L’ANNUNCIO
Azzarà, fine dell’incubo
Darfur: liberato l’operatore di Emergency rapito il 14 agosto.
Francesco Azzarà è libero e sta bene. Sono passati quattro mesi dal giorno in cui il cooperante italiano è stato rapito , mentre percorreva in macchina la strada verso l’aeroporto di Nyala, capitale del Darfur meridionale. La notizia della liberazione ha iniziato a circolare nel pomeriggio del 16 dicembre, diffusa dal Sudan media center, un’agenzia di stampa sudanese vicina al potere di Khartoum. Solo un breve comunicato: «le autorità nell’ovest del Darfur hanno liberato l’ostaggio italiano». Nessun dettaglio ulteriore, tanto che qualcuno ha fermato il cuore prima di festeggiare, in attesa di avere la conferma ufficiale, di sentire una voce.
Poi la conferma. Prima incerta: «Alte autorità sudanesi ci hanno annunciato la liberazione di Francesco», è stato scritto sul sito dell’organizzazione di Gino Strada, poi liberatoria: «Francesco Azzarà è libero e sta bene».
AL LAVORO NEL CENTRO PEDIATRICO DI NYALA . Nei momenti convulsi del primo annuncio, Paolo Laganà, sindaco di Motta San Giovanni, il paesino calabrese di cui è originario Azzarà aveva spiegato: «C’è stata un po’ di confusione, perché nella stessa zona c’era anche un altro cooperante rapito, ma quello liberato è Francesco. I genitori sono già a Roma»
 Azzarà lavorava nel centro pediatrico aperto da Emergency nella  capitale del Darfur meridionale. Il rapimento era avvenuto il 14 agosto  durante un viaggio in auto verso l’aereoporto insieme a alcuni  collaboratori dell’organizzazione non governativa.
 Le ultime notizie sulla sua salute risalivano a metà settembre, quando  Cecilia Strada aveva rivelato di averlo sentito: «Ci ha detto che sta  bene, per quanto possibile nella situazione in cui si trova. Mangia e  beve e tiene duro». Il tempo è passato: i negoziati si sono sviluppati.  Subito dopo il sequestro erano circolate voci di un riscatto che  Emergency aveva subito smentito. È poi spuntata l’ipotesi che i  sequestratori appartenessero a una tribù araba ribelle al governo  centrale. Poi il 15 dicembre di ancora notizie di nuove richieste:  per  lui i rapitori avrebbero chiesto un riscatto di 145 mila euro  . E infine la notizia più bella: la liberazione.
Venerdì, 16 Dicembre 2011
fonte:lettera 43