Per la prima volta la fidanzata di Gianluca avanza l’ipotesi L’assunzione di Pietro Costa legata alle minacce a mio padre

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Per la prima volta la fidanzata di Gianluca avanza l’ipotesi

L’assunzione di Pietro Costa legata alle minacce a mio padre

Il P.M. Antonio De Bernardo

«Finalmente hanno arrestato quelli che rovinavano la vita a mio padre».

Avrebbe esordito così Katia Scarfò la fidanzata di Gianluca Congiusta alla notizia dell’arresto di Pietro Costa, ex dipendente dell’azienda del padre. Ieri in aula durante il confronto glielo ha ricordato Roberta Congiusta:«Ti ricordi – ha detto la sorella di Gianluca Congiusta rivolgendosi alla sua ex cognata – sei arrivata contenta e hai detto che finalmente li avevano presi. Perché non hai detto in aula che sapevi delle minacce dei Costa alla tua famiglia?». La sorella della vittima è sicura che alcune circostanze riferitegli in confidenza da Katia Scarfò dopo l’omicidio di Gianluca Congiusta l’ex ragazza dell’imprenditore ucciso le avrebbe omesse dalle sue dichiarazioni davanti alla Corte d’Assise. «Sei stata al nostro fianco per molto tempo – ha continuato Roberta Congiusta chiamando in causa Katia Scarfò – hai fatto con la nostra famiglia le ipotesi più disparate sul possibile movente dell’omicidio, anche quelle sulla pista passionale. Poi ad un certo punto non sei stata più con noi, e hai tralasciato l’ipotesi più concreta, quella che sapevi, quella della lettera». Ma Katia Scarfò ha più volte sottolineato come lei di quella lettera di minacce recapitata alla sua famiglia e poi forse finita nelle mani del giovane imprenditore ucciso sapeva poco, sapeva solo che esisteva e che Gianluca le aveva detto di non preoccuparsi che era roba da niente. «Io ho fatto molte ipotesi – ha dichiarato Katia Scarfò – ma senza un briciolo di prove come facevo ad accusare delle persone». Anche nel confronto con Mario Congiusta, il padre della vittima, la ragazza è stata categorica sull’episodio della lettera che secondo i Congiusta sarebbe stata conservata nella cassaforte di casa Scarfò: «Sul fatto della cassaforte ci sarà stato un equivoco – ha detto la ragazza – non è mai parlato, lo avrà supposto il signor Congiusta che la lettera era lì». Poi la sorella di Gianluca Congiusta ha cercato di essere più diretta: «Nel chiedere la verità mi sto rivolgendo a mia cognata e non a Katia Scarfò – ha detto Roberta Congiusta – spero che valga qualcosa». E sulla questione delle minacce forse arrivate dai Costa l’ex fidanzata della vittima ha detto qualcosa in più: «Parlando con Gianluca – ha riferito Katia Scarfò – mi ricordo venne fuori di un operaio che forse mio padre aveva assunto perché era stato costretto».

fonte: il Quotidiano

articolo di Pasquale Violi