Federica, Eva, Gianluca. Mamme trafitte aggrappate al futuro

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Federica, Eva, Gianluca. Mamme trafitte aggrappate al futuro


di Paola Bottero

Ieri Fede avrebbe compiuto vent’anni. Se.

Se, ormai quattro anni fa, non avesse avuto un’appendicectomia. Se non fosse entrata nell’ospedale di Vibo. Se ad operarla non ci fossero stati almeno otto dei nove tra medici e paramedici responsabili della sua morte.

 

Mentre raggiungevo la sua “culla sul mare”, la sua Vibo Marina, accarezzavo in macchina Donatella, compagna di viaggio proprio come Mary. La mamma di Gianluca Congiusta. La mamma di Federica Monteleone.

Due mamme. Le mamme. Altre mamme, in sala. La mamma di Eva Ruscio, ad esempio. Emozioni liquide, che hanno iniziato ad assalirmi ancora prima di iniziare a coordinare un dibattito scomodo.

Emozioni liquide che si sono risvegliate oggi, davanti al tiggì delle 14, in cui il destino ha voluto far precedere il servizio sul convegno di ieri da un’altra notizia “lavorata” sempre a Vibo, sempre in materia sanitaria. Mi sono chiesta con quali occhi e con quali parole il dottor Naso, Commissario dell’Asp vibonese, e il dott. Soriano, Presidente dell’Ordine dei medici, potevano aver appreso la notizia del nuovo colpo del procuratore Spagnuolo, che ha fatto partire l’arresto di dieci dipendenti dell’azienda sanitaria locale.

Ieri sera si è parlato di sanità malata. Ieri sera si è cercato di comprendere come individuare una cura per il “monopolio condiviso tra politica, ‘ndrangheta e sanità” per rubare le parole dell’on. Angela Napoli. Ieri chiedevo a Soriano perché i medici responsabili di malasanità non vengono preventivamente allontanati dalla struttura. Perché non si può impedire loro di continuare a sbagliare, visto che il loro errore non porta a refusi di stampa o a danni su cose, ma alla morte della vittima di malasanità, all’annientamento della vita di un’intera famiglia. E oggi Spagnuolo, che ieri ben fotografava il “deficit di rispetto dei diritti”, il “nodo irrisolto” in cui se al potere non si aggiunge la responsabilità si crea l’arbitrio, si creano impunità, ha risposto a tutti i balletti di ieri, mandando i carabinieri a cercare gli assenteisti vibonesi.

La sanità è malata. Un male che sembrava incurabile, fino a qualche giorno fa. Un male simile a un cancro. Simile alla mafia che tutto controlla e tutto infetta. Un male di cui la politica parla scuotendo la testa: la colpa è di chi è venuto prima. Un male di cui i medici parlano scuotendo la testa: la colpa è di chi ha fatto le leggi, escludendo la possibilità di responsabilizzare strutture e personale. Un male di cui i familiari delle vittime non parlano più.La sanità è malata. Ma dopo ieri, dopo oggi, mi piace pensare che forse non è un male del tutto incurabile. Che forse, grazie a persone che continuano a credere di poterla guarire e si adoperano in ogni modo per trovare la cura, può riprendere a respirare e far respirare.

Gli assenti di ieri sono gli assenti di sempre. Ma i presenti sono coloro che potranno, insieme, togliere tanti se.