La vendetta di Giuseppe Scopelliti contro il segretario Pd Ernesto Magorno

Print Friendly, PDF & Email

L’ex governatore ed ex sindaco Pdl 
di Reggio, estromesso dalla guida della giunta regionale nell’aprile del 2014 dopo una condanna in primo grado, ha aspettato più di quattro anni per divulgare 
un video imbarazzante per i suoi avversari del Partito democratico

 

image

 La vendetta in Calabria gioca in casa. L’ex governatore ed ex sindaco Pdl 
di Reggio Giuseppe Scopelliti, estromesso dalla guida della giunta regionale nell’aprile del 2014 dopo una condanna in primo grado a sei anni dovuta alle irregolarità nei bilanci comunali, ha aspettato più di quattro anni per divulgare 
un video imbarazzante per i suoi avversari del Partito democratico.

Nel filmato si vede l’attuale segretario regionale e deputato del Pd, il renziano Ernesto Magorno, celebrare Scopelliti e il suo modello amministrativo in una riunione pubblica a Diamante, cittadina del Tirreno cosentino guidata da Magorno dal 2007 fino all’elezione in parlamento alle politiche del 2013 
e nota per il suo festival del peperoncino.

Nel suo intervento del 2010, l’allora sindaco democrat di Diamante si rivolge 
a Scopelliti con parole di elogio unite a un uso piuttosto flessibile di grammatica 
e sintassi. «Io credo», dice Magorno rivolto all’esponente del centrodestra, 
«che la politica non può essere insulto, demagogia, improperie (sic) e ingiurie. 
La politica è una cosa alta. Vada avanti. Lei avrà il consenso, l’affetto, la sollecitazione (sic), il sostegno anche di quelle parti che in questo momento guardino (sic) alla Calabria (applausi) e vogliono che i cittadini calabresi diventino appellativo (sic) di cittadini italiani e cittadini europei 
(applausi scroscianti)».

Da quel giorno del 2010 l’attrazione proibita di Magorno verso il metodo amministrativo seguito dall’ex governatore Giuseppe Scopelliti ha avuto 
tempo e modo per fare i conti con la realtà. Il cosiddetto modello Reggio si è saldato con una dichiarazione di pre-dissesto 
del Comune e un commissariamento dal 2012 al 2014 per infiltrazioni mafiose durante la breve gestione del successore e delfino di Scopelliti, Demetrio Arena.

Fonte: L’espresso