‘NDRANGHETA: UCCISO E FATTO SPARIRE, AMAVA MOGLIE BOSS

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'NDRANGHETA: UCCISO E FATTO SPARIRE, AMAVA MOGLIE BOSS

VIBO VALENTIA – Freddato con un colpo di pistola alla nuca ed il suo cadavere fatto sparire.

Amava la donna sbagliata Michele Penna, di 30 anni, figura emergente della criminalita' vibonese, ed ha pagato col prezzo più alto una colpa che nei codici segreti della 'ndrangheta non lascia scampo. Per l'omicidio e l'occultamento del cadavere di Penna i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno fermato due esponenti della cosca Petrolo-Bartolotta, la stessa cui apparteneva la vittima,Andrea Foti, di 29 anni, ed Emilio Antonio Bartolotta, di 31. Sarebbero stati loro ad attirare in una trappola Penna e ad ucciderlo, facendo sparire poi il suo cadavere. Il fermo di Foti e Bartolotta è stato disposto dal pm della Dda di Catanzaro Marisa Manzini. Era un giovane intraprendente Michele Penna. All'interno della cosca Petrolo-Bartolotta di Stefanaconi, contrapposta da sempre a quella dei Bonavota, aveva assunto da tempo una funzione importante. In più aveva deciso di impegnarsi in politica. Era il segretario cittadino di Stefanaconi dell'Udc e proprio negli ambienti politici aveva molte conoscenze. I capi della cosca tolleravano l'intraprendenza di Penna e lo lasciavano fare. Ma è stata la relazione del giovane con la moglie di un esponente di spicco dello stesso gruppo criminale a non lasciare scampo a Penna. Qualcuno lo aveva anche avvertito del pericolo che stava correndo ed aveva cercato di indurlo alla ragione. Penna, però, era un duro ed aveva deciso di andare avanti dritto per la sua strada, sfidando non soltanto il marito della donna, ma anche i capi della cosca. Non c'é stato, dicono i carabinieri, un vero e proprio mandato ad uccidere Penna da parte dei capi della cosca, né da parte del marito della donna. Oltre a Foti e Bartolotta, infatti, non ci sono altri indagati nell'inchiesta sull'omicidio. Ma la relazione con una donna sbagliata non era la sola colpa di Penna. La sua intraprendenza lo stava inducendo a costituire un gruppo autonomo con l'intenzione di assumere un ruolo concorrenziale rispetto alla cosca Petrolo-Bartolotta. Colpa anche questa imperdonabile nella logica della 'ndrangheta. Viene decisa cosi' l'eliminazione di Penna. Il tranello nei suoi confronti scatta la mattina del 19 ottobre scorso. Penna porta la sua auto nell'autolavaggio di Andrea Foti. Quest'ultimo, insieme a Bartolotta, si offre di accompagnarlo a casa con la sua vettura. Penna non viene colto da alcun sospetto ed accetta il passaggio. E così l'uomo, durante il tragitto, viene ucciso. Il suo cadavere viene occultato e l'automobile (una Fiat Panda) bruciata. Foti, il giorno dopo, va dai carabinieri e denuncia che la vettura gli è stata rubata. Una mossa che si rivela controproducente per Foti perché i carabinieri capiscono subito che rappresenta un tentativo di depistaggio. Scattano così le indagini ed attraverso una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali nei confronti di Foti e Bartolotta, oltre che di altri affiliati alla cosca, si arriva a fare chiarezza sull'uccisione di Michele Penna.