Duro colpo ai clan della locride

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Colpito un asse che collegava gli interessi della Locride con il Piemonte
Colpiti i clan della Vallata del Torbido
Sequestrati beni per otto milioni. Carcere per sei persone

Colpiti i patrimoni delle cosche che operano nella Vallata del Torbido ed hanno "referenti" in Piemonte. Per sfuggire ai controlli i beni venivano fittiziamente attribuite a terze persone. E' stata denominata "Operazione pecunia" l'attività d'indagine nei confronti della 'ndrangheta che ha consentito agli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro di porre sotto sequestro beni del valore di 8 milioni di euro nonché di spiccare sette ordinanza di custodia cautelare, sei delle quali sono state eseguite nella giornata di lunedì.
I provvedimenti restrittivi e quelli inerenti il sequestro dei beni mobili ed immobili sono stati disposti dalla Dda di Reggio Calabria. Mentre gli arresti sono stati eseguiti nei territori compresi fra Marina di Gioisa Jonica e Grotteria, nel reggino ed in Piemonte, dove alcuni dei destinatari delle misure cautelari spacciavano droga, in particolare cocaina. L'indagine, secondo quanto riferito dagli inquirenti ieri nel corso di una conferenza stampa, è stata avviata dall'allora sostituto procuratore della Direzione distrettuale reggina, Nicola Gratteri, che aveva disposto indagini patrimoniali a carico di Domenico Tropea, 63 anni, di Gioiosa Jonica, uomo da sempre ritenuto legato al clan dei "Mazzaferro" di Marina di Gioiosa, con l'obiettivo di acquisire le prove in ordine al reato di riciclaggio di soldi derivanti dal traffico di droga. Gli accertamenti, avviati sulla base di documenti acquisiti in uffici pubblici e banche, si sono avvalse successivamente di intercettazioni telefoniche ed ambientali, oltre che di appostamenti e servizi di osservazione. L'articolata attività investigativa avrebbe confermato la fittizia attribuzione a terze persone di beni. Nel corso dell'inchiesta erano emersi elementi che hanno consentito l'arresto di Maurizio Tropea, figlio di Domenico, autore dell'omicidio di Giuseppe Commisso, assassinato per futili motivi.
Domenico e Maurizio Tropea sarebbero inoltre responsabili di spaccio e traffico di droga con altre cinque persone, tre delle quali operanti in Calabria e due in Piemonte.In Calabria oltre a Domenico e Maurizio Troppa sono stati arrestati i fratelli Domenico e Vincenzo Oppedisano, rispettivamente di 31 e 35 anni, mentre in Piemonte le manette hanno stretto i polsi, a Torino, del 37enne Roberto Agostino ed a Moncalieri del 39enne Dario Astero. La settima persona colpita al provvedimento restrittivo, invece, risulta irreperibile. Domenico Tropea, ritenuto unitamente al figlio Maurizio, il capo dell'organizzazione, era già stato arrestato nel 1990 dal Goa della Guardia di Finanza.
I beni sequestrati consistono in un fabbricato di 7 piani destinato ad albergo situato a Grotteria, in località Marcinà inferiore; un fabbricato di più piani realizzato sempre a Grotteria, lungo la Statale 106; tre appartamenti posti al piano attico di un fabbricato a Grotteria mare.
Sono state sequestrate, inoltre, le quote societarie della "Falco Costruzioni sas di Cuzzocrea Andrea & c." con sede a Grotteria mare, un'Alfa Romeo 166, una Honda Hrv, un autocarro Fiat 109 Van.
 
p.l.

dal quotidiano di mercoledì 28 marzo 2007          

      Complimenti alle Fiamme Gialle                   

 

IL RETROSCENA

Fatta luce sul delitto Commisso

Un affronto da lavare col sangue.Un omicidio per “futili motivi”,come si dice in gergo.

Per Giuseppe Commisso(vedi cartello della locride su questo sito) ,30 anni,barbiere,è stato fatale l’essersi fidanzato con l’ex ragazza di Maurizio Troppa,figlio di Domenico,il capo della cellula criminale locale affiliata al clan dei mazzaferro di Marina di Gioiosa sgominata dalla guardia di finanza.

E’ stato grazie alle intercettazioni(che il Ministro Mastella vuole ridurre con la scusante che costano troppo) effettuate nell’ambito dell’operazione “Pecunia”che si è potuti risalire all’autore dell’assassinio del trentenne barbiere,avvenuto a Grotteria il 19 settembre del 2004 nella locride e commesso da Maurizio Tropea,che per questo delitto è attualmente sotto processo.Il killer del Commisso venne arrestato a poche ore dall’omicidio a Salerno mentre tentava di raggiungere Roma per poi partire alla volta del sudamerica,dove il padre DomenicoTropea stava organizzando la dorata latitanza.

A svelare questi particolari è stato ieri il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro,Cesare Nota Cerasi nel corso della conferenza stampa sui risultati dell’operazione “Pecunia”,che ha portato al sequestro beni  di otto milioni di €uro ed all’arresto di sei persone per traffico di droga ( ne valeva la pena On. Mastella spendere i soldi per le intercettazioni).

Secondo la ricostruzione dell’ufficiale delle Fiamme Gialle,Giuseppe Commisso agli occhi di Maurizio Tropea  era colpevole di essersi messo insieme a alla sua ex ragazza,che Troppa peraltro aveva lasciato un anno prima:i due giovani si conoscevano al punto che Maurizio Troppa la sera dell’omicidio passa da casa di Commisso a cercarlo e parla anche con la madre del barbiere.I due successivamente si allontanano insieme in una zona isolata,dove Maurizio Troppa uccide Giuseppe Commisso con quattro colpi di pistola.