Dl su pene alternative al carcere “muore”. Severino amareggiata-

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Dl su pene alternative al carcere “muore”. Severino amareggiata

Torna in commissione Giustizia al Senato il decreto sulle misure alternative al carcere e quindi slitta.

Ovvero muore lì perché finisce la legislatura. «E’ un provvedimento importante e avrebbe potuto essere approvato questa mattina. Sarebbe stata una pagina bellissima per concludere la mia esperienza di ministro della Giustizia. Purtroppo vado via con questa amarezza, ma grazie comunque per il sostegno che ci avete dato», ha commentato il ministro della Giustizia, Paola Severino, al Senato sul ddl per le pene alternative al carcere per cui Lega, Cn, Idv e il nuovo gruppo ‘Fratelli d’Italia’ hanno chiesto il ritorno in commissione. Subito dopo il discorso di Severino, anche il presidente della commissione giustizia, Filippo Berselli, si è detto d’accordo sulla necessità di tornare in commissione.

FINOCCHIARO: NON APPROVARE DDL È FALLIMENTO POLITICA
«Questo provvedimento sulle pene alternative è uno dei più importanti che il Parlamento si sia trovato ad esaminare ed uno dei più cari alla cultura politica del mio gruppo e del mio partito, sarebbe stato giusto che il Parlamento lo discutesse ed approvasse immediatamente». Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd, intervenendo nell’aula di Palazzo Madama. «È molto facile – ha spiegato Anna Finocchiaro – fare su questo testo esercitazioni parossistiche, perché è ovvio che tutte le volte che si discute di sicurezza dei cittadini, di sanzioni penali e di criminalità la tentazione della battuta ad effetto è sempre dietro l’angolo. Parliamo di un provvedimento che riguardava pene detentive non carcerarie e che prevedeva comunque, proprio per evitare eccessi, sempre e comunque il filtro del giudice e del soggetto finora estraneo delle parti offese. Parliamo di un provvedimento la cui lunga discussione ha prodotto, in questi mesi, speranze in esseri umani e nelle loro famiglie. Io credo che non approvarlo sia stato un fallimento della politica. Oggi si è persa una grande occasione».