessa ordinanza cautelare al boss Pesce

‘Ndrangheta, minacce al sindaco di Rosarno emessa ordinanza cautelare al boss Pesce

‘Ndrangheta, minacce al sindaco di Rosarno
emessa ordinanza cautelare al boss Pesce

Già in carcere a Milano per scontare una condanna all’ergastolo per omicidio, Rocco Pesce, 54 anni, detto «il pirata», oggi ha ricevuto un’ordinanza di custodia cautelare per minacce nei confronti del sindaco di Rosarno

'Ndrangheta, minacce al sindaco di Rosarno emessa ordinanza cautelare al boss Pesce 05/09/2011 Un’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata in carcere a Rocco Pesce ( in foto), di 54 anni, indicato come il capo dell’omonima cosca della ‘ndrangheta e rinchiuso nella casa circondariale di Opera a Milano. L’ordinanza è stata emessa in relazione alla lettera di minacce inviata da Pesce il 26 agosto al sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi.
Nel provvedimento restrittivo, emesso dal gip di Reggio Calabria su richiesta del procuratore aggiunto della Dda Michele Prestipino Giarritta e del pm Rosario Ferracane, si contesta a Pesce il reato di minacce nei confronti di un corpo politico o amministrativo per impedirne o per turbarne l’attività. Rocco Pesce sta scontando nel carcere milanese, una condanna all’ergastolo per omicidio, associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti. Secondo gli inquirenti infatti, la missiva conterrebbe frasi minacciose anche implicite:

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Gioiosa,I moniti che la ‘ndrangheta non ha gradito

Gioiosa,I moniti che la ‘ndrangheta non ha gradito

31 agosto 2011

GIOIOSA IONICA

I moniti che la ‘ndrangheta non ha gradito

I mafiosi non gradiscono. Né che durante la festa di San Rocco si parli di legalità. Né che il parroco definisca pubblicamante la ’ndrangheta «la peggiore piaga della Calabria». E aggiunga che «abbiamo invitato a parlare degli esperti che ci spieghino come curare questa piaga». Così ancor prima dei colpi di pistola, a don Giuseppe erano arrivati precisi messaggi. Uno, bene visibile, durante il primo incontro sul sagrato della chiesa dedicata a San Rocco, col magistrato Vincenzo Macrì, oggi procuratore generale ad Ancona dopo decenni di impegno in Calabria. Tema “Locride, economia drogata. Influenze del narcotraffico sul territorio: informazione, azione e speranza”.

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‘NDRANGHETA: NAPOLI (FLI), BOSS DETTANO ORDINI ANCHE DAL CARCERE

‘NDRANGHETA: NAPOLI (FLI), BOSS DETTANO ORDINI ANCHE DAL CARCERE

(ASCA) – Catanzaro, 29 ago – ”E’ ormai risaputo che i boss mafiosi anche dal penitenziario, dove sono detenuti, riescono a controllare e dettare ordini all’esterno.

Di cio’ ne e’ la nuova dimostrazione la missiva apocrifa inviata dal boss Rocco Pesce al Sindaco del Comune di Rosarno, Elisabetta Tripodi”. Lo afferma Angela Napoli, deputata Fli e componente della Commissione parlamentare antimafia.

 

 

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'Ndrangheta/ Dopo 12 anni finita la latitanza di Francesco Perre

‘Ndrangheta/ Dopo 12 anni finita la latitanza di Francesco Perre

‘Ndrangheta/ Dopo 12 anni finita la latitanza di Francesco Perre

Era uno dei carcerieri di Alessandra Sgarella, rapita a Milano

'Ndrangheta/ Dopo 12 anni finita la latitanza di Francesco Perre

Reggio Calabria, 27 ago. (TMNews) – E’ finita ieri dopo dodici anni la latitanza di Francesco Perre, 43 anni, elemento di spicco della ‘ndrina dei Barbaro di Platì in provincia di Reggio Calabria. Ad arrestarlo sono stati i carabinieri del comando provinciale della città dello stretto nel tardo pomeriggio di ieri in una zona impervia del comune di Palizzi Superiore. Francesco Perre stava irrigando una piantagione di circa duemila piantine di marijuana quando i militari dell’Arma gli sono piombati addosso.

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‘Ndrangheta, testimone si suicida Aveva rinunciato alla protezione

‘Ndrangheta, testimone si suicida
Aveva rinunciato alla protezione

Maria Concetta Cacciola, 31 anni, si è tolta la vita ingerendo dell’acido muriatico a Rosarno. La Procura di Palmi ha avviato un’inchiesta. Si ipotizza che qualcuno l’abbia indotta a compiere un gesto simile.

Nel maggio scorso la donna si era presentata spontaneamente ai carabinieri e aveva deciso di iniziare la sua collaborazione. Venti giorni fa però aveva rinunciato alla protezione ed era tornata in Calabria