Franco Di Mare e la Locride: «Terra splendida e senza fiducia»

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Franco Di Mare e la Locride: «Terra splendida e senza fiducia» «C’è un problema di mentalità, ma è vero che le istituzioni latitano»

Franco Di Mare, il giorno dopo. Incontriamo il popolare conduttore di “Uno mattina”, premiato con il “Città di Siderno” in un bar sul corso, di buon mattino, davanti a un buon caffè. Il vincitore con il suo libro autobiografico ” Non chiedere il perché” ci parla delle sue “forzate” levatacce alle 4,30 per preparare la scaletta. La domenica di sole che gli offre Siderno, in pieno dicembre, è un toccasana, e prima di far ritorno a Roma, ha preferito respirare a pieni polmoni «il fantastico clima di questa terra».

– Franco, sentito l’intervento del vescovo?
«È stato forte e coraggioso, anche nell’affrontare la vicenda Parmaliana. Sappiamo che la chiesa non giustifica il suicidio, ma mons. Morosini, è riuscito a trovare le parole giuste per dare un senso a quel gesto, e il richiamo alla cultura come mezzo per combattere la criminalità è stato incastrato in modo perfetto alle esigenze della società».
– Qui nella Locride, la ‘ndrangheta, nella tua Campania, la camorra. Pensi che finirà mai?
«È un problema di mentalità, qui nel Sud amplificato anche dal comportamento della gente. Comincia dalle cose quotidiane. Negli ambienti del Nord, se c’è una buca nelle strade o un problema collettivo, il cittadino si rivolge ai preposti uffici comunali e pretende che venga risolto al più presto. Se accade la stessa cosa qui il cittadino cerca di aggirare l’ostacolo rivolgendosi all’amico o al potente di turno. In questo modo si alimenta la politica del “favore”, che prima o poi deve essere ricambiato. Un esempio banale, ma dalle piccole cose si arriva a quelle più importanti. Siamo noi stessi ad alimentare l’antistato. Rimane il problema che spesso le istituzioni non riescono a dare risposte, alimentando un senso di sfiducia del cittadino. Lo sforzo vero da fare deve essere indirizzato in questa direzione. Solo così si potrà sperare di debellare la mafia».
– Che impressione avevi della Locride e come giudichi adesso questo territorio?
«Ero già stato nella Locride, purtroppo per vicende legate alla mia attività giornalistica, e tutt’altro che edificanti. Questa è una terra meravigliosa che ha anche grandi potenzialità positive, stranamente poco conosciute e poco sfruttate. Ma si porta appresso anche taluni aspetti che, di fatto, mettono un grosso freno al suo sviluppo. Uno è certamente legato al fenomeno delinquenziale, spesso anche troppo amplificato. Ma non è il solo. Noto anche una certa apatia della gente, che probabilmente non crede più nelle tanto auspicate possibilità di sviluppo. E forse, un altro dato da non sottovalutare, è la carenza di una classe politica incisiva».
– Quale potrebbe essere la ricetta migliorativa ?
«Difficile entrare nel merito in poche battute. Certamente il monito di mons. Morosini può aiutare. La cultura, intesa nel senso più lato, potrebbe dare una grossa spinta positiva. Ma servirebbe anche grande sinergia tra la gente e le istituzioni, un senso civico più marcato e una capacità politica progettuale che guardi in modo adeguato al futuro».
– A proposito di futuro cosa pensi di quanto sta accadendo nel nostro Paese, il nuovo Governo, la manovra finanziaria?
«Bella domanda, ma credo che nessuno, oggi, sia in grado di dare una risposta. Di una cosa sono convinto, però. Chi vuole oggi le elezioni anticipate si comporta da vero criminale. Anche se è chiaro che la manovra Monti non è certamente il toccasana. Ci sarebbero da discutere molte cose, a cominciare dalle liberalizzazioni. Vedremo nei prossimi mesi».
Aristide Bava
fonte: gazzetta del Sud