Incontro di un gruppo scout di Pescara con Mario Congiusta e Suor Carolina

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Gruppo Scout da Congiusta e Suor Carolina

Da Pescara per capire il fenomeno mafioso

di Emanuela Alvaro

Siderno – Il gruppo Scout Rs – Pescara 14 nella Locride, per capire il fenomeno mafioso da chi, in un modo o nell’altro, ci è venuto a contatto.

Dopo un approfondimento sul tema e la visione di un film sulla vita di Don Pino Puglisi, hanno deciso che sarebbe stato interessante parlare con la suora che visse a stretto contatto con lui, Suor Carolina. Oggi Suor Carolina lavora e vive in un paesino tra Bovalino e San Luca, a Bosco Sant’Ippolito, dove ha fondato il Centro Giovanile Don Pino Puglisi.

Nel percorso per arrivare a Bosco Sant’Ippolito i ragazzi e i loro accompagnatori hanno prestato servizio in alcune cooperative della Locride e trascorso alcune ore del pomeriggio di martedì con Mario Congiusta, nella sede della Fondazione “Gianluca Congiusta Onlus” a Siderno.

Congiusta ha raccontato loro dell’uccisione del figlio, Gianluca, gli anni trascorsi attendendo giustizia e del vero ergastolo, quello che scontano le famiglie e non i detenuti. Ha interagito con loro confrontandosi su argomenti quali la giustizia, le leggi spesso non applicate come dovrebbero e i vuoti legislativi su alcuni aspetti fondamentali. Congiusta ha raccontato loro il rapporto di Magistratura e Chiesa nei confronti della ndrangheta e delle diverse voci e modo di rapportarsi al loro interno ed anche della prassi di utilizzo delle scorte, magari concesse alla moglie e non ai figli o assicurata solo entro i confini della regione di residenza.

«La ndrangheta va smitizzata – afferma Congiusta – e se lo Stato decidesse di portare avanti una lotta seria e concreta, come fatto per il terrorismo, le cose a quel punto cambierebbero. Noi possiamo vincere delle battaglie, ma la guerra deve essere combattuta dallo Stato».

Ha chiesto ai ragazzi di raccontare al loro rientro quanto di bello c’è in Calabria, fatta da persone per bene. Una regione che, per colpa di tanti fattori, non si è riuscita a scrollare il peso della ndrangheta, ormai diventata un problema mondiale. «Ai politici che dicono a voi giovani che siete il “nostro futuro” dite prima di ogni altra cosa di fare il proprio dovere, impegnarsi per cambiare le leggi che non vanno bene. Dire che siete il “nostro futuro” significa scaricarvi addosso i fallimenti della mia generazione». Con i ragazzi il discorso si è allargato soffermandosi sulla necessità che i cambiamenti partano dal basso, dai semplici gesti possibili solo se prevale in ciascuno il senso civico.