Estorsioni a imprenditori su appalti A3: 12 arresti

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Ventotto gli episodi contestati

Estorsioni a imprenditori su appalti A3: 12 arresti


In manette esponenti delle cosche di Catanzaro: chiedevano fino a 50mila euro per i lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria . Ma le mani della 'ndrangheta erano finite su diverse opere pubbliche

 

Catanzaro, 5 giu. – (Adnkronos/Ign) – Operazione della polizia di Catanzaro contro il racket negli appalti pubblici. In tutto sono state arrestate 12 persone accusate di estorsione a imprenditori che si erano aggiudicati appalti pubblici. Si tratta di esponenti alle cosche Anello-Fruci e Cerra-Torcasio-Gualtieri, con il coinvolgimento di alcuni esponenti del clan Iannazzo di Lamezia Terme, dei Passafaro di Borgia e un esponente del clan degli zingari di Catanzaro.

 

Sono 28 gli episodi contestati agil arrestati, che hanno chiesto e ottenuto fino a 50mila euro per i lavori di ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria.

L'operazione, denominata 'Effetto Domino', costituisce il seguito del blitz del 16 maggio scorso, in cui venne arrestato un uomo in flagranza (Pasquale Martillotta) e altre cinque furono sottoposte a fermo. Tra essi Rocco e Tommaso Anelli, ritenuti i capi della cosca di Catanzaro colpita anche oggi.

Le mani della 'ndrangheta erano finite su diverse opere pubbliche appaltate, dall'ammodernamento dell'autostrada Salerno-Reggio Calabria ai parchi eolici di Serra Pelata, Piano di Corda, Polia e Cortale, alla tratta ferroviaria Settingiano-Catanzaro Lido. Tra le persone colpite dall'ordine di custodia cautelare, emessa su richiesta del procuratore capo Salvatore Murone e del sostituto della Direzione distrettuale antimafia Gerardo Dominijanni, c'è anche Antonio Passafaro, di Borgia, fratello di Rosario e Giulio Cesare Passafaro uccisi nel settembre dello scorso anno e ad aprile nella frazione di Roccelletta dove si teme una nuova faida. Anche il nome di quest'ultimo è entrato nell'inchiesta.

Sono stati gli stessi imprenditori a raccontare i dettagli delle estorsioni agli inquirenti, suffragati dalle dichiarazioni di un pentito che ha collaborato alle indagini. Gli inquirenti hanno sentito le versioni di sei titolari di aziende colpite. Dal 1999 gli esponenti delle cosche facevano pressione sulle vittime per ottenere soldi, materiale a titolo gratuito o imporre il noleggio di mezzi d'opera a prezzi molto superiori a quelli di mercato. In un'occasione, inoltre, un imprenditore è stato costretto a rinunciare ad un appalto per un'opera che ricadeva su un territorio controllato dalla 'ndrangheta.