ANNO GIUDIZIARIO. Pignatone: «Massiccia la presenza ‘ndrangheta»

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ANNO GIUDIZIARIO. Pignatone: «Massiccia la presenza ‘ndrangheta»

 

REGGIO CALABRIA. Nelle 226 pagine della relazione svolta del Presidente della Corte d’appello Luigi Gueli durante la cerimonia per l’avvio del nuovo anno giudiziario sono comprese anche quelle dei singoli uffici distrettuali, compresi i tribunali di Palmi e Locri.

Il Procuratore Giuseppe Pignatone, per ciò che attiene il suo ufficio, preliminarmente, evidenzia la carenza degli organici e delle difficoltà oggettive in ordine all’azione di contrasto alla criminalità organizzata. Una di queste difficoltà è ravvisata nella “forza numerica ed economica della ‘ndrangheta”. Per il capo della Procura reggina “è proprio della presenza massiccia, anche in termini numerici che non trovano riscontro nelle altre organizzazioni mafiose operanti in Italia, (quasi) in ogni città o singolo paese della provincia di Reggio Calabria che la ‘ndrangheta trae la base prima della sua forza, sia in termini di potenza militare ed economica sia in termini di radicamento e consenso sociale. Basti pensare – scrive Pignatone – che dalle indagini in corso è risultato che in cittadine di diecimila – quindicimila abitanti vi sono trecento o quattrocento affiliati ai ‘locali’ di ‘ndrangheta, numero che probabilmente oggi si raggiunge con difficoltà in una città come Palermo”. L’indice di densità criminale, cioè il coinvolgimento, a vario titolo, nelle attività illecite – sempre secondo Pignatone – “è stato stimato al 27% delle popolazione, a fronte del 12% in Campania, del 10% in Sicilia e del 2% in Puglia”. Non è mancato il riferimento all’internazionalizzazione della ‘ndrangheta, considerato fattore di trasformazione che “per effetto dei processi di globalizzazione dei mercati e della necessità di spostare persone e merci sul territorio dell’Unione europea ha costituito basi operative e gruppi di riferimento ovunque, anche sfruttando le differenze di legislazione o la minore efficienza di alcune strutture di contrasto estere”. L’esempio conduce a Duisburg, città tedesca, dove a Ferragosto del 2007 si registrò la più sanguinaria strage di ‘ndrangheta mai avvenuta all’estero. Altri elementi negativi nell’azione di contrasto alla criminalità organizzata- sempre secondo il capo della Direzione distrettuale antimafia reggina – sono rappresentanti dai collaboratori di giustizia, dalle intercettazioni e dal silenzio informativo. L’assenza di pentiti, “di questo strumento fondamentale per ricostruire compiutamente la struttura, le dinamiche interne e le relazioni esterne delle organizzazioni di tipo mafioso”, ha reso indispensabile “le intercettazioni telefoniche e ambientali”, anche se “da sole non sono sufficienti”. Il silenzio informativo, poi, rappresenta un’altra difficoltà nell’azione di contrasto. “Assolutamente negativo – si legge ancora nella relazione di Giuseppe Pignatone – è il disinteresse che abitualmente caratterizza l’atteggiamento dei mezzi d’informazione sulla Calabria e sui suoi problemi a cominciare della ‘ndrangheta. Questo disinteresse è venuto memo dall’inizio del 2010 grazie ai gravi fatti delittuosi e alla continua e concreta presenza delle istituzioni. Questa presenza deve continuare, altrimenti la situazione, per la Calabria e per chi lavora per il suo sviluppo nella legalità, sarà anche peggiore di prima”. Non è mancato un riferimento alla circostanza che le famiglie della ‘ndrangheta, con i loro rappresentanti, siano entrate a far parte della borghesia, al punto da ipotizzare vere e proprie dinastie mafiose. “L’individuazione e il perseguimento in sede giudiziaria di componenti significativi della cosiddetta zona grigia, di esponenti cioè della politica, delle istituzioni, delle professioni, dell’imprenditoria, a volte con legami massonici – ha concluso Pignatone – forniscono alla criminalità organizzata ed in particolare alle dinastie mafiose, occasione di grandi arricchimenti e, a volte, garanzia di impunità”.
Pubblicato da Pino d’Amico a 20:20
fonte: Reggio Press