Mafia, confisca record da 1,3 mld euro a imprenditore eolico

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Mafia, confisca record da 1,3 mld euro a imprenditore eolico

  • La foto dell'imprenditore dell'eolico Vito Nicastri, ritenuto "contiguo" alla mafia, a cui oggi la Direzione investigativa antimafia ha confiscato beni per 1,3 miliardi di euro. REUTERS/Handout/Dia

    La foto dell’imprenditore dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto “contiguo” alla mafia, …

ROMA (Reuters) – La Direzione investigativa antimafia di Palermo ha avviato oggi la confisca di beni per 1 miliardo e 300 milioni di euro, la più cospicua mai compiuta in Italia, ai danni di un importante imprenditore dell’eolico che si ritiene legato al capo di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro. Lo riferisce la stessa Dia.

Al centro dell’operazione – autorizzata dal tribunale per le misure di prevenzione di Trapani – c’è la galassia di aziende, una quarantina, che fa riferimento a Vito Nicastri, un imprenditore di Alcamo di 57 anni, specializzato nella realizzazione e vendita di parchi eolici e fotovoltaici “con ricavi milionari”, dicono gli investigatori.

“La misura di prevenzione patrimoniale e personale scaturisce dalla proposta d’iniziativa del Direttore della Dia che, attraverso articolate indagini economico-patrimoniali nei confronti dell’imprenditore alcamese, ha consentito di ricostruire il fitto reticolo patrimoniale degli ultimi trent’anni e di rilevare, altresì, l’esistenza di una consistente sperequazione tra i beni posseduti ed i redditi dichiarati”.

Nicastri era stato arrestato per corruzione nel luglio 2012 nell’ambito dell’operazione “Broken Wings”, con l’accusa di aver pagato mazzette a un funzionario del Demanio di Palermo per ottenere in cambio agevolazioni nella realizzazione di grandi parchi eolici.

Già nel 2010 Nicastri era finito nel mirino della magistratura e in quell’occasione gli erano stati sequestrati beni per 1,5 miliardi di euro.

Secondo gli inquirenti, Nicastri è “contiguo” alla mafia, legato al latitante Messina Denaro, da cui avrebbe ricevuto indicazioni sulla conduzione degli affari, dice una fonte della Dia. Ma secondo la Dia Nicastri aveva rapporti anche con la ‘ndrangheta calabrese, in particolare con le ‘ndrine di Platì, San Luca e Africo.

I magistrati in un comunicato parlano di un provvedimento, quello della confisca, “che colpisce al cuore l’aria grigia di ‘cosa nostra'”.

“Una contiguità consapevole e costante agli interessi della associazione mafiosa, o di una disponibilità a rendersi all’occorrenza partecipe di condotte agevolatrici della predetta organizzazione”, dice il comunicato della Dia.

Oltre a vedersi confiscati i beni – che riguarda tra l’altro 43 società, 98 tra palazzine, magazzini e terreni, 66 tra conti correnti e polizze) – Nicastri dovrà anche risiedere obbligatoriamente per almeno tre anni ad Alcamo.