‘Ndrangheta, tre arresti, si alleano cosche Cordì-Cataldo

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‘Ndrangheta, tre arresti, si alleano cosche Cordì-Cataldo

Le due cosche gestiscono insieme i traffici di droga e armi. Arrestati tre esponenti

di Ezio De Domenico

LOCRI (REGGIO CALABRIA – Per 40 anni si sono fatte la guerra a suon di agguati, omicidi e ferimenti. Oggi tra le storiche cosche dei Cordi’ e dei Cataldo di Locri e’ scoppiata la pace in nome della spartizione dei proventi soprattutto del traffico di armi e droga. La novita’ di oggi sul fronte ‘ndrangheta – e non e’ una novita’ da poco – emerge dall’operazione condotta dalla Polizia che ha portato all’arresto di tre presunti affiliati alle due cosche, Antonio Cordi’, di 23 anni, ed Antonino Caroleo, di 40, esponenti dei Cordi’, e Ilario Aversa, di 50, dell’omonima cosca federata con quella dei Cataldo.

Contro i tre arrestati, accusati di associazione per delinquere di tipo mafioso, la Squadra mobile di Reggio Calabria e lo Sco, insieme al Commissariato di Siderno, hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip su richiesta della Dda reggina. La scoperta dell’avvenuta pacificazione tra i Cordi’ ed i Cataldo, come ha sottolineato il Procuratore della Repubblica di Reggio, Giuseppe Pignatone, rappresenta ”un importante momento di svolta” perche’ segna una nuova fase nella storia della ‘ndrangheta. E’ la dimostrazione chiara che le cosche possono superare anche le rivalita’ piu’ antiche, mettendo da parte vendette incrociate ed antiche concezioni dei rapporti di forza che in passato hanno provocato interminabili scie di sangue. Uno dei dati significativi dell’inchiesta e’ che un apporto determinante allo sviluppo delle indagini e’ stato fornito dal pentito Domenico Oppedisano, di 58 anni, fratellastro del boss Salvatore Cordi’, assassinato a Siderno il 31 maggio del 2005. Oppedisano ha deciso di collaborare con la Dda di Reggio Calabria dopo che Antonio Cordi’ gli aveva chiesto di testimoniare il falso in un processo a carico di cinque persone, tra cui Antonio Cataldo, per favorire gli imputati e rinsaldare cosi’ gli accordi di pace tra i Cataldo ed i Cordi’. Una spinta significativa alle indagini e’ stata fornita anche dalle intercettazioni ambientali effettuate in una lavanderia di proprieta’ di Giuseppe Commisso, di 63 anni, detto ”’u mastro”, all’interno della quale si decidevano le strategie comuni delle cosche Cordi’ e Cataldo. La faida tra i Cordi’ ed i Cataldo ebbe origine da uno degli episodi piu’ eclatanti nella storia della ‘ndrangheta, la strage di Piazza mercato a Locri nel 1968, in cui furono uccise tre persone del gruppo Cordi’, il boss e capo della cosca Domenico Cordi’, Vincenzo Saraceno e Carmelo Siciliano. La faida, negli anni ’80 e ’90 registro’ una pausa fino a riesplodere nel 1997 con l’assassinio di Cosimo Cordi’, padre di Antonio, uno dei tre arrestati di oggi.

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