Appello di 12 associazioni: salvare beni confiscati alla mafia
Di Massimo Solani
Sono le parole del presidente del Centro Pio La Torre, Vito Lo Monaco, a spiegare al meglio perché il prossimo 30 settembre i rappresentanti di dodici sigle (dall’Associazione nazionale magistrati all’Arci, dalla Cgil a Confindustria, da Libera a Legacoop, solo per citarne alcune) incontreranno il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri per un confronto e una riflessione sul tema dei beni confiscati. Il progetto, infatti, è quello messo nero su bianco il 18 luglio scorso e già inviato al Viminale per chiedere «l’istituzione di una cabina di regia formata dalle organizzazioni sociali e dell’antimafia presso l’Agenzia dei beni confiscati che agevoli il lavoro di questa, individui le criticità, elabori le linee di massima dei piani di utilizzo delle aziende e dei beni confiscati, aiuti a instaurare una sostanziale concertazione tra Agenzia, enti territoriali, associazioni antimafia e sociali dell’impresa e del lavoro sia a livello nazionale che periferico».
«Per avere un organismo in grado di fornire competenze all’amministrazione – spiega Lo Monaco – ma anche per sollecitare gli interventi, collaborare all’individuazione delle soluzioni più idonee in costante collegamento con gli enti locali». Perché ogni immobile è una storia a sé e ogni azienda un problema diverso da risolvere: «non è facile decidere se vendere o meno un bene – prosegue il presidente del centro Pio La Torre – non è facile capire cosa è meglio per supportare una azienda ed evitare che fallisca di fronte ai costi e alle difficoltà di un mercato “legale” non più condizionato dalla protezione mafiosa. Sono scelte che vanno fatte con competenza e cognizione, decisioni che al momento sono rese difficili da una amministrazione che tende ad accentrare e paralizzarsi in questioni tecnico-burocratiche». Un primo passo, vista l’esigenza segnalata di ulteriori modifiche a tutta la normativa, che il ministro stesso potrebbe disporre in prima persona essendo l’Agenzia di competenza del Viminale.